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I miei passi risuonano tra le piste da ballo vuote del club. Essendo chiuso, il luogo è ancora deserto, eccetto per un gruppetto di ragazzine. Sono vestite con poco più di un pezzetto di stoffa chiamato gonna. Non copre nulla, e niente passa all'immaginazione.

Quella scena mi distrugge. Pensare che mia sorella sia finita in questa situazione mi fa venire i brividi. L'hanno uccisa per mantenere il segreto, e so che è stato il Maestro a mandare il sicario. Non solo perché ho riconosciuto subito l'identità del killer, ma perché tutto è diventato chiaro.

Il Maestro aveva un motivo per allontanare Evyn da me. Aveva già puntato mia sorella, e una figlia amica del fratello della vittima potrebbe essere pericolosa. È un gioco sporco, ma conosco le regole. Ogni mossa, ogni scelta, è stata calcolata per distruggere quello che mi rimaneva di familiare e privarmi di ogni alleato.

Mentre avanzo nel club, il dolore e la rabbia si mescolano dentro di me. Ogni angolo di quel posto mi ricorda le decisioni crudeli che hanno segnato la mia vita. I volti delle ragazze, spaventate e indecise, sono l'ultima prova della follia del Maestro.

Sento un rumore provenire dalla parte posteriore del club e accelero il passo, dirigendomi verso il suono. La mia mente è un turbine di pensieri e ricordi. **Non posso permettere che Evyn venga coinvolta in tutto questo.** È già stata esposta troppo a lungo ai lati oscuri della vita che ho cercato di proteggerle.

Arrivo in una sala riservata, parzialmente illuminata dalle luci al neon che filtrano dalle finestre opache. García è lì, appoggiato a un tavolo, mentre discute con qualcuno. Il suo sguardo incrocia il mio e posso vedere il suo sopracciglio sollevarsi, sorpreso dalla mia apparizione.

«Valtor, Valtor,» dice García con un sorriso sarcastico. «Ti aspettavamo. Vuoi unirti alla festa?»

Rispondo in russo, con un tono volgare. «Чёртов ублюдок.» (Porca puttana.)

García ride sarcasticamente e poi aggiunge: «Vedo che ti sei portato dietro la bambolina. Che c'è? È arrivato il momento di dirle tutto?»

Si bacia la mano e fa il segno della croce. «Il Maestro è stato chiaro. Lei è promessa a me.»

La frase mi colpisce come un pugno in faccia. La consapevolezza che Evyn sia al centro di tutto questo mi tormenta. García non solo ha osato sfidarmi, ma ha anche osato coinvolgere Evyn in questo sporco gioco di potere. La sua provocazione mi spinge a mantenere la calma, nonostante il fuoco che brucia dentro di me.

Mi volto verso Evyn, che è rimasta in macchina. La sua presenza qui è un imprevisto che complicherà ulteriormente le cose. Spero che rimanga al sicuro, lontana da tutto questo. La situazione è già abbastanza grave senza aggiungere altri rischi.

García osserva il mio sguardo con una scintilla di malizia. «Che ne dici, Valtor? Vuoi che le racconti tutto? Oppure vuoi continuare a far finta di nulla?»

Non ho tempo da perdere con le sue provocazioni. Ogni secondo che passa potrebbe essere cruciale. Devo fermare García e, soprattutto, proteggere Evyn. La mia mente è chiara su questo punto. Nulla può fermarmi ora.

García, con il suo sorriso beffardo, continua a osservare mentre la tensione nell'aria cresce.
«Allora, Valtor? Cos'è? Hai cambiato idea?»
Senza preavviso, il mio istinto prende il sopravvento.

In un solo movimento, mi avvicino a García e lo colpisco con un pugno potente. Il suono secco dell'impatto riempie la stanza e lo fa vacillare, sbattendo contro il tavolo. Le sue risate vengono interrotte da un gemito di dolore mentre si tocca il naso sanguinante.

Non gli do il tempo di reagire. Mi lancio su di lui, afferrandolo per il colletto della giacca e tirandolo verso di me. «Non ti permetterò di fare del male anche a lei!» ringhio, i miei occhi bruciano di rabbia.

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