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La cenere insudiciò i capelli di Cassandra, prima un rosso scarlatto, ora solo bordeaux.
Le trecento frecce erano pronte ma Faith non si era ancora presentata.

Cassandra recuperò un pezzo di legno dal bancone disordinato, nessuno, a parte lei, riorganizzava quella bottega. Era la prima erede della casata Montgomery eppure ogni sua conoscenza non la rispettava. Fece oscillare il ciondolo legato al polso: una maschera. Lei la indossava, era un alieno travestito da vampiro. La sua attenzione venne richiamata dal suo capo.

«Montgomery! Ripulisci subito la mia scrivania. Ti lascio l'emporio per mezz'ora, ho un appuntamento importante»

«Al suo servizio, signore» si inchinò a lui.

L'uomo uscì senza dire niente e Cassandra riprese la sua posizione, si ripulì il grembiule.

«Non dovresti essere trattata in quel modo» esclamò una voce femminile.

La ramata alzò lo sguardo, appoggiata ad una colonna c'era Faith; il suo profumo le inebriò le narici: richiamava gli aromi delle foreste e i legni più pregiati.
Cassandra si avvicinò a lei ma la cenere prudeva sul cuoio capelluto. Si grattò il capo.

«Va tutto bene?» chiese Faith.

«Scusami, la cenere mi è finita tra i capelli» aggrottò le sopracciglia.

«Ti darò un rimedio ma dovrai accompagnarmi al mio emporio» una risatina leggera le uscì dalla bocca.

«Vorrei ma non posso lasciare la bottega, il mio capo tornerà» sospirò e si slegò il grembiule.

«Tarderà, la città è in subbuglio. Non hai letto il giornale?»

«Una donna mi ha chiesto trecento frecce per oggi, non ne ho avuto il tempo»

«Oh!» alzò un sopracciglio. «Una vera strega» trattenne una risata.

«Qual è la notizia?»

Faith si schiarì la gola e invitò Cassandra a sedersi; la corvina era la padrona di casa anche nelle botteghe altrui.

«Sono stati rinvenuti alcuni uomini senza vita, teste mozzate e braccia staccate dal corpo» ripensare a quelle immagini la fece trasalire.

«Si sa già chi o cosa è stato?» chiese, un pizzico di incuriosita nella sua voce. Nikolai ne era al corrente?

«Ipotizzano ma non sarà facile trovare il colpevole. Qualsiasi cosa sia non ha lasciato tracce»

«Ogni cittadino conosce le leggi, pensi che l'assassino sia di Sleekmire?» si accarezzò il viso.

«Non credo di essere la persona giusta a cui chiederlo» Faith abbassò lo sguardo e giocherellò con le dita.

«Accennerò a mio fratello ciò che mi hai detto. Vado a prendere le tue frecce» si alzò e si allontanò. Tornò con il turcasso tra le mani.

Porse la custodia alla strega e lei l'aprì, su ogni punta erano incise le lettere FK: Faith Knox. Sorrise alla loro vista poi il suo sguardo ricadde su Cassandra.

«Hai scritto le mie iniziali trecento volte, mi hai pensato con costanza» indicò il marchio.

«Volevo renderle tue» si avvicinò a lei e accarezzò le lettere incise. «Sei una strega, unica figlia dei Knox, sei importante»

Faith le sfiorò il dito e rimise la freccia insieme alle altre. Cassandra si allontanò e ridacchiò.

«Chi è il maggiore tra te e tuo fratello?»

«Abbiamo due anni di differenza ma sono nata prima io»

«Lavori in questa bottega, sei l'unica donna e tua madre non ha ancora provato a darti in sposa?» si alzò dallo sgabello.

𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐅𝐋𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora