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Ashton Pov's
Chiusi il grande portone di casa di Luke, dopo che quest'ultimo mi aveva letteralmente buttato fuori. In lontananza notai la figura di Alyssa venirmi incontro, strano.
Avevo chiesto svariate volte a Luke chi ci fosse dentro la sua camera, pensavo fosse Alyssa.

«Ashton!» mi saltò completamente addosso, come se non mi vedesse da una vita, e mi scoccò un bacio sulla guancia.

«Ehi, dove stai andando?» era stupido chiederglielo, sapevo già la risposta.

«Da Luke, ovvio.»
Ero quasi sicuro che lui non volesse vederla, visto che era impegnato con un'altra persona.

«Oh, lui non è a casa.»
Lei sbuffò sonoramente, naturalmente non contenta della mia risposta.

«Quindi sto facendo un viaggio a vuoto. Dov'è?» e adesso? L'unica scusa credibile era la madre.

«È andato con sua madre, avevano delle commissioni.» cercai  di essere il più credibile possibile, ero molto bravo a mentire ma non era mia abitudine farlo.

Abbassò lo sguardo, si poteva ben capire che fosse delusa. Sapevo che lei provava più di una semplice amicizia per lui, ma lui non ricambiava più di tanto, poiché sosteneva ogni volta che fosse una palla al piede.
Non sono molto attaccato a lei, è mia amica, ma non mi sta più a genio come una volta.

La salutai dandole un pizzicotto sulla guancia destra, per poi iniziare la mia passeggiata.
Strada facendo mi scontrai con qualcuno, che a differenza mia cadde goffamente a terra.
Ottimo atterraggio.

«Potresti stare più attenta? Dio.»

«Scusami non ti avevo visto.» raccolso il suo telefono caduto nel marciapiede; ci pensai per un nano secondo, ma comunque mi ritrovai con una mano protesa verso la sua, per aiutarla ad alzarsi.

«Come fai a non vedere un ragazzo così bello?Sei cieca per caso?» cercai di prenderla un po' in giro, mettendo in evidenza il mio ego.
Mi aspettavo arrossisse, o che comunque ridacchiasse per l'imbarazzo, di solito le ragazze fanno così con me, mentre lei mi guardò malissimo.

«Saresti?» non le piacevo, e si poteva ben capire dal tono di voce arrogante che mi aveva rivolto. Credo che fosse la prima ragazza che reagiva così durante una conversazione con me.

«Ashton Irwin, sai sono abbastanza famoso.»
Non appena finì la frase, la ragazza dai capelli mori difronte me sbarrò i suoi occhioni castani, e mi guardò con un'espressione sconvolta.
E strano era pure il fatto che, conosceva il mio nome ma non la mia faccia

«Sei l'amico di Luke?»

«Allora sai chi sono.» le sorrisi, cercai di essere gentile, perché comunque era molto carina.
Incrociai le braccia al petto e la studiai dalla testa ai piedi, era davvero una bella ragazza, ed il viso era così familiare.

«Ci conosciamo?» la squadrai ancora da capo a piedi, mi sembrava di averla già vista. Restò in silenzio guardandomi, era davvero inquietante.

«Sai, so di essere bello ma, mi stai sciupando.»

«È quella casa di Luke?»
Mi ignorò completamente, posando il suo sguardo dietro di me, cioè sulla casa di Luke.

«Si. Perché?»

«Niente.» detto questo riprese a camminare avanzando più avanti, ignorandomi completamente.

«E comunque, sei troppo modesto per i miei gusti.» si girò verso di me, e mi rivolse un sorriso, era bellissima.

«E tu sei troppo pensierosa per i miei.» le ammiccai per poi riprendere a camminare dal lato opposto. La notai sorridere per poi riprendere anche lei la sua passeggiata.

Ripeto, era bellissima.

* *
-Emily pov's

«Luke?»

«Emily?»
Ero in trappola in casa, non mi dispiaceva restare in una casa bella come quella, ma semplicemente avevo paura di restarci con lui.

«Potrei avere un po' d'acqua?» deglutì, non era sempre semplice parlare con lui.
Mi fece un sì con la testa, e a quel punto mi avviai verso il frigorifero, dato che lui non aveva la minima intenzione di muoversi.

«Perché volevi che restassi con te?» riposi il bicchiere di vetro sul lavandino, aprì il getto d'acqua e sciacquai il bicchiere.
Aveva ragione, facevo sempre troppe domande.

«Dovresti aiutarmi.»

«A fare cosa?»

«Ad organizzare la festa di stasera.»

«Non sono brava in queste cose. E poi sono sola, non c'è la farei mai da sola.» affermai con decisione, poggiando i polsi delle mani sul lavandino dietro di me.

«Allora ti conviene affrettarti.»
Deglutì con forza, come caspita faceva ogni volta quel ragazzo a farmi sentire così piccola e indifesa?
Sentì il campanello suonare, per poi vedere Luke avvicinarsi alla porta d'ingresso per aprire la sagoma di legno.

Due ragazzi fecero ingresso nel salotto, uno dai capelli mori ed occhi a mandorla, scuri come la pece, proprio come i miei, mentre l'altro aveva una chioma molto spettinata color rosso fuoco, e due pozze color ghiaccio gli coloravano per bene i suoi occhi.
Calum Hood e Micheal Clifford.

«Steeve? Che ci fa qui?» Calum si accigliò, mentre Micheal mi rivolse un sorriso a dir poco tenero.

«E Ashton?»

«A fare un giro.»
Suonò una seconda volta il campanello al che, Luke sbuffò ritornando verso la porta.
Presi il mio zaino, appoggiato ai piedi del divano, lo indossai per poi dirigermi verso la porta, non ne potevo più.

«Se fossi in te non andrei adesso.»
Calum parlò, facendomi girare di scatto verso di lui, che in quel momento era steso comodo sul divano nero del salotto.

«Perché?» ero curiosa, che sarebbe successo di tanto peggio se me ne fossi andata? Tanto dopo quel giorno, Luke mi avrebbe picchiata comunque.

«C'è Alyssa di là, se ti vede qui sei morta.» Micheal sussurrò queste parole, mentre spiava qualcosa dal buco della serratura della porta.
E adesso?

«Nasconditi dietro il divano.» Calum propose questa ''brillante'' idea, dopo iniziò a ridacchiare leggermente, come se quella situazione fosse veramente esilarante. Mi girai verso di lui, con gli occhi chiusi in due fessure, non c'era assolutamente niente da ridere.

«Non c'è bisogno.» sbottai acida, stava cominciando ad infastidirmi.
Micheal cercò di afferrare il mio braccio, tirandolo giù così da farmi cadere con un tonfo enorme nel divano in pelle, vicino a lui e Calum.

«Perché sei qui?» bella domanda, e io effettivamente non sapevo la risposta, avrebbe dovuto chiederlo a Luke piuttosto.

«Luke mi ha detto di venire con lui.»
I due ragazzi si mandarono delle occhiate, come se i loro occhi stessero parlando tra di loro, escludendo i miei del tutto.

My bully  ↠ lrhDove le storie prendono vita. Scoprilo ora