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Mentirei se non dicessi che avevo una assurda voglia di baciarlo,ma non lo feci,volevo tenerlo un pó sulle spine.
Ci era rimasto visibilmente male ma le cose migliori dovevano attendere. Infatti,il ragazzo si mostrava più freddo rispetto alla cena.
Ci trovavamo ancora in macchina a parlare della serata trascorsa quando a lui squilla il telefono.

"Scusa Vic,ma è il proprietario della casetta qui a Torino."

Io annuii e lui rispose al telefono. Aveva l'espressione decisamente preoccupata.

"Ci deve essere stato un errore,io ho affittato la casetta dal 26 al 29"
Esclamò lui al tipo al telefono.
Visibilmente arrabbiato,riagganciò la chiamata e si giro verso di me.

"Vic,avevo affittato la casetta dal
26 al 29,ma il tipo non mi aveva detto che gli studenti che ci vivono sarebbero andati via il 27, di mattina"

Lo sapevo! Era tutta colpa mia! Aveva fatto tutto questo solo per me ed io lo ripagavo così....
Pensai ad una soluzione comoda per tutte e due.
"Potresti dormire a casa mia,solo per una notte, tanto mio padre e Federico non sono in casa,ci sarà solo Lorenzo"

I suoi occhi si illuminarono e mi abbracciò.
"Non sai quanto sono felice in questo momento,bhe,non doveva finire così la nostra serata ma va bene comunque.."

"A noi non piacciono le cose semplici" esclamai ridendo

Decidemmo di entrare in casa e appena aperto il portone dell'ingresso mi ritrovai Lorenzo davanti. Aveva gli occhi lucidi e solcati dal pianto.

"Lorenzo,ti senti bene??" Chiesi io piuttosto preoccupata e lui fece segno di "no" con la testa.

"Papà ha avuto un incidente mentre andava a lavoro,ora è ricoverato all'ospedale gemelli di Roma"
Disse iniziando a piangere nuovamente.

"Chi te l'ha detto Lore,chi ti ha chiamato"

"L'ospedale ha sbloccato il suo telefono e cercando su google ha trovato i nomi dei suoi figli e cercando..." per il dolore Lorenzo non riusciva neanche a parlare e scoppiò nuovamente in lacrime.

In quel momento ero incredula,presi il mio telefono dalla borsetta e notai una chiamata persa proprio da mio padre. Mi sentivo estremamente in colpa.

"Vorrei fare qualcosa,ma sono qui immobile,a 8 ore di distanza da mio padre." Disse piangendo Lorenzo ed io lo abbracciai.

"Prendiamo un treno,nulla potrà andare storto. Ci vorranno circa 4 ore,ma almeno saremo lì entro le 7 di mattina se partissimo adesso.."

Mi ricordai che Riccardo avrebbe dovuto dormire da me.

Mi voltai verso di lui:
"Riccardo,mi dispiace,ma se vuoi posso farti ospitare.."

"Spero tu stia scherzando Vic,è ovvio che verrò con voi in treno,non posso lasciarvi da soli."

"Scusa se questa serata è finita in questo modo,e tutta colpa mi-"

"Non dire altro Vic,veramente. Adesso partiamo perché sennò arriveremo alle 19:00 di domani."

Sorrisi instintivamente e sperai che nessuno dei due ragazzi lo avesse notato.

Io,Lorenzo e Riccardo andammo alla stazione con la bmw di quest'ultimo.
Io ero molto preoccupata per mio padre e il ragazzo lo aveva notato,e per tranquillizzarmi,posò una mano sulla mia coscia.
Invece di tranquillizzarmi,mi fa pentire di non averlo baciato stasera. Avevo fatto la scelta giusta,in un prossimo appuntamento,che magari avrà una fine più felice di questo,lo bacerò.

Arrivati in stazione prendemmo i biglietti e salimmo su un freccia rossa,che ci avrebbe fatti arrivare a Roma in 3 ore e mezza.
Appoggiai la mia testa sulla spalla di Riccardo e piansi in silenzio.
Lui se ne accorse e mi abbracciò in maniera premurosa,dandomi un bacio sulla fronte.
Ciò che non ci uccide ci rende più forti,ripetevo ogni giorno io, perché non potevamo prevedere cosa la vita ci avrebbe riservato giorno dopo giorno.

Lorenzo era al telefono con Federico mentre io ero ancora tra le braccia di Riccardo.
L'ospedale risiedeva ad 1 km dalla stazione,quindi saremmo potuti andare anche a piedi.
Erano ormai le 02:00 di notte,ma sperai che i medici ci avrebbero fatto visitare mio padre.

Entrammo in ospedale e mi precipitai a parlare con una ragazza all'entrata.

"Salve, vorrei visitare Chiesa Enrico"

Le mi guardò incredula.
"Scusi,lei sconosciuta si presenta alle 2 di notte pretendendo di visitare un malato?"

Stavo per riprendere la parola quando da una porta che dava su un corridoio uscì Benedetta.

"Li faccia entrare,sono con me" Esclamò lei sorridente. Era bella anche alle 2 di notte..

La dottoressa mi fece passare ed io ringraziai Benedetta,aveva fatto un bel gesto per me forse ci teneva davvero.

Entrai nella stanza di mio padre accompagnata da Lorenzo,mentre Benedetta e Riccardo per rispetto,decisero di restare fuori. Salutai Federico che era già con gli occhi incollati su Riccardo e guardai papà. Aveva una flebo attaccata al braccio destro ed un'infermiera mi aveva avvisato del suo braccio rotto. Ero ancora in lacrime,ma decisi di uscire da quella stanza d'ospedale,mi metteva i brividi vedere papà in quelle condizioni.

Abbracciai Riccardo per almeno 6 minuti,fu interminabile ma non ne avevo mai abbastanza di lui.
Come senti che una persona è giusta per te? Quando nonostante il tuo dolore non ti abbandona,ma resta a consolarti fino a quando non penserai ad altro💙

Forse non è un addio ♡// Riccardo CalafioriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora