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Questa notte mi ha parlato il cuore, e nel silenzio ho udito l'eco della mia anima.
Giacomo Leopardi.

La giornata è volata in fretta, le ultime lezioni, il pranzo e infine la partita di lacrosse. Simon mi ha chiesto il numero di telefono e Millie mi ha salutato prima di seguire Kian.

Tutto in modo sereno e senza troppa confusione. Mi mancava questa tranquillità, questa calma.

Di Valtor nemmeno l'ombra, mentre le occhiate odiose di Tiffany non sono mancate.

Scaccio via quei pensieri mente mi sistemo lo zaino su una spalla e prendo il telefono per vedere l'ora. Sono le 19.00 di sera, il cielo è ricoperto da nuvole, mentre inizia a calare l'oscurità.

Mi trovo sulla piccola spiaggia appartata, avvolta nell'oscurità serale che comincia a impadronirsi del cielo. Le prime stelle fanno la loro apparizione, puntini luccicanti che punteggiano un firmamento blu scuro, come diamanti sparsi su un tessuto di velluto.

La luce fioca della luna piena filtra tra le nuvole sparse, creando un'atmosfera magica e silenziosa. Il mare si ritira dolcemente, cullato dalle onde che frusciano leggere sulla sabbia. Il profumo salmastro si mescola con la freschezza dell'aria notturna, mentre una leggera brezza accarezza il mio viso.

Le rocce intorno a me sono ormai avvolte dall'oscurità, ma posso ancora percepire la loro imponenza e la loro presenza rassicurante. La sabbia sotto i miei piedi è fredda, ma accogliente, invitandomi a esplorare il mistero di questa spiaggia segreta sotto il manto stellato.

In lontananza, il rumore sommesso delle onde si mescola al suono di qualche gabbiano notturno, creando una sinfonia naturale che riempie il silenzio della notte. Mi sento in pace qui, lontana dalla frenesia della città, circondata dalla bellezza serena di questo angolo di natura intatta.

Mi avvicino al mare con passo lieve, sentendo la sabbia fredda sotto i piedi mentre mi dirigo verso la riva. Mi siedo sulla sabbia umida, sentendomi subito avvolta dal suono rassicurante delle onde che si infrangono delicatamente sulla spiaggia. Il rumore dell'acqua mi calma, e il profumo salmastro riempie i miei sensi.

Poi, lentamente, mi distendo sulla sabbia, sollevando lo sguardo verso il cielo notturno. Le stelle brillano sopra di me, punti luminosi che decorano il firmamento scuro. Osservo le costellazioni familiari, cercando tra loro un senso di orientamento e tranquillità.

La luna piena diffonde una luce argentea, rendendo il mare davanti a me un campo di luce e ombre in continuo movimento. La brezza leggera accarezza il mio viso e mi fa sentire viva, mentre mi perdo nella contemplazione delle stelle infinite sopra di me.

Il tempo sembra rallentare qui, in questo angolo silenzioso e incantato della spiaggia. Sono sola con i miei pensieri, libera di riflettere su tutto ciò che mi circonda e su me stessa. La serenità della notte mi avvolge, e mi sento grata per questo momento di pace e bellezza naturale.

Un tuono spezza quel silenzio, facendo rumore perfino tra i miei pensieri.

«Il tuono è il rombo del tempo che insegue il presente.»
Una voce profonda risuona subito dopo il tuono. Mi giro di scatto e vedo Valtor, disteso a pochi centimetri da me. Il suo volto è in parte nascosto dall'ombra, ma i suoi occhi brillano di una luce intensa e inconfondibile. Mi avvicino leggermente con il viso, sentendo un odore pungente nell'aria.

«Hai bevuto?» chiedo, scrutandolo con sospetto.

Valtor si volta verso di me, i suoi capelli sono immersi nella sabbia, i suoi occhi restano fissi nei miei, creando una connessione inspiegabile. «Forse un po'.» risponde con un tono freddo e distaccato.

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