Capitolo 20

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Pov di Jack

Confusione.

Eterna, frustrante confusione.

È da tre giorni che non vedo e non parlo con Kaya.

È da tre giorni che rimugino sulla stessa storia senza trarne risultati e senza darmi un minimo di pace.

Kaya mi scrive e io non riesco a risponderle.

Ho degli orari di allenamento in cui potrei incrociarla per strada? Cambio il programma per non incontrarla.

Il fatto è che non so quello che mi sta succedendo, quando mi ha fatto quella domanda pochi giorni fa sono rimasto spiazzato e...sconvolto.

Per tutta la vita mi sono limitato a delle scappatelle inutili, non ho mai avuto nulla di serio con nessuna ragazza.

Proprio per questo motivo non ci ho mai riflettuto.

Lei per me però so che cos'è.

È una forza della natura, è uno tsunami che mi ha colto di sorpresa ed è entrato nella mia vita con una potenza impossibile da respingere.

Ha stravolto i miei piani, ha cambiato i miei pensieri e mi ha fatto provare emozioni mai provate prima d'ora.

Non mi sono mai preoccupato per nessuno, né sono stato sveglio tutta la notte per paura che una persona potesse svenire o stare male.

Eppure quella ragazzina impertinente e assolutamente riservata ci è riuscita cazzo.

Io non sono la persona adatta a lei.

Io non sono quel tipo di ragazzo che ti porta la colazione a letto, ti porta a cena fuori e ti tratta come una principessa nel suo regno rosa e fiori.

Io non sono così.

Io sono una bomba a orologeria pronta a esplodere e rovinare tutto, se tu mi consegni il tuo cuore io lo distruggo in mille pezzi e li calpesto rompendoli ulteriormente.

Io non sono il principe azzurro che ogni ragazza desidera, io sono il cattivo della storia, quello spietato e senza pietà, quello con un brutto passato alle spalle cresciuto da due genitori irresponsabili che non è capace di far rimanere accanto a sé le persone che desiderano aiutarlo, io faccio scappare chi mi vuole bene e non lo faccio più ritornare da me.

E lei...lei è così fragile che io potrei spezzarsi, se mi venisse consegnato il suo cuore io non sarei in grado di proteggerlo.

Perché io stesso sono il problema da cui lei deve essere protetta.

Sono ancora in tempo per allontanarla ma non riesco a farlo, perché sono così tanto egoista da non riuscire a lasciarla libera.

Mi passo una mano sul viso e osservo il mio riflesso allo specchio.

Ho gli occhi gonfi e arrossati mentre profonde occhiaie sono nascoste sotto ai miei occhi.

Le mani tremolanti sono appoggiate al lavandino di marmo che mi fa rabbrividire per la sua superficie fredda e con frenesia apro il rubinetto e mi getto dell' acqua gelida sul viso bagnando anche una porzione di capelli.

Non posso andare avanti in questo modo cazzo.

Sospiro e con la mano sinistra afferro l'asciugamano che passo sul mio viso pallido.

Il telefono appoggiato sulla mensola in legno del bagno inizia a squillare senza sosta martelllandomi i timpani.

Lo afferro convinto che dall'altra parte della linea ci sia Michael ma quando la schermata si apre è un numero sconosciuto quello che sta attendendo una mia risposta.

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