Capitolo 4

608 16 1
                                    

Pov di Kaya

Appena apro gli occhi un forte mal di testa mi investe come un treno.

Mi siedo sul letto e mi guardo attorno confusa.

Non riesco più a sopportare tutti questi cali di zuccheri.

Non ricordo nulla di ciò che mi è successo, so solo che dopo aver visto quell'espressione cupa sul viso di Jack me ne sono andata.

Osservo la stanza in cui mi trovo.

Sono ancora nella stanza degli ospiti della casa di Amy.

Al mio fianco c'è ancora quell'inutile barattolino di sonniferi che presto butterò nel cestino dato che per la maggior parte delle volte è riuscito a farmi dormire per solo 1 ora.

Davanti a me noto che la poltrona blu su cui ieri ho buttato dei vestiti stropicciandoli tutti è vuota.

Deve averli sistemati Amy.

Mi alzo dal letto molto lentamente e il contatto freddo con il pavimento mi provoca un brivido gelido in tutto il corpo.

Oggi devo ripartire per tornare a casa dei miei zii Maranello e devo decisamente darmi una sistemata.

Apro la porta del bagno e vedendo la mia immagine allo specchio difronte a me per poco non mi spavento.

La mia pelle è pallida come se fosse quella di un fantasma e  sembra che i miei capelli siano stati colpiti da un fulmine.

Se dovessero fare un indovinello per vedere chi tra me e un leone è il vero animale probabilmente sceglierebbero me.

Sbuffo e apro l'acqua del rubinetto impostando sulla temperatura più gelida.

Mi lavo velocemente la faccia e i denti.

Come al solito anche oggi salterò tutti i pasti.

Quando esco dal bagno di camera mia inizio a frugare nella mia valigia in cerca di vestiti decenti che non sembrino stracci, anche se devo  ammettere che guardando qua dentro non c'è nulla che non sembri uno straccio.

Prendo dei jeans corti per non soffrire di caldo e sopra indosso una maglietta a maniche lunghe con una felpa oversize che ormai è una parte necessaria nei miei oufit.

Lego I capelli in una coda alta e poi esco dalla camera.

Scendo silenziosamente le scale e appena arrivo davanti alle porte chiuse della cucina inizio a sentire qualcuno litigare a bassa voce.

Qualcosa mi dice che qui qualcuno mo sta nascondendo qualcosa.

Appoggio l'orecchio sulla porta stando attenta a non fare rumore e ascolto con attenzione il discorso.

Si, non so proprio farmi i cazzi miei.

"Non possiamo lasciarla in questo stato, dobbiamo aiutarla Amy!" Sento dire a quella che mi sembra proprio la voce di Rick.

"Lo so! Ma non la aiuteremo come vuoi fare tu Rick" ribatte secca Amy.

"E allora spiegami, come dovremmo fare Amy!?

"Io non farò tornare la mia migliore amica da uno psicologo, sai benissimo anche tu come è andata l'ultima volta!"

Appena sento quella parola la rabbia inizia a crescere dentro di me in un nano secondo.

Vogliono davvero farmi ritornare in quel posto?!

E soprattutto a volerlo è mio cugino!

An Another RaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora