Capitolo 19: "Effetti Speciali II"

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19 dicembre 2023

Il grande giorno era finalmente arrivato: quella sera i ragazzi si sarebbero esibiti alla finale di Sanremo Giovani.

Il gruppo decise di partire verso le 6 di mattina per poter arrivare in Liguria prima di mezzogiorno e permettere ai ragazzi di avere tutto il tempo di prepararsi e provare il pezzo.

Nel furgone si respirava un'aria sorprendentemente tranquilla; i ragazzi non sembravano agitati, ma piuttosto vogliosi di arrivare e mettersi in gioco.

Il viaggio durò poco più del previsto, ma la tabella di marcia ideata da Ghera venne rispettata: dopo un breve, ma abbondante pranzo, i ragazzi si diressero verso il Teatro del Casinò per provare il loro brano sul palco. Nel frattempo le ragazze restarono in hotel ad aiutare Ginevra a stirare i vestiti e a rilassarsi un po'.

✨✨✨

"Dove diamine è Andrea?" urlò arrabbiata Ginevra entrando nella camera che Caph condivideva con il corvino. "Non è ancora rientrato? Aveva detto che voleva fare una passeggiata ed è uscito un'ora fa" spiegò il biondo che stava iniziando a cambiarsi. "Deve tornare, subito!" esclamò la ragazza per poi comunicare al resto del gruppo il problema; nessuno sembrava sapere dove fosse finito. Marco provò a chiamarlo senza ottenere risultati, partiva sempre la segreteria telefonica.

Chiara, che si era appena vestita dopo una lunga e rilassante doccia, uscì in corridoio per dirigersi verso la stanza di Gin dove i ragazzi si sarebbero preparati, ma venne bloccata da Ghera: "Sai dov'è Andrea?". La mora scosse la testa, non lo aveva visto in tutto il pomeriggio. "È uscito più di un'ora fa e ora non risponde al cellulare" disse in panico il ragazzo. Chiara iniziò ad avviarsi verso l'uscita dell'hotel: "Tranquillo, adesso vi aiuto a cercarlo. Scrivetemi se lo trovate".

Si avvicinò al lungo mare e iniziò a guardarsi attorno. Il suo sguardo venne catturato da un ragazzo che se ne stava seduto sulla spiaggia. Teneva il cappuccio della giacca sulla testa, ma la mora avrebbe potuto riconoscere quel corpo ovunque: era Andrea.

Si sedette affianco a lui; i suoi occhi erano coperti da un paio di occhiali neri, ma si capiva che aveva lo sguardo perso nella distesa blu del mare.

Faster sentì alcuni rumori e poi un dolce profumo gli inebriò i sensi: capí subito che al suo fianco c'era Chiara.

"Ti stanno cercando tutti Andre" gli disse lei. Il corvino non rispose e continuò a guardare davanti a lui. "Mi dici cosa c'è?" provò a chiedere la ragazza senza ottenere alcuna risposta. Si indispettì: "Vuoi giocare al gioco del silenzio? Va bene".

A quel punto Faster la guardò: il vento le stava scompigliando i capelli, la pelle ambrata era resa ancora più luminosa dai colori del tramonto e in volto aveva un'adorabile espressione imbronciata. Anche lei si girò verso di lui: "Puoi toglierti quegli occhiali? Vorrei guardarti negli occhi".

Andrea abbassò lo sguardo per poi tornare a guardare davanti a sé, sempre in religioso silenzio. Chiara gli diede la mano: "Io sono qui per te, Andre. Puoi anche non parlare, ma ho bisogno di vedere i tuoi occhi. Solo così posso capirti".

Detto ciò la ragazza si posizionò tra le ginocchia del moro e gli tolse delicatamente gli occhiali da sole. I suoi occhi scuri erano lucidi, ma la mora pensò di non averne mai visti di più belli. Lei lo sapeva, non aveva bisogno che parlasse per capire cose avesse, il corvino aveva paura di sbagliare qualcosa quella sera e rovinare tutto. Nonostante si mostrasse sempre sicuro di sé, aveva le sue fragilità.

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