25 dicembre 2023
Rimanere nel suo paesino d'origine non era mai stata un'opzione per Chiara. Aveva sognato di trasferirsi in una città fin da quanto era ancora una bambina, ma una volta realizzato questo suo desiderio aveva iniziato ad apprezzare alcune caratteristiche della vita in provincia che aveva sempre rifiutato.
Non tornava a casa da tre mesi e le sue montagne le erano decisamente mancate. Era arrivata soltanto un paio di giorni prima per poter festeggiare il Natale con la sua famiglia.
Mamma Linda e papà Mirko l'avevano accolta calorosamente, non vedevano l'ora di rivedere la loro bambina. Chiara era figlia unica e per questo era molto legata ai suoi genitori che avevano sofferto parecchio il trasferimento della figlia. Quando la ragazza aveva espresso loro la volontà di trasferirsi a Firenze per l'università l'avevano sostenuta spronandola a seguire i suoi sogni ed aiutata economicamente facendo sacrifici per pagarle gli studi. "Chiara è destinata a grandi cose" ripeteva spesso Mirko alla moglie che tra i due era la più titubante riguardo l'allontanamento della figlia. Lo aveva poi accettato anche se sentiva spesso la nostalgia della piccola di casa.
Prima di partire per la Toscana, Chiara e Sara facevano parte di un gruppo molto unito con cui sono riuscite a rimanere in contatto e si erano date appuntamento per partecipare insieme alla messa di mezzanotte come da tradizione. Infatti, le due ragazze si trovavano sul sagrato della chiesa a chiacchierare con i loro amici di sempre.
Luca, Alessio e Paolo avevano capito che la scuola non faceva per loro e avevano iniziato a lavorare in un'azienda locale, Miriam studiava per diventare una maestra, Alice faceva l'insegnante di sci, Tiziano voleva diventare un ingegnere, Cristiano un fisioterapista. Ognuno di loro aveva trovato la loro strada e stava cercando di realizzare i propri sogni. Anche questi ragazzi mancavano spesso a Chiara, ma sapeva che nel momento del bisogno ci sarebbero sempre stati per lei. Erano cresciuti insieme e questo è qualcosa di cui non ci si scorda facilmente.
Dopo essersi accordata con loro per un aperitivo nei giorni successivi e aver augurato un felice Natale ai conoscenti che aveva incontrato, la ragazza tornò a casa con i suoi genitori.
Aveva bisogno di dormire un po', l'indomani avrebbe dovuto affrontare un lungo e impegnativo pranzo di famiglia durante il quale sarebbe stata sottoposta ad un difficile interrogatorio riguardo la sua vita lavorativa e sentimentale.
In quel momento l'amore per lei era un tasto un po' dolente. Non riusciva a smettere di pensare ad Andrea e al loro bacio; ogni volta che l'immagine delle labbra del ragazzo sulle sue le veniva in mente, uno stupido sorriso si faceva largo sul suo volto. Questo sorriso svaniva nel momento in cui si ricordava della conversazione avuta con lui al bunker. Era contenta di aver risolto con lui, ma sapere che la persona che ti piace non contraccambia i tuoi sentimenti fa sempre male.
"Stai pensando ancora a quel tuo amico?" le chiese mamma Linda mentre camminavano verso casa. La ragazza fece una faccia confusa che fece continuare la donna: "Sei stata in silenzio tutto il tempo, è ovvio che hai qualcosa che ti tiene la mente occupata e penso proprio che sia quel ragazzo di Empoli. Ho notato come sorridi se ti arriva un suo messaggio e come ti brillano gli occhi parlando di lui".
Era inutile mentire alla mamma, la conosceva come le sue tasche. Chiara abbassò lo sguardo e iniziò a raccontarle tutto: come si erano conosciuti, come si erano rincontrati, come avevano legato in poco tempo. Le disse anche delle loro uscite, dei suoi sentimenti per lui, del loro bacio, di come lui l'aveva evitata e anche di come avevano risolto. Le confidò le sue paure: la paura di perderlo, la paura di stare male per lui, la paura di essere rifiutata.
"Beh tesoro, questo ragazzo sembra cotto di te. Non hai mai pensato al fatto che lui potrebbe condividere le tue stesse paure? Se tiene tanto a te anche lui sarà terrorizzato all'idea di rovinare le cose tra voi. Piuttosto che averti lontana, preferisci starti vicino come amico" disse Linda dopo aver ascoltato la figlia. Chiara scosse la testa: "Non lo so, ma non penso. A me basta non perderlo perché è troppo importante per me". La mamma annuí: "Lo capisco, ma questa situazione ti farà stare male. Se vuoi qualcosa di più da lui diglielo e rischia. È inutile rimanere amici se non vuoi soltanto amicizia".
✨✨✨
Chiara aveva indossato il suo pigiama natalizio ed era pronta a infilarsi nelle coperte, quando una scatolina appoggiata sulla scrivania catturò la sua attenzione.
Era il regalo di Andrea, non lo aveva ancora aperto rispettando il volere del ragazzo, ma ormai il giorno di Natale era arrivato ed era giunto il momento di scoprire che cosa fosse.
La mora slegò il nastro che teneva la scatolina chiusa e sollevò il piccolo coperchio.
Nel vedere che cosa era contenuto all'interno i suoi occhi divennero lucidi: Andrea le aveva regalato la collanina che aveva visto ai mercatini natalizi, quella con il ciondolo a forma di cuffie.
Insieme ad essa c'era anche un bigliettino con scritto con la calligrafia del ragazzo:
"Ci siamo legati come cuffie in tasca"
Buon Natale Chiaretta
Ti voglio beneAndrea
Chiara non riusciva a crederci, era stato un pensiero così dolce. Prese in mano il cellulare per scrivere al corvino.
Chiara 🌻
Sei matto, mi hai fatto piangere
La collanina è bellissima e la frase ancora di più
Buon Natale Andre
Ti voglio bene anche io ❤️Faster (il tuo bnkr preferito) 🖤
Hahahah
Avrei voluto vedere la tua reazione
Lo penso davvero
Buon Natale e buona notte Chiaretta ❤️Chiara sorrise al cellulare, poi prese le sue cuffie, le mise nelle orecchie e fece partire una canzone. Aveva bisogno di sentire la voce di Andrea.
Dove sei
Dove ci siamo persi non so
Vorrei sperassi di riavermi, ma no
Perché so quello che pensi e tutto quello che aspetti
È il giorno in cui morirò
Ti ho fatto male davvero
Ed anch'io non sto da meno
Vorrei avere una Glock, eh
Per farti felice appieno
Per levarmi il pensiero ti dimenticherò
Come ho fatto con le altre, come faccio con tutto
Non annaffio mai piante, non ricavo mai frutto
Mi volevi elegante, invecе guarda che brutto
Nero da capo a scarpe, comе vestito a lutto
Tu non mi guardare così, che perdo il controllo
Vorrei andarmene e sparire, ma in realtà non voglio
Ho troppe cose da far qui, troppe cose da far sì
Che non restino un sogno, no
Se mi ami davvero, percorri il tuo sentiero e non voltarti mai
Mai, per sempre vivremo sotto lo stesso cielo
E mi chiederò dove sei
Dove ci siamo persi non so
Vorrei sperassi di riavermi, ma no
Perché so quello che pensi e tutto quello che aspetti
È il giorno in cui morirò
Ti ho fatto male davvero
Ed anch'io non sto da meno
Vorrei avere una Glock, eh
Per farti felice appieno
Per levarmi il pensiero ti dimenticherò
Come ho fatto con le altre, come faccio con tutto
Non annaffio mai piante, non ricavo mai frutto
Mi volevi elegante, invece guarda che brutto
Nero da capo a scarpe, come vestito a lutto
Tu non mi guardare così, che perdo il controllo
Vorrei andarmene e sparire, ma in realtà non voglio
Ho troppe cose da far qui, troppe cose da far sì
Che non restino un sogno, no
Se mi ami davvero, percorri il tuo sentiero e non voltarti mai
Mai, per sempre vivremo sotto lo stesso cielo
E mi chiederò dove seiQuella notte si addormentò serenamente, cullata dalla voce del moro. Anche se era distante lo sentiva vicino.
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MANI STRETTE-Faster
FanfictionSecondo una leggenda giapponese, un filo rosso invisibile lega le persone destinate a incontrarsi e a vivere insieme, indipendentemente dalle circostanze, dal tempo o dalla distanza per poi unirli nel momento giusto. Chiara ama Firenze, il mare, la...