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Cassandra scoccò una freccia infuocata che trapassò il bersaglio in acacia. L'aliena sorrise, non aveva perso il suo talento.
Due bambini applaudirono e urlarono di gioia. Cassandra si girò verso di loro e li invitò ad avvicinarsi. Si abbassò e accennò un sorriso. I bimbi si congratularono con lei e saltellarono.

«I vostri genitori sanno che siete qui?»

Annuirono e indicarono l'arco abbandonato sul prato. Cassandra lo raccolse e li istruì sull'oggetto, per loro era ancora troppo presto.
Si presentarono: erano due vampiri, Dimitri e Maeve, gemelli.

«Cassandra sei qui?» chiese Faith, l'arco tra le mani.

«Torno subito» sussurrò ai bambini.

Accolse la sua amica con un caloroso sorriso.

«Ti stavo aspettando nell'atrio ma il custode mi ha detto che eri qui.» Faith rise.

«Mi stavo allenando poi due bambini mi hanno interrotto» scherzò indicando i colpevoli.

Faith ridacchiò e si avvicinò a loro, li convinse a guardare la sfida e corsero via dal campo.

«Avevi paura di distrarti?» le tirò un pugno sulla spalla ma Cassandra non si mosse di un millimetro.

La ramata afferrò l'arco e si posizionò. Sistemò la freccia e impugnò la corda. Scoccò il dardo. Volò nel cielo come un'aquila e si abbatté sulla sua preda. Cassandra aveva colpito il centro. Faith spalancò la bocca, lei non era mai riuscita a centrare il bersaglio al primo colpo. Doveva ammetterlo, l'aveva sottovalutata.

I bambini festeggiarono ancora. Dietro di loro un uomo stava osservando tutta la scena, gli angoli della sua bocca si incurvarono in un sorrisetto poi si allontanò. Sulla poltrona dell'atrio lasciò un regalo.
Cassandra attese il lancio di Faith. Colpì il lato destro del bersaglio, lei si morse il labbro.

«Non importa! Un lancio sbagliato non svaluta la tua bravura» urlò Dimitri.

Faith sorrise e mormorò un grazie. Noreen l'avrebbe rimproverata.
Le due donne continuarono a sfidarsi, il sole seguiva ogni loro lancio.
Cassandra si asciugò il sudore da sotto il mento. La sua schiena era bagnata.

«Possiamo fare una pausa?» chiese lei.

Faith annuì e si strizzò i capelli fradici come fossero una pezza. Il sudore gocciolò sulla terra come pioggia. Dimitri e Maeve erano tornati dai loro genitori, ringraziarono sia Faith sia Cassandra per averli intrattenuti.
La ramata si asciugò i capelli e si sedette su una delle poltrone dell'atrio. Il custode si avvicinò a lei.

«Signora le è stato recapitato un regalo.» indicò il mazzo di fiori sulla seduta di fronte.

Cassandra aggrottò le sopracciglia e lo raccolse. Erano camelie, i suoi fiori preferiti. Da un fiore sbucò un biglietto, lei lo lesse ma non riconobbe la grafia.

Ora quel cavallo ha un nome: Red.

Non c'era la firma ma Cassandra capì chi fosse il mittente, però quei fiori erano una coincidenza?
Piegò il biglietto e scosse la testa. Appoggiò il boquet sul bancone e il custode inclinò la testa di lato.

«Non le piacciono?»

«Decora l'atrio» sorrise e tornò sul campo con il biglietto tra le mani.

Faith alzò un sopracciglio.

«Chi ti ha regalato quei fiori?»

«Sul biglietto non c'era la firma, non ne ho idea» mentì con un sorriso sul volto. Non era indifferente a quel gesto.

𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐅𝐋𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora