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Non l'ho mai fatto per i soldi ma per rimanere
Non mi importa cosa credono di me
Ora che tutti mi cercano per stare insieme
Il mio nome viene molto prima di me
Dove eravate quando mi chiudevo in casa giorni?
Quando mi rimangiavo i sogni?
Poi, Poi, Poi... —  Irama

Valtor

È sorprendente sentirla ridere così spensierata, quasi mi fa storcere lo stomaco. Simon le sta dicendo delle sciocchezze, e lei ride e gli dà retta senza alcuna espressione sgradevole o sguardo arrabbiato. Nulla.

Mi guarda mentre resto sulle scale, i suoi occhi attratti dai miei come se fossi un magnete. Lei lo sa bene, lo capisce. Ma decido di accontentarla e entro nella sua camera.

Non esco dalla finestra, non lascerò la sua stanza. Userò il tempo per studiarla attentamente. I miei uomini mi hanno già fornito tutte le informazioni su di lei.

Suo padre è quell'uomo... l'uomo che ha distrutto i nostri legami e la mia famiglia.

Mi siedo silenzioso sul suo letto, osservando ogni dettaglio del suo spazio personale. Guardo le foto sul comodino, gli oggetti sparsi sul tavolo, cercando di capire chi è veramente lei dietro alla facciata spensierata che mostra agli altri.

Il mio sguardo si posa sul suo volto raffigurato in foto, mentre di sotto il suono delle risate mi snervano. È difficile credere che ora come ora io sia così vicina a colui che ha causato tanto dolore alla mia famiglia.

Mentre la osservo, il rancore e la vendetta si mescolano nella mia mente. Non posso ignorare il passato, né il legame che suo padre ha con le ferite che porto ancora dentro. Ma ora, qui, in questa camera, non riesco a pensare a lui e al dolore.

Mi sento uno stupido, ma nella mia mente c'è sempre il volto di Evyn, così spensierato quando parla con Millie o con quel cretino al piano di sotto. È come se quella sua spensieratezza mi colpisse, mi disturbasse in un modo che non riesco a spiegare.

Dopo un po', decido di spostare la mia attenzione altrove. Apro un cassetto e trovo qualcosa di inaspettato: una foto spezzata a metà di Evyn quando era piccola. La riconosco immediatamente, perché ho l'altro pezzo della foto con me da anni.

La presenza di quella foto spezzata mi colpisce come un pugno nello stomaco. È un ricordo del passato, un ricordo che ho tenuto nascosto dentro di me e che forse ricordo soltanto io, per tutto questo tempo. Guardo il pezzo che tengo tra le mani, il volto di Evyn radioso e innocente, sento un misto di emozioni: nostalgia per i tempi passati, rabbia per ciò che è successo, ma anche una strana emozione per la ragazza che è diventata.

Non posso fare a meno di chiedermi se Evyn sa dell'esistenza di questo pezzo mancante della foto. Se sa che in realtà suo padre è stato in grado di distrugge un'intera famiglia. Se ne è a conoscenza, allora perché non l'ha mai menzionato? È un segreto che ha tenuto nascosto, o forse è solo un pezzo di passato dimenticato nel turbine degli eventi?

Mi ritrovo a toccare delicatamente il volto di Evyn nella foto spezzata, le dita che seguono i contorni del suo viso infantile con una tenerezza inaspettata. È come se quelle linee, quei tratti fossero una finestra aperta verso il passato.

La mia mente vaga tra i ricordi sepolti, cercando di riunire i pezzi di questa storia frantumata. Evyn, così luminosa e innocente nella foto, contrasta con l'oscurità dei miei pensieri e delle mie intenzioni. Mi chiedo se lei ha mai saputo di questa foto, se ha mai sentito il vuoto lasciato dal pezzo mancante.

Le mie emozioni sono in tumulto mentre continuo a sfiorare delicatamente la superficie della foto. C'è qualcosa di vulnerabile in questo gesto, come se toccando quel volto lontano potessi toccare anche qualcosa di profondo dentro di me, qualcosa che ho cercato di nascondere dietro la maschera della vendetta.

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