Due presenze nella casa di Nikolai: lui e Remiel. L'angelo aveva recuperato l'indirizzo percorrendo, all'indietro, i loro luoghi d'incontro. Il passamomontagna sulla sua testa lo mimetizzò con il buio della camera da letto. Nascosto dietro l'armadio, attese il momento giusto. Brancolò nelle tenebre, bisognoso d'informazioni.
Accese una candela e la sua visione diventò più chiara. Il letto di Nikolai era in ordine, non era stato lì.
La porta del bagno cigolò, Remiel si immobilizzò.Nikolai uscì e incontrò gli occhi del "ladro". Lui rimase senza parole: il suo nemico era mezzonudo. Le goccioline d'acqua scivolavano sui suoi addominali. I capelli ramati, ora neri, fradici.
Remiel deglutì.Nikolai ghignò. «Posso aiutarti?» scrutò il suo interlocutore e si avvicinò di qualche passo.
«In realtà...» Remiel balbettò.
«Non riesci nemmeno a parlare. Puoi togliere il passamontagna, riconosco la tua voce Lawrence» spavaldo gli tolse la maschera. La candela colpì il pavimento, la fiamma divampò intorno a loro.
Remiel volse lo sguardo altrove. «Ti avrei già ucciso ma sono disarmato» ritrovò la parola.
«Vediamo... Mi importa? No. Perché sei in camera mia?»
«Spegni l'incendio» gli occhi di Remiel si posarono sulle fiamme, continuavano ad aumentare.
Nikolai sbuffò e riempì un secchio d'acqua. Lo gettò sull'incendio, si spense.
«Contento?» Nikolai si sedette sul letto, il minore ancora in piedi.
«Devo andare. La prossima volta non mi troverai impreparato» Remiel venne spinto contro il muro. La posizione in cui erano lo metteva a disagio.
«Non hai ancora risposto alla mia domanda» i loro visi erano a pochi centimetri di distanza. Il maggiore gli accarezzò il collo liscio con una mano. Stuzzicò una vena visibile. «Non ho ancora mangiato. Assaggerò te» Nikolai ispirò il profumo di Remiel e con la bocca aperta si avvicinò. L'angelo tremò e respirò in modo irregolare.
Nikolai lo spinse via, una fragrosa risata uscì dalla sua bocca. «Presentati qui un'altra volta e ti dissanguerò» spaventò il minore con le zanne finte.
Remiel corse via. E ora? In quei pochi minuti non aveva trovato nulla di interessante, doveva esserci per forza qualcosa in quella casa.
Nikolai lo osservò dalla finestra, rise. Era riuscito a spaventarlo.
L'alieno si avvicinò all'armadio, cercò di prendere la parte inferiore dell'abito da notte ma un dolore atroce alla testa lo fece urlare. Cadde in ginocchio e le sue narici schizzarono sangue, sporcò il pavimento ancora macchiato dal fuoco. Si infilò le mani tra i capelli e le unghie infilzarono il cuoio capelluto come spine. Una voce misteriosa rimbombò nelle sue orecchie, non l'aveva mai sentita.
«Nikolai Montgomery, privati delle emozioni. Lasciati guidare da me» il tono era grave.
«Chi sei!» urlò, provò a contrastare il dolore. Lacrime bagnarono il suo viso.
«Non hai bisogno di conoscere il mio nome. Unisciti a me ed eviterò le tue sofferenze»
«Voglio tornare a casa, ti prego» la sua voce tremò.
«No! Ti mostrerò qualcosa»
Nikolai alzò lo sguardo, una visione. I corvi gracchiavano, teschi erano abbandonati sul terreno. Quando aveva lasciato la sua dimora?
Una donna dai capelli ramati giaceva senza vita sul suolo insanguinato. Una spada infilzata nello stomaco. Insieme a lei, una strega dai capelli neri era appoggiata sul suo torace, le sue lacrime si univano al sangue della sua compagna.
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𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐅𝐋𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈
Fantasy📜 AGGIORNAMENTO OGNI GIOVEDÌ 🩵📜 "𝑹𝒊𝒎𝒂𝒓𝒓𝒂𝒊 𝒕𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒐 𝒔𝒂𝒓𝒂𝒊 𝒊𝒍 𝒏𝒆𝒎𝒊𝒄𝒐?" Una navicella, due bambini alieni. Nikolai e Cassandra, in seguito alla distruzione del loro pianeta, finiscono nel diciannovesimo secolo...