Capitolo 9

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Pov di Kaya

Non so cosa mi sia passato per l'anticamera del cervello quando ho accettato di venire in questo manicomio.

Passo tra tutti i corpi appiccicosi della gente che balla ubriaca nel locale e trovo un piccolo angolo appartato vicino al bancone dei cocktail dove poche sere fa mi sono fatta ingannare dal mio cervello e mi sono ubriacata come una scema.

Ovviamente i miei compagni di questo terribile viaggio nell'inferno mi hanno già abbandonata per andare a fare i fidanzatini in qualche posto isolato lontano da me.

Ora che ci penso voglio tornare a quando stavo in camera a lamentarmi dei vestiti illegali che mi proponeva la mia amica e che mi ha obbligato a provare.

Ho seriamente provato in tutti i modi a declinare i vestiti, ma alla fine ho ceduto e mi sono infilata un vestito blu elettrico che dapprima non mi copriva le braccia ma Amy ci ha aggiunto dei manicotti dello stesso colore che mi fanno sentire più protetta dai soliti occhi indiscreti che ci sono sempre nei locali.

Mi guardo attorno e osservo le persone ballare mentre si ubriacano con sconosciuti che non hanno mai visto in vita loro.

Rimpiango il letto della mia camera.

Sto morendo di caldo e qua dentro sembra che non circoli aria dal mille e novecento.

Decido di abbandonare il mio piccolo rifugio per andare verso il bancone.

Mi siedo accanto ad un ragazzo che sorseggia una coca cola e sembra nella mia stessa situazione.

"Anche tu escluso dalla serata?" Chiedo mentre il barman mi porta un cocktail analcolico.

Lo sconosciuto affianco a me si gira lentamente e osservo i suoi occhi verde smeraldo che risplendono sotto ai led del locale.

"Si, ho portato qui il mio migliore amico ma se n'è andato subito a fare chi sa che cosa con la sua ragazza" Sospira.

"Non mi sembri un tipo da feste" deduco.

"È così evidente?" Si raddrizza sulla sedia.

"Abbastanza" annuisco con un mezzo sorriso sulle labbra.

Poggio i gomiti sul tavolo mentre mi giro a guardare la sala da ballo davanti a me.

Osservo ogni centimetro della pista da ballo e individuo all'istante Jack Allen, che come al solito non si perde nemmeno una festa.

Passo in rassegna i volti delle due ragazze con cui sta ballando e riconosco quella bionda che ho mandato a fare in culo l'altro giorno.

"Vuoi ballare?" mi chiede il ragazzo dagli occhi verdi vedendomi fissare la gente che balla e che mi si è affiancato porgendomi la mano.

La osservo sott'occhio ma poi mi ricordo di essere da sola e di non avere nessuno con cui passare il tempo.

"Ci sto" afferro la sua mano che mi aiuta a scendere dallo sgabello.

Lo seguo fino alla pista dove la musica inizia a torturarmi le orecchie ma cerco di non farci caso e di pensare solo a divertirmi un po'.

"Come ti chiami?" Mi chiede Alzando la voce di poco per sovrastare il volume alto delle casse del locale.

"Kaya, tu?"

"George"

Annuisco in silenzio mentre ascolto le strofe della canzone appena partita.

Sento le mani di George posarsi lentamente sui miei fianchi e lo assecondo posandogli le braccia sulle spalle.

Iniziamo a muoverci a ritmo di musica ma mentre balliamo sento due occhi che ormai so riconoscere in ogni posto fissarci da lontano.

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