«Hai poco tempo, Evyn. Vai a lavarti e indossa vestiti comodi, partiamo tra poco,» dice Valtor, il suo tono impaziente.
Senza dire altro, mi dirigo verso il bagno, chiudendo la porta dietro di me. Accendo l'acqua, guardandomi nello specchio. I segni della notte precedente sono evidenti: la mia pelle è pallida e gli occhi segnati dalla paura.
Inizio a sciacquarmi, lasciando che l'acqua calda mi avvolga. Con un respiro profondo, cerco di calmarmi. Ho bisogno di mettere insieme i pezzi di quanto accaduto.
Dopo essermi lavata, prendo un asciugamano e mi asciugo il corpo. Mentre mi guardo ancora nello specchio, vedo la ferita sulla schiena. Con un brivido, prendo il disinfettante e un cerotto dal mobiletto.
Faccio attenzione mentre pulisco la ferita, sentendo il bruciore del disinfettante che mi fa mordere il labbro per non urlare. Quando finalmente metto il cerotto, mi sento un po' più in controllo, come se stessi affrontando le conseguenze di una situazione che non avrei mai voluto.
Con un ultimo sguardo al mio riflesso, prendo una maglietta larga e dei pantaloni comodi, che Valtor ha lasciato affianco al lavandino. Sono i suoi abiti. Cerco di sentirmi un po' più normale, ma l'idea di partire con Valtor mi spaventa, ma so che non posso tirarmi indietro.
Mentre esco dal bagno, sento un misto di ansia e determinazione. Dobbiamo andare.
Quando esco definitivamente dal bagno, trovo Valtor già pronto, il cellulare incollato all'orecchio mentre parla con tono deciso. È vestito in modo casual ma elegante, i jeans larghi e una maglietta nera che mette in risalto il suo fisico. La fasciatura sulla spalla è parzialmente visibile, ma sembra che non gli faccia alcun effetto.
Mi avvicino silenziosamente, cercando di non interrompere la sua conversazione. Valtor gesticola con una mano mentre con l'altra stringe il telefono con fermezza. Posso cogliere qualche parola, nomi e dettagli che però non capisco del tutto.
Mi sento come un'estranea in questo momento, in attesa che lui termini. I suoi occhi scivolano su di me, ma torna subito a concentrarsi sul telefono.
Quando finalmente chiude la chiamata, mi guarda con un'espressione che non riesco a decifrare. «Sei pronta?» chiede, ma non sembra particolarmente interessato alla risposta.
«Sì,» rispondo, cercando di mascherare il nervosismo nella mia voce. «Dove stiamo andando?»
«Non posso dirtelo,» dice, il suo tono di nuovo serio. «Ma è meglio che tu sia preparata a tutto.»
Annuisco, sono quasi stufa di fare domande, anche se non sono sicura di cosa significhi esattamente. Non ho scelta, quindi mi costringo a seguire il suo ritmo mentre ci dirigiamo verso l'uscita. La paura riempie le mie vene.
Mi guardo intorno, come se in ogni angolo potrebbero starci gli uomini di ieri. Ho veramente avuto paura di morire, sentivo la canna di metallo premuta contro la mia pelle, gelida e dura.
Ci avviciniamo alla porta d'ingresso, che viene subito aperta da uno degli uomini di Valtor. Fuori, accanto alla macchina, vedo Kian con la sua solita espressione imperturbabile, affiancato da Millie.
Senza pensarci due volte, corro verso di lei e l'abbraccio forte. «Ehi, Evyn, stai tranquilla,» mi sussurra dolcemente. «Valtor sa esattamente cosa fare.»
Il fatto che Millie sembri così informata mi mette a disagio. Forse tutto questo era già stato programmato da tempo: la borsa di studio arrivata all'improvviso, l'odio inspiegabile che Valtor ha sempre nutrito nei miei confronti, e infine Millie, che si è avvicinata a me in modo così amichevole.
Millie mi stringe ancora un attimo, poi mi guarda negli occhi, cercando di calmarmi. «Sei parte di qualcosa di grande, ma sei al sicuro con noi.»
Il suo tono è rassicurante, ma dentro di me cresce il sospetto che ci sia qualcosa di più, qualcosa che non mi hanno ancora detto. Mi stacco lentamente dall'abbraccio, lanciando uno sguardo verso Valtor, che ora è di fianco a Kian, completamente concentrato.
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Secret Heart.
Romance«Non sapevo che la nostra scuola facesse anche beneficenza» - Valtor. Evyn Brown è una ragazza brillante che riesce a entrare alla Hartfield Academy grazie a una borsa di studio. Fin dal primo giorno, si sente fuori posto in un ambiente fatto di lu...