𝟔

48 8 2
                                    

Una sola pianura, un solo uomo.
Gli occhi di Nikolai scrutarono l'ambiente circostante. Gli alberi spogli come ossa senza pelle. Il cielo privo di luna e di stelle.
Nessuna montagna indicava la via.
L'alieno si accarezzò la testa e il dolore continuò a persistere. Il corpo era ancorato al terreno.

Una figura si posizionò di fronte a Nikolai ma non parlò. Il suo viso era nascosto da un cappuccio nero. L'alieno non potè vedere chi si nascondesse dietro quel costume, i poteri erano svaniti.

«Nikolai Montgomery» la voce era ovattata, niente capelli in vista o dettagli che potevano aiutare. «Unisciti a me». Nikolai aveva già sentito quella frase in sogno, era la stessa persona? Lui, però, continuò a non rispondere.

L'entità si avvicinò, passi lenti. Il loro eco tutt'intorno.

«Rispondimi, non mi ripeterò un'altra volta» urlò.

Nikolai non ebbe paura. La figura si avvicinò ancora e questa volta il suolo tremò. L'entità lo superava in altezza.

«Devi smetterla di disobeddirmi!»

Nikolai rise, continuò a non rispondere a quelle provocazioni.
Provò a tirare via le catene agganciate ai propri polsi ma cadde dall'altro lato e sollevò una nube di polvere.

«Unisciti a me e ti libererò» la voce si abbassò.

«No» rispose.

La pianura tremò e alcuni alberi crollarono come castelli di carta.

«Non vuoi ascoltarmi? Scelta sbagliata»

Apparirono cinque corpi martoriati. Penzolavano a testa in giù da una trave ma il loro viso era oscurato, non li riconobbe. Cinque cadaveri a cui erano stati tranciati i piedi. Il sangue continuava a fioccare, calava su tutta la loro pelle. Le tibie ancora visibili.
Un altro corpo strisciava come un cobra, era senza forze. Gli occhi bianchi, una tela senza colore.
Nikolai sbattè le palpebre e la visione sparì.

«Unisciti a me e ciò che hai visto non succederà»

Nikolai scosse la testa e si rialzò. Acchiappò il collo dell'entità e le catene tintinnarono. Il mantello cadde e gli occhi di Nikolai si concentrarono su un punto non definito della pianura. Era una figura incorporea, quell'essere non era lì per davvero.

Lui si risvegliò nella sua galleria d'arte. Faith e Cassandra non si erano allontanate. Sua sorella lo abbracciò.

«Nikolai, sei vivo!» Cassandra sbarrò gli occhi. Faith tirò un sospiro di sollievo e sorrise.

Nikolai si sedette. I corpi dei quattro uomini ancora sul pavimento. Li osservò poi si indicò.

«Sono stato io?»

Davvero Nikolai non ricordava nulla?

«Nikolai, cos'è successo prima che arrivassimo?»

«Non lo so, ricordo la domanda degli agenti poi la vista dei corpi ma io non ero qui quando è successo, controllavo il retro»

«Quindi qualcuno è entrato qui, li ha uccisi e poi è scappato via?» Cassandra non era sicura, si grattò la testa ma non gli venne in mente niente.

Un'entità più potente di lui lo stava richiamando. Non aveva mai avuto visioni sul futuro ma lo erano davvero? E perché ogni giorno soffriva di vuoti di memoria?

Nikolai guardò le due donne e tamburellò le dita sul pavimento mentre Faith e Cassandra rimurginavano.

***

Gli occhi di Naphatos rivolti sulla porta della sala del trono. Attendeva notizie ma il messaggero non era ancora arrivato. I suoi capelli erano liberi di muoversi, non li aveva legati.

𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐅𝐋𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora