Le urla e gli applausi riempiono l'aria mentre Valtor alza il pugno in segno di vittoria. Lo vedo avvicinarsi nuovamente a me, il suo viso sudato ma con un'espressione trionfante. L'uomo barbuto gli porge una maglietta nera e la sua felpa, che lui infila rapidamente.
Prima che possa rendermi conto di cosa sta succedendo, Valtor mi prende di peso, sollevandomi con facilità.
«Che cosa fai?» protesto, cercando di divincolarmi, ma lui ignora le mie parole, portandomi fuori dal locale.L'aria fredda della notte mi colpisce il viso mentre Valtor mi trasporta verso la sua macchina. Le luci della città brillano in lontananza, e sento il rumore del traffico mescolarsi al battito accelerato del mio cuore.
«Non dovevi essere qui» mi dice con un tono di voce basso e minaccioso, mentre mi posa a terra vicino alla sua Ferrari. «Questo posto non è per te.»
«Non puoi semplicemente portarmi via così» ribatto, cercando di mantenere un tono di voce fermo. «Non sono un oggetto che puoi spostare a tuo piacimento.»
Lui mi guarda con quegli occhi gelidi, e per un attimo penso di vedere un barlume di qualcosa di diverso, forse preoccupazione. Ma è solo un attimo, poi il suo sguardo torna duro e impenetrabile.
«Scricciolo, tu sei il mio giocattolino» mi sussurra con un sorriso perverso. «Ficcatelo bene in testa.» conclude.
In quel momento qualcosa dentro di me scatta. Non posso più sopportare la sua arroganza. Senza pensarci, mi giro e comincio a correre. I miei piedi battono forte sull'asfalto, il cuore mi martella nel petto. Non so dove sto andando, voglio solo scappare da lui.
Una macchina mi sfreccia vicino, ad una velocità disumana. Vengo travolta dal vento e come se già la situazione fosse semplice, cado a terra, facendomi male alla gamba. Noto il sangue gocciolare da una ferita provocata dall'asfalto. «Cristo» le mie raccolgono il sangue che cade.
I passi di Valtor si fanno sempre più veloci, arrivando a me. Lo sento avvicinarsi, il suono dei suoi passi che si fa sempre più vicino. In un attimo, si china alla mia altezza, guardandomi attentamente la gamba. «Era necessario fare questa scenata?» dice in modo arrogante, prima di afferrarmi nuovamente di peso, stringendomi con forza e portandomi nuovamente vicino alla sua macchina.
«Credi davvero di potermi sfuggire?» mi sussurra all'orecchio, il respiro caldo sul mio collo. «Sei mia, Evyn. E non c'è niente che tu possa fare per cambiare questo.» quelle parole mi bruciano dentro, come un fuoco ardente pronto a soffocarmi.
«Guarda cosa succede quando non mi dai ascolto.»
Cerco di divincolarmi, ma lui mi tiene saldamente. «Lasciami andare» imploro, la voce tremante.Lui sorride, un sorriso crudele. «Non prima di averti insegnato cosa significa veramente obbedire.»
Apre le sportello, facendomi sedere sull'alto del passeggero. La portiera è sigillata ma anche volendo non posso più correre o scappare.
«Non sporcarmi la macchina.» Valtor apre il cruscotto, prendendo vari fazzoletti, porgendomeli e facendo segno di tamponare la ferita.
In poco tempo siamo già per strada, la mia mano è ferma sulla ferita, cercando di non macchiare i sedili in pelle bianchi. «La mia casa..è..» cerco di parlare, quando riconosco la strada di casa, ma lui la supera con velocità, senza nemmeno fermarsi.
«Non ti porterò a casa tua, non puoi pretendere che dopo tutto quello dove ti sei impicciata, io sia così clemente con te.» La sua voce è gelida mentre inizia ad accelerare, e la paura mi fa ribollire il sangue. «Dirai qualcosa a qualcuno?» chiede continuando a sfrecciare lungo la strada.
Non rispondo, la mia schiena è incollata al sedile, e il cuore mi batte all'impazzata.
«Rallenta, ti prego» piagnucolo, ma lui fa l'esatto contrario, accelera ancora di più. «Hai foto o video?» La sua domanda taglia l'aria come un coltello.
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Secret Heart.
Romance«Non sapevo che la nostra scuola facesse anche beneficenza» - Valtor. Evyn Brown è una ragazza brillante che riesce a entrare alla Hartfield Academy grazie a una borsa di studio. Fin dal primo giorno, si sente fuori posto in un ambiente fatto di lu...