Risveglio

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Mi svegliai su un letto dalle coperte dorate e rosse in una stanza con luci rosse e mobili che sembrano di un'altra epoca, mi misi seduta quando ad un tratto la porta si aprì e un uomo con le sembianze da cervo si avvinò a me, cihe d'istinto mi retrassi.

Rosa:"Chi sei tu? Dove sono?"

Alastor:"Oh cara rilassati, io sono Alastor, e siamo all'inferno... benvenuta"

Rosa:"Non mi sento morta..."

Alastor:"Non preoccuparti per questo"

Mi guardai intorno non sapendo cosa fare o che pensare.

Alastor:"Qualche problema mia cara?"

Rosa:"Perché non ricordo niente? E perché mi chiami cara?..ti conosco?"

Alastor:"Diciamo che fa parte del nostro patto"

Rosa:"Quale patto?"

Alastor:"Ahah, quante domande mia piccola amica...ti basta sapere che la tua anima ora mi appartiene"

Rosa:"Ma..non mi sento una persona che venderebbe l'anima..per cosa poi?"

Alastor:"Mi dispiace ma questa informazione è privata, dopotutto c'è un motivo per qui mi hai chiesto si calmare i tuoi ricordi"

Lo guardai perplessa con più dubbi che risposte cercando di ricordare qualcosa del passato o del patto, tutto senza alcun risultato.

Alastor:"Che c'è non mi credi...forse vuoi una prova!?"

Detto questo fece un gesto con la mano e delle catene verdi apparvero ai miei polsi, lui tirò leggermente le catene a se facendomi cadere con le mani in avanti, ero spaventata non sapendo cosa aspettarmi, ma anche l'idea di mostrarmi spaventa mi faceva paura, anche se non sapevo il perché. Fortunatamente quel momento durò poco, infatti Alastor fece sparire le catene, il tutto senza sciogliere il suo sorriso.

Alastor:"Tranquilla mia cara non ho intenzione di farti male...al momento"
Disse sussurrando l'ultima parte.

Rosa:"Cosa vuoi da me?"

Alastor:"Niente di che, vorrei solo una piccola cosetta..ma ne riparleremo sta sera"

Fece una breve pausa per guardarmi poi si voltò e continuò.

Alastor:"Nel frattempo penso tu abbia fame"

Il demone uscì dalla stanza e io titubante lo seguii. Entrammo in una piccola cucina, l'orologio segnava le tredici, ma non potevo vedere fuori perché non vi erano finestre. Restai in silenzio per tutto il pranzo continuando a guardare il demone davanti a me.

Alastor:"Qualche problema cara?"

Rosa:"Cosa?"

Alastor:"È estenuante essere fissato incessantemente...quindi te lo ripeto, posso fare qualcosa per te?"

Rosa:"No, non lo so...voglio dire, che mi farai ora?"

Alastor:"Trovo le tue domande stremanti e ripetitive"

Non gli risposi continuando a fissarlo volevo delle risposte e ne avevo il diritto, quindi cercai di ribattere ma mi precedette.

Alastor:"Se vuoi proprio fare qualcosa puoi aiutarmi a tenere pulito questo posto...fatta eccezione per quella stanza là giù"
Disse indicando una porta alle mie spalle.

Rosa:"Perché? Cosa c'è lì?"

Alastor:"Il mio studio"
Fece una breve pausa e si voltò verso l'orologio per poi continuare.

Alastor:"Adesso sei vuoi scusarmi devo andare"

Rosa:"Come?"

Alastor:"Ho un appuntamento, ma non preoccuparti tornerò presto. Nel frattempo non provare a uscire o ad entrare in quella stanza....Oh quasi dimenticavo, non accendere la radio, fa la brava bambina"
Disse ridacchiando l'ultima parte poi prese il suo bastone e da quello che ho sentito chiuse la porta a chiave.

Rimasi un po' sconvolta dal tutto ma non avendo altro da fare cominciai a mettere in ordine la cucina. Non appena finto mi misi a girare per la casa che era un po' piccola ma 'accogliente', il tempo però sembra non passare e presto mi ritovai davanti allo studio del demone.
Ci pensai per un po' e decisi di entrare, a mio rischio e pericolo probabilmente, ma non sapevo veramente a cosa andavo in contro.
Apri la porta che non era chiusa a chiave e vi trovai una stanza ampia l'unica tra l'altro ad avere una finestra anche se piccola e un po' oscura, la stanza era sistemata tutto sommato con una grande scrivania e molti fogli sparsi anche sui vari mobili, inoltre c'erano molte radio una in particolare stava sulla scrivania accanto ad un bicchiere con affianco una bottiglia, forse d'alcol, piena a metà;vedendo la radio mi ricordai dell'avvertimento di Alastor, ma questa volta decidi di ascoltarlo, un po' per timore di quello che avrebbe fatto un po' perché non ero molto sicura di quello che avrei potuto sentire valutando il luogo in cui mi trovavo.
Restai nella stanza per un po' finché non sentii dei passi provenienti dall'ingresso.

Nelle tue mani   /Alastor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora