La luce del sole mi cade sugli occhi, provocandomi un fastidio immenso. L'odore di lavanda mi invade le narici, non è il profumo di casa mia.
Mi tocco le tempie, ho mal di testa e i ricordi della notte precedente mi assalgono improvvisamente. Lentamente apro gli occhi, la stanza è illuminata dalla luce del mattino. Non è il mio letto, non è la mia stanza. Sento il cuore battere più forte mentre cerco di mettere insieme i pezzi di ciò che è successo.
«Finalmente ti sei svegliata.» una voce profonda e familiare mi fa sobbalzare. Mi giro e vedo Valtor, seduto su una poltrona vicino al letto, con un'espressione che non riesco a decifrare.
«Dove sono?» chiedo, la mia voce è roca e debole.
«Sei in camera mia.» risponde con calma. «Hai avuto un incubo ieri sera e sembravi piuttosto scossa. Ti ho portata qui per farti riposare meglio.»
Mi guardo intorno, la stanza è arredata in modo semplice ma elegante, con toni caldi e accoglienti. Mi sento disorientata e confusa, ma non riesco a non notare l'attenzione nei suoi occhi.
«Perché l'hai fatto?» chiedo, cercando di capire le sue intenzioni.
Valtor sospira, passando una mano tra i capelli. «Puoi evitare di avere sempre così tante domande?» dice spazientito. «Molte ragazze vorrebbero stare al posto tuo.»
Sorride ironicamente, ma io sento una strana sensazione di gratitudine mescolata alla confusione. Non riesco ancora a capacitarmi di quel che ho visto ieri, ma per ora cerco di non pensarci.
Mi alzo di scatto dal letto, realizzando finalmente di essere ancora nella sua casa. E stranamente sono ancora viva. Pensavo davvero che dopo quel che ho fatto, lui non avrebbe avuto clemenza di me. «Devo andare a scuola.» dico in preda al panico, cercando di sistemare miei vestiti.
Valtor mi guarda con un sorrisetto divertito. «Evyn, è sabato. Non c'è scuola oggi.»
Mi fermo, sentendomi sciocca. «Oh» sussurro, rilassandomi leggermente. «Non me ne ero resa conto.»
Da una parte voglio rimanere ancora in quel comodo letto, dall'altra vorrei solo andare via e non vederlo fino a lunedì.
«Ugualmente, devo andare via ora» mi guardo per un attimo ad uno specchio presente in camera.La divisa è impregnata di fumo e di tutti gli odori che ieri sera erano presenti in quell'edificio. «Puzzi.» la voce profonda di Valtor mi risuona nelle orecchie.
La sua gentilezza è qualcosa di incredibile, riesce veramente ad avere tatto in tutto ciò che dice. «Me ne sono resa conto anche da sola.» rispondo, guardandolo dallo specchio.
«Fatti una doccia, ti..» lo interrompo subito, rifiutando prima che lui possa concludere la frase, ma lui non si arrende e mi spinge praticamente dentro il bagno che ha in camera.
«Muoviti.» conclude, chiudendo la porta.
Resto sola nel suo bagno, tutti i suoi profumi e prodotti sono ordinati accuratamente sul lavandino.
Sospiro e mi avvicino alla doccia, aprendo l'acqua e iniziando a spogliarmi. I miei vestiti puzzano, io puzzo d'alcol e fumo e tutto ciò mi fa sentire in imbarazzo.
Entro velocemente, bagnandomi anche i capelli e iniziando a lavarmi per bene. Il suo bagnoschiuma rilascia un senso di freschezza, la menta mi avvolge, facendo profumo finalmente la mia pelle.
Lavo i capelli con uno shampoo trovato lì per caso, ma quando sto per risciacquarli la porta si apre, facendomi spaventare. «Valtor!» urlo istintivamente, mettendomi all'angolo della doccia, cercando di nascondere il mio corpo nudo dalla sua vista.
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Secret Heart.
Romance«Non sapevo che la nostra scuola facesse anche beneficenza» - Valtor. Evyn Brown è una ragazza brillante che riesce a entrare alla Hartfield Academy grazie a una borsa di studio. Fin dal primo giorno, si sente fuori posto in un ambiente fatto di lu...