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Cassandra rivolse la punta della freccia in direzione del sole. La lama peccava di affilatura, non era più un triangolo perfetto ma solo una forma grezza, come un diamante ancora da lucidare.
Si legò i capelli e ripulì il prato dai dardi. Un custode si avvicinò a lei incauto. Non le rivolse la parola ma i suoi occhi erano fissi su di lei.
Cassandra alzò lo sguardo e indietreggiò, non l'aveva sentito arrivare. Si allontanò con un sorriso.

«Signora affilerò le frecce per voi» il custode rubò la faretra e corse via.

Cassandra si strofinò la nuca e sospirò. Faith non era ancora arrivata, l'aspettava da due ore ma non aveva intravisto nemmeno i suoi occhi.
Tornò dal custode, un ragazzo giovane, lineamenti bambineschi nonostante quell'età l'avesse superata da tempo. La sua barba non spuntava, solo peli sottili, filamenti dorati.

«State aspettando qualcuno?» chiese lui, un tono di voce più acuto per sovrastare il rumore dell'affilatrice.

«No, andrò via» si mosse verso la porta, spinse la maniglia e poi tirò.

Faith scivolò su di lei ma Cassandra la prese per la vita. La donna più giovane si coprì gli occhi.

«Mi dispiace ma la città è di nuovo nel caos» confessò Faith.

Cassandra la rimise in piedi e la lasciò andare.

«Sono stati ritrovati altri corpi?»

Faith annuì ed entrò nell'atrio. Si strofinò il vestito sgualcito. Cassandra l'accompagnò ad una poltrona poi seguì il suo stesso invito.

«La foresta di Sleekmire. Alcuni cacciatori hanno ritrovato arti umani, conficcati nei rami degli alberi. Ma non solo, anche i toraci di dieci persone» spiegò Faith. Le labbra tremavano.

Il custode posò gli occhi su di loro ma non prestò attenzione alla lama e urlò di dolore.

«Cos'è successo?» Cassandra corse da lui e controllò la ferita, un taglio profondo sul palmo della mano sinistra. «Hai bisogno di cure»

Il custode scosse la testa e si morse il labbro.

«Non possiamo allontanarci» Cassandra guardò a sinistra e poi a destra. «Avvisa il cocchiere. Deve portare questo ragazzo in ospedale»

Faith annuì e si allontanò. La carrozza non era stata spostata ma il cocchiere non era più al suo posto.

«Il vetturino non è qui!» gridò, aveva lasciato la porta aperta cosicchè Cassandra potesse sentirla. Anche se il suo udito era sovrumano.

«Localizzalo!» rispose Cassandra.

Faith si guardò attorno, i cavalli nitrirono. Avevano fame. La strega strinse i pugni e aguzzò l'udito: solo lo scroscio dell'acqua di un fiume. Lei lo raggiunse.
Il cocchiere era disteso sotto l'ombra di una quercia, la camicia abbandonata su una pietra. Gli occhi chiusi e il petto che si alzava e si abbassava.
Faith lo strattonò, avrebbe recuperato il sonno. Il giovane si svegliò e balzò in piedi.

«Mia signora chiedo venia per questo mio comportamento irrispettoso» si inclinò e recuperò la camicia. Si rimise l'indumento e aiutò Faith a rialzarsi.

«Un fanciullo è ferito. Portalo in ospedale»

«Subito mia signora. Raccolgo due mele per i miei cavalli e li preparo a partire» staccò la frutta dai rami e accompagnò Faith alla carrozza.

Cassandra uscì e aiutò il ragazzo a salire.

«Chiamerò un'altra carrozza!» salutò il vetturino e il fanciullo poi rientrò insieme a Cassandra.

𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐅𝐋𝐄𝐒𝐒𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐄 𝐂𝐈𝐂𝐀𝐓𝐑𝐈𝐂𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora