Capitolo 10: "Disordine"

431 24 2
                                    

26 novembre 2023

Chiara amava organizzare viaggi e per questo si era proposta di organizzare anche il weekend a Roma. Aveva scelto quell'hotel perché era provvisto di una grande terrazza da cui si poteva ammirare la città.

Proprio lì, si stava rifugiando con i suoi pensieri. Aveva fatto fatica a prendere sonno e dopo essersi svegliata per l'ennesima volta verso le 5:00 del mattino ci aveva rinunciato e si era alzata.

Arrivata in terrazza, si era seduta su una panchina ad ammirare Roma e a pensare. Tutti avevano notato il suo momento di difficoltà durante il concerto e anche come si era "aggrappata" ad Andrea per evitare di affogare nelle sue stesse lacrime. Nessuno però aveva avuto il coraggio di chiederle niente, capendo che fosse una situazione delicata. Solo la sua migliore amica aveva capito quali ricordi erano riaffiorati alla mente di Chiara.

I suoi pensieri non erano occupati da Matteo, lo aveva superato da un pezzo. Era arrabbiata con se stessa per essersi mostrata fragile davanti agli altri. Non era la prima volta che la vedevano piangere per una canzone, ma quella volta era stato diverso. Erano bastate un paio di note a far sgretolare la corazza di sicurezza che era riuscita a costruirsi.

Mentre ammirava il Colosseo da lì sopra, sentì alcuni passi alle sue spalle. Marco si avvicinò alla panchina chiedendole: "Posso unirmi a te o preferisci stare sola?". La ragazza lo invitò a sedersi al suo fianco battendo la mano sullo spazio vuoto accanto a lei.

Un venticello freddo scompigliava i disordinati capelli bianchi del ragazzo mentre fumava. "Non sei obbligata a parlarmene. Però se dovessi averne bisogno sono un ottimo ascoltatore" le disse il ragazzo continuando a guardare il panorama.

La mora non poté fare a meno di sorridergli. Con gli occhi lucidi iniziò a raccontargli della sua relazione passata e del perché sentire "Vertigine" live l'avesse sconvolta così tanto. Caph l'ascoltò in silenzio, limitandosi ad accarezzargli la spalla quando la ragazza era più in difficoltà.

Intervenne soltanto quando ebbe finito di sfogarsi: "Non devi avere paura di mostrati fragile davanti agli altri, a noi. È vero, ci consociamo da poco, ma sei parte della famiglia ormai e in famiglia nessuno deve vergognarsi delle proprie emozioni. Provare dei sentimenti non ti rende debole, ti rende soltanto vera, umana".

Chiara si asciugò le lacrime e scherzando gli disse: "Wow Caphwest, quand'è che sei diventato così saggio?". Il biondo abbassò lo sguardo: "Ci sono passato anch'io".

Iniziò a raccontare della sua storia d'amore con Silvia. Di come lei lo avesse lasciato una volta entrata all'interno della scuola di Amici perché si era presa una cotta per un altro concorrente. "Io volevo piangere, ma non ce la facevo. Non volevo che gli altri mi vedessero in quello stato anche se stavo uno schifo. Nessuno si merita di essere lasciato in quel modo. E sai qual è la cosa peggiore?" chiese a Chiara che scosse la testa. "Io non ce l'ho mai fatta ad odiarla. Non sono mai riuscito ad andare avanti. Ho avuto un'altra relazione importante, ma il suo fantasma era sempre presente. Se lei ora dovesse tornare da me chiedendomi di riprovarci io lo farei" disse il ragazzo.

La mora non sapeva cosa dirgli, Marco in quel momento aveva soltanto bisogno di qualcuno che non lo giudicasse. Appoggiò la testa sulla spalla del biondo e iniziò a cantare quella che era probabilmente la sua preferita tra le canzoni dei ragazzi che aveva sentito fino a quel momento.

Ho sbagliato mille cose, lasciato che ansia e paura agissero per me
E ora so perché poi sono cambiate le cose
Ancora che rimuovo, ho sempre voglia di fare poco
Mentre tutto va a fuoco
Penso sempre a cose grandi, i tuoi sogni che odio
Non voglio manco guardarti in faccia se ti trovo
Mia cara apatia, sei tornata di nuovo
La testa sulle nuvole ed i piedi nel vuoto
E non è niente di personale
Se mentre fumo ti penso un po'
E i mille pezzi che ho d'aggiustare
Dеntro di me dovrei cercarli un po'

E ora non ricordi chе
Ci sentivamo morti se
Non stavamo accanto
Non stavamo accanto
E passano i giorni e
Vivo nel disordine
Non trovo spazio
E non trovo spazio, ma noia
Però ancora non dormo
Resto qui nel mio mondo
Ed è già finito un giorno
Che forse è durato troppo

E passano i giorni e
Vivo nel disordine
Non trovo spazio
E non trovo spazio, ma noia

Se qualcuno li avesse visti in quel momento li avrebbe presi per pazzi: due ragazzi su una panchina di notte che cantano una canzone con le lacrime agli occhi mentre Roma fa da sfondo.

✨✨✨

Il secondo giorno a Roma passò ancora più in fretta del primo. Andrea aveva avuto l'impressione che Chiara lo stesse evitando. Ed in effetti era così, non si sentiva pronta a raccontargli ciò che aveva spiegato a Marco durante la notte. Il moro sembrava avere la capacità di leggerle dentro con un solo sguardo e aveva paura che riuscisse a vedere anche tutte quelle fragilità che tentava di nascondere da tempo.

Dopo la loro chiacchierata, la mora e il biondo sembravano essere quasi inseparabili. Erano scesi insieme a colazione e avevano spesso camminato l'uno accanto all'altro durante la visita della città. Si erano persino seduti vicini in treno lasciando Faster deluso, le parole crociate da fare con Chiara le aveva comprate davvero.

Questo avvicinamento non era passato inosservato ai suoi occhi, nel vedere quell'affinità tra i due iniziò a percepire una specie di fastidio.

Appena tornato a casa si buttò nel letto, sfinito, ma i pensieri sembravano non dargli pace. Si era ripromesso che avrebbe parlato con lei appena si sarebbero rivisti. Voleva capire se avesse fatto qualcosa di sbagliato.

Era geloso? No, impossibile. A lui Chiara non piaceva, era un'amica. Le voleva bene e percepiva una connessione speciale con lei. Nessun sentimento amoroso...vero?

MANI STRETTE-FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora