Capitolo 14

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Quella mattina Maria Antonietta aveva insistito per fare una gita a cavallo con Oscar e quest'ultima dopo numerose suppliche aveva accettato di accompagnarla ovviamente hanno informato di ciò anche il comandante Victor e sua maestà Luigi XVI. La metà scelta dalla regina era Versailles, da molto tempo la regina non vedeva più quel meraviglioso palazzo e i suoi splendidi giardini nei quali aveva trascorso buona parte della sua vita e quella dei suoi figli. Percorrendo la strada che portava a Versailles le due donne aveva l'impressione che il tempo in quella parte della Francia si fosse in qualche modo fermato, tutto era rimasto esattamente come era: il fiume scorreva tranquillo e sereno senza turbamenti mentre l'erba cresceva e la rugiada che brillava sotto i raggi del sole. Ad Oscar non sembrava vero che qualche mese fa proprio su quella strada era scoppiato il caos della rivolta era come se quello che avesse vissuto quel giorno fosse stato soltanto un incubo, li dove una volta le grida di rabbia e la sete di sangue avevano preso il sopravvento era tornata la pace e il silenzio, Maria Antonietta si rivolse ad Oscar "non è cambiato niente qui, se solo me ne fossi ricordata prima della bellezza della natura che risiede fuori Versailles avrei passato più tempo fuori dai cancelli di palazzo." Mentre cavalcarono intravidero la villa del Generale Jarjayes, nel vederla Maria Antonietta al contrario di Oscar ne fu entusiasta in oltre la vedeva come un occasione per conoscere di persona la famiglia di quest'ultima "vi andrebbe bene se ci fermassimo a prendere un Thè con la vostra famiglia?" Oscar tuttavia non pensava fosse una buona idea "vostra altezza perdonatemi se velo chiedo ma preferirei evitare di incontrare la mia famiglia al momento" quella risposta la colse di sorpresa "ma perché non volete rivedere i vostri cari?" Oscar le rispose con sincerità "non ho un buon rapporto con mio padre da quando ho sostenuto la rivoluzione e guidato l'assalto alla Bastiglia e preferirei che mia madre non fosse coinvolta nelle nostre questioni personali." la regina capendo la situazione decise di continuare la cavalcata fino a Versailles. Quando giunsero a palazzo l'illusione che il tempo non avesse intaccato quei luoghi svani, nell'entrare a Versailles le due donne si accorsero che niente era più come una volta: i giardini un tempo curati erano stati abbandonati a loro stessi l'erba e le piante sono cresciute senza alcun controllo e senza alcuna cura in oltre anche dei rovi avevano iniziato a prosperare un po' ovunque, le bellissime statue che ornavano le fontane adesso erano state corrose dalle intemperie mentre l'acqua un tempo pura e immacolata era ormai diventata verde per la sporcizia. Scioccata da quello spettacolo Maria Antonietta voleva vede la Petit Trianon, quando vi entro rimase di sasso nello scoprire che tutto era ormai avvolto dalla polvere e dalle ragnatele, il suo piccolo universo che aveva costruito per lei e per i suoi figli dove si teneva lontano dagli sfarsi della vita di corte e dove sperava di vivere la sua vita privata era ormai distrutto inghiottito dal tempo. Oscar percepiva la tristezza della regina e quello stesso sentimento lo provava anche lei, aveva passato anni come Comandante della Guardia Reale a Versailles e nonostante ciò non aveva dato particolare importanza all'aspetto della reggia che considerava troppo sfarzoso e frivolo anche se doveva ammettere che per un artista quel posto poteva essere paragonato a un giardino dell'Eden dove i geni più talentuosi avevano lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte, vedere tutto quello splendore ridotto in quelle condizioni e abbandonato a se stesso era una visione che le stringeva il cuore. Solo ora comprese veramente quanto fosse bella Versailles con i suoi giardini, le sue fontane e le sue statue, avrebbe voluto rivedere quello splendore ancora una volta prima di morire ma purtroppo sia lei che la regina sapevano che ciò era impossibile. Oscar pensò che continuare la visita fosse una cattiva idea soprattutto per il morale di Maria Antonietta "mia regina volete andare via?" Ma lei rispose "no Oscar prima c'è un altro posto a Versailles che devo visitare ." La regina voleva andare nella cosi detta Galleria degli Specchi in particolare nella grande sala da ballo dove aveva passato dei momenti magici. Come per i giardini e il Petit Trianon anche quel luogo era stato preda del tempo: le finestre erano cosi sporche che entrava poca luce mentre i lampadari di cristallo erano pieni di ragnatele. Quella visione rattristo la regina "mi sembra di essere tornata al palazzo della Tuileries, la prima volta che ho messo piede in quel palazzo rimpiangevo la bellezza e i giardini di Versailles, pensavo che tornando qua avrei potuto abbandonarmi alle gioie del passato. Mi ero convinta che il tempo avesse risparmiato questo posto ma la realtà è che il tempo logora tutto, non importa quanto ci mette alla fine vince sempre e l'unica cosa che ci rimane sono i ricordi con i quali dobbiamo trovare consolazione." Poche volte Oscar aveva visto la regina cosi triste ed ogni volta quella visione le faceva male al cuore avrebbe voluto trovare le parole giuste per consolarla ma anche lei aveva il morale a terra. Maria Antonietta si diresse al centro della sala per poi rivolgere il suo sguardo verso di lei "Oscar mi concedete l'onore di ballare con voi?" Quella richiesta la prese di sorpresa ma poi comprese che la regina voleva trovare un modo per rivivere il passato, non vedendoci niente di male accettò l'invito e le sue ballarono. Maria Antonietta a differenza di Oscar teneva gli occhi chiusi e si lasciava guidare, i suoi movimenti lasciavano intuire che si era completamente lasciata andare e aveva riposto la totale fiducia in lei, mentre stava con gli occhi chiusi cerco di ricordare tutti i bei momenti trascorsi a Versailles da quelli con la sua famiglia, per poi ricordare quelli con Oscar e infine quelli con Fersen. Ma questi ricordi non scorrevano sereni nella sua mente poiché si alternavano a dei flash back che riguardavano il 5 Ottobre 1789 al dolce suono della musica si sostituiva con le grida di rabbia della folla, alle belle notti stellati si sostituiva la pioggia torrenziale e ai volti sorridenti dei nobili si sostituivano quelli della folla arrabbiata e in preda a una furia omicida. Risvegliatasi di colpo fece un passo sbagliato e lei e Oscar caddero a terra, la comandante che stava sopra la regina cerco di scusarsi "mi dispiace molto mia regina è colpa mi sono distratta" Maria Antonietta la interruppe prima che potesse finire "no Oscar la colpa è mia non vostra" mentre diceva quelle parole due lacrime le rigarono le guance. A quel punto Oscar non poteva più rimanere in silenzio cosi prese coraggio e gli chiese "mia regina se qualcosa turba il vostro cuore vi prego di dirmelo dopo tutto noi siamo amiche" nel sentire quella parola la regina si sciolse e decise di rivelargli il suo travaglio interiore "io ho paura Oscar, sono passati quasi due anni da quando il popolo assalto Versailles eppure non c'è notte in cui non sogni quel terribile giorno. Vedo la gente che fa irruzione mi separano dai miei figli e mi trascinano fino a uno strano macchinario sul quale pende un enorme lama pronta a recidere la mia testa, mi legano a questo macchinario e vedo in lontananza voi e Fersen lottare contro la folla per cercare di raggiungermi mentre entrambi gridate il mio nome ma nonostante tutti i vostri sforzi non arrivate in tempo e la lama cade sulla mia testa." Racconto tutto questo tra le lacrime mentre Oscar la stringeva tra le sue braccia per darle forza "voglio andarmene da qui, voglio abbandonare la Francia e non tornarci mai più, voglio rivedere la mia Austria e tornare dall'unico popolo che mi abbia veramente amato." Sentendo la forte nostalgia di casa che racchiudevano quelle parole Oscar era quasi tentata di portarla lei stessa in Austria ma il senso del dovere e il fatto che una cosa del genere avrebbe portato la famiglia reale a morte certa la fecero desistere "mia regina comprendo le vostre paure e so che è difficile chiedervi di essere forte in tempi come questi ma vostra madre avrebbe voluto che voi diventaste la più grande  regina di Francia e sappiate che anche io nutro ancora quel sogno." Maria Antonietta ancora con gli occhi lucidi per le lacrime "lo credete davvero?" Oscar sorrise con dolcezza "si mia regina da quando vi ho visto per la prima volta ho capito che voi possedete un cuore e un animo sensibile, queste qualità sono rare tra i nobili, fin dal primo momento ho visto che potevate diventare una grande regina. Non siete riuscita a rendere realtà queste mie convinzioni una volta ma il destino vi ha fatto dono di una seconda possibilità per rendervi la regina che vostra madre sperava di vedere ed io di servire." Si alzo da terra e rivolse il suo sguardo alla sala da ballo "questo posto un tempo era un vero paradiso all'interno di queste mura ci cullavamo nell'illusione che la Francia fosse in pace e che non ci fosse alcun problema al mondo, ma la realtà era ben diversa da quello che pensavamo, non tutti potevano godere di questa pace e di questo benessere ma con la rivoluzione le cose cambieranno. Quando finalmente tutta la Francia sarà in pace e le disuguaglianze sociali cesseranno di esistere allora potreste organizzare un bellissimo ballo a Versailles. Anche se in passato non ci ho fatto molto caso mi manca la bellezza di questo posto e vederlo ridotto in questo stato è davvero uno spreco, tutto il popolo dovrebbe vedere la bellezza di questo posto e non solo i nobili. Per ciò vorrei che un giorno quando tutto questo sarà finito organizzaste un ballo qui a Versailles dove tutto il popolo sia invitato per festeggiare la rinascita della nostra adorata Francia." Maria Antonietta non si aspettava un discorso del genere da Oscar poiché non pensava fosse una grande sognatrice ma in quel momento gli aveva letto proprio nel pensiero, si alzo anche lei e con un sorriso dolce fece una promessa "vi prometto che sarò la regina che questa nazione merita e che un giorno Versailles tornerà al suo antico splendore la renderò il simbolo di una Francia rinata dove tra nobili e plebei non ci siano più disuguaglianze." Dopo questi discorsi toccanti e le numerose promesse lasciarono Versailles con la speranza un giorno di farvi ritorno. La strada del ritorno come quella dell'andata proseguiva tranquilla fino a quando dei petardi lanciati in mezzo alla strada non esplosero spaventando i cavalli, la regina non riuscì a restare in sella e cadde da cavallo che poi scappo via, Oscar una volta riuscita a calmare il suo cavallo scese dalla sella e andò a controllare che la regina stesse bene, ma all'improvviso dei briganti armati di spada si mostrarono davanti a loro. Le due donne capirono che erano cadute in un imboscata, Oscar non perse tempo ed estrasse la spada ordinando alla regina di scappare, combatteva senza risparmiarsi ma i nemici erano davvero troppi e stavano quasi per sopraffarla, Maria Antonietta era ancora per terra in stato di shock mentre i ricordi della prima volta che era venuta in Francia riaffioravano: quella volta era stata quasi rapita mentre cercava di nascondersi dalla servitù perché non voleva rinunciare ai suoi ornamenti Austriaci in particolare all'anello datogli da sua madre, per fortuna quella volta c'era Oscar a salvarla, ricordo che mentre la vedeva affrontare i suoi rapitori aveva applaudito perché quella scena era molto simile a quella delle favole dove il valoroso eroe arriva a salvare la principessa da un grave pericolo ma la cosa che la soprese ancora di più era lo scoprire che in realtà Oscar era una donna, questa notizia suonava nuova alle sue orecchie una donna che combatte e si veste come un uomo e per giunta un membro di spicco della guardia reale eppure nonostante l'aver scoperto che non era un uomo il suo cuore continuava a palpitare nel suo petto. Stavolta però la paura ebbe il sopravvento su di lei e non riusciva a pensare lucidamente, la voce di Oscar sembrava distante alle sue orecchie ma piano piano si fece più forte "maestà montate a cavallo presto!" Non se lo fece ripetere due volte e sali sul cavallo di Oscar mentre quest'ultima buttava una granata fumogena che aveva rubato a uno dei banditi, approfittando del vantaggio dovuto al fumo anche lei monto a cavallo, Oscar per non correre rischi di essere inseguite decise di attraversare il fiume cosi sprono il suo cavallo che subito salto in acqua. Una volta che il fumo si dissolse i briganti videro le due donne che cercavano di attraversare il fiume uno di loro decise usare l'esplosivo che si erano portati dietro accese la miccia e lo lancio. Quando Oscar lo vide uso il suo corpo per fare scudo alla regina, per fortuna la miccia che hanno utilizzato era troppo corta e l'unica cosa che le travolse dell'esplosione fu l'onda d'urto, anche se non si erano fatte male furono disarcionate da cavallo e caddero tutte e due nel fiume, quando riemersero si ritrovarono sulla riva dove c'erano i banditi i quali puntarono le pistole contro di loro "è stata una bella battuta di caccia, ma adesso la preda è nostra." Oscar capendo che avrebbero sparato per uccidere decise di compiere un ultimo gesto disperato per salvare Maria Antonietta, si mise sopra di lei per cercare di farle da scudo, la regina per lo spavento chiuse gli occhi e nell'aria si senti riecheggiare il rumore dello sparo, Oscar però non sentiva nessun dolore quando si volto verso i banditi  vide che stavano scappando via mentre uno era riverso a terra con un proiettile nel cranio, guardando nella direzione da cui ipotizzo fosse provenuto lo sparo vide il generale Jarjayes con un plotone di uomini ai quali ordino "non lasciateli scappare! Catturateli tutti!" Gli uomini a cavallo partirono all'inseguimento mentre il generale scese da cavallo e si avvicino alle due donne ma tra le due, però quella a cui dava importanza era solo Maria Antonietta "mia regina state bene?" La giovane fu sollevata nel vedere il generale "si generale vi ringrazio se non fosse stato per voi a quest'ora saremo morte avrete la mia eterna gratitudine" Jarjayes accettò con umiltà il ringraziamento "se non è un problema vorrei invitarvi a stare da me fino al cessato pericolo." La regina sapeva che tra Oscar e il generale non correva buon sangue tuttavia era troppo pericoloso per lei tornare a Parigi in quel preciso momento, anche Oscar riconobbe di non avere altra scelta se teneva alla vita della regina in oltre non poteva rimandare a lungo il suo faccia a faccia con suo padre, probabilmente era giunta l'ora di parlargli a quattro occhi cosi si diressero tutti a villa Jarjayes. Quando entrarono ad accoglierli oltre a Georgette c'era anche una giovane domestica dai capelli castani e gli occhi verdi come smeraldi, dall'aspetto non dimostrava più di 16 anni "generale Jarjayes ben tornato" poi rivolse il suo sguardo alla regina ed ad Oscar "vostra maestà, comandante benvenuti a villa Jarjayes." Da come si rivolgeva Oscar capì che la sua famiglia non aveva detto niente alla nuova domestica del fatto che lei facesse parte della famigli, Reynier si rivolse alla regni "vostra maestà desiderate qualcosa nell'attesa?" Maria Antonietta chiese del Thè e cosi il generale ordino alla giovane serva di andare a prepararlo cosi si diresse nelle cucine mentre i quattro rimanevano da soli. La regina aveva una domanda da rivolgere a Reynier "generale vorrei sapere come mai vi trovavate in zona e con un plotone di soldati?" Il generale rispose "quando vi ho vista passare davanti alla mia villa ho notato in lontananza anche degli uomini sospetti, considerando la situazione attuale in cui riversa la Francia ho pensato che quegli uomini volessero attentare alla vostra vita cosi sono corso hai ripari. Ho fatto sellare il mio cavallo più veloce e ho chiesto al comandante delle Guardie Reali di radunarmi alcuni dei suoi uomini e una volta fatto sono tornato più veloce che potevo." Durante la sua spiegazione rivolse uno sguardo di rimprovero a sua figlia "per fortuna sono arrivato in tempo, mi delude il fatto che l'ex comandante delle guardie reali non che colei che un tempo era vostra guardia del corpo non sia riuscita ad accorgersi del pericolo a cui stavate andando incontro." Anche se Oscar non fu turbata da quel discorso Maria Antonietta prese le sue difese "generale Jarjayes, vostra figlia non ha alcuna colpa per quanto è successo, se non ci fosse stata lei a salvarmi a quest'ora sarei morta" l'uomo chino il capo e si scuso poi accompagno i suoi ospiti in sala dove attesero il thè, la domestica usci dalla cucina con il vassoio lo poso delicatamente sul tavolo e verso il thè nelle tazze, Georgette con una voce gentile disse "grazie Giovanna, puoi andare per adesso" la giovane chino il capo e usci dalla sala, Oscar era incuriosita dalla nuova "vedo che avete assunto una nuova domestica come si chiama?" Sua madre decise di raccontagli come l'ha conosciuta "si chiama Giovanna Roux ed è una giovane che ho trovato per strada, la prima volta che l'ha incontrai ha cercato di derubarmi ma il cocchiere la blocco prima che potesse scappare, guardandola negli occhi capi subito che non era una cattiva persona anzi mi ricordava molto quella giovane che accogliemmo in casa tempo fa nonostante avesse cercato di uccidermi, se non sbaglio si chiamava Rosalie. Dimmi figlia mia come sta?" Oscar rispose "sta bene madre adesso è felicemente sposata e lavora in una bottega, qualche volta passo a trovarla e nonostante la situazione in cui riversa Parigi vive una vita abbastanza tranquilla" Georgette fu sollevata nel sentire quella notizia anche se non aveva avuto modo di conoscere bene Rosalie aveva notato da tempo che la giovane si era legata molto a sua figlia tanto che la vedeva come la sorella minore che Oscar non aveva mai avuto, era orgogliosa del fatto che nonostante la tragica perdita della madre la giovane abbia abbandonato il desiderio di vendetta e che abbia trovato la sua strada grazie ad Oscar. Mentre Maria Antonietta intratteneva tutti con discorsi allegri Oscar noto che qualcuno alla porta stava origliando cosi si inventò una scusa plausibile per lasciare la sala "scusatemi se vi lascio ma devo controllare il mio cavallo" la lasciarono uscire, si diresse in cortile dove si accosto sul muro esterno dell'ingresso "so che mi stai seguendo se vuoi parlarmi sei libera di farlo" Giovanna si rese conto di essere stata scoperta cosi usci allo scoperto "perdonatemi madamigella Oscar per me è un vero onore conoscervi" la giovane chino il capo in segno di scuse. Oscar non era del tutto sorpresa che la conoscesse "è stata mia madre a parlarvi di me?" Giovanna rispose "in parte ciocche dite è vero ma in passato io vi ho vista. La prima volta che vi vidi fu durante l'assalto alla Bastiglia, quel giorno la mia famiglia e il mio fidanzato furono uccisi da un colpo di cannone sparato contro la nostra casa, sono riuscita a salvarmi trascinandomi fuori dalle macerie, vedendo la mia casa distrutta e tutte le persone che amavo morte decisi di unirmi alla folla e mi diressi verso la fortezza. Ma quando vi giunsi mi sembrava di essere finita in un incubo, vedevo la gente morire mentre il rumore dei cannoni e dei fucili riempiva l'aria. Stavo li e mi guardavo intorno persa in quello spettacolo era come se fossi diventata un fantasma mentre nella mia testa mi ripetevo delle domande: come siamo arrivati a questo punto? Come ha fatto Parigi la città delle rose a diventare un campo di battaglia? Fu allora che la vostra voce mi risveglio e fu allora che vi vidi prendere il comando dei cannoni e sparare contro la fortezza. Ma dovevo essere svenuta subito dopo perché da li in poi era diventato tutto buio, mi risveglia su una brandina improvvisata in mezzo alla strada, il dottore che mi visitò mi disse che ero svenuta per via delle forti emozioni dovute alla battaglia, in seguito mi sono ritrovata in mezzo alla strada senza nessuno su cui poter contare cosi inizia a rubare per sopravvivere. Mi accontentavo di rubare solo del cibo ma dopo un mese di vagabondaggio inizia a sentirmi male e non avendo i soldi per pagare le medicine o un medico che mi visitasse decisi di rubare dei gioielli. Mi bastava solo una collana o un anello oppure in alternativa un sacchetto con dei soldi, fu allora che vidi la carrozza di madame Georgette, il cocchiere aveva accostato per controllare una ruota dopo che aveva preso una buca profonda in mezzo alla strada, quando oltre al cocchiere vidi scendere anche lei ne approfittai, provai a rubargli la collana che aveva al collo ma il cocchiere vedendomi mi afferrò il braccio per poi schiacciarmi con il peso del suo corpo, implorai pietà e la signora con mia grande sorpresa ordino di lasciarmi andare. Mi chiese se stessi bene e io non sapevo come rispondergli, ad un certo punto mi guardo dritta negli occhi ed ebbi come la sensazione che mi stesse leggendo nell'anima, con un sorriso gentile nonostante le proteste del cocchiere mi invito a salire sulla sua carrozza e mi accompagno pure da un dottore, mi disse che avevo la febbre ma con un po' di riposo sarei stata meglio. La signora allora mi porto qui e mi aiuto a guarire, le chiesi se c'era un modo per poterla ripagare della sua generosità. Capendo che non ero nient'altro che una povera disperata che cercava di sopravvivere e che non avevo veramente cattive intenzioni convisse il generale a tenermi qui come domestica." Oscar ascoltando la storia capì il motivi per cui la giovane si trovasse li ma c'era ancora una domanda a cui non aveva risposto "questo come siete arrivata qui ma non avete ancora risposto all'altra mia domanda" Giovanna rispose "vi chiedo scusa se mi sono dilungata troppo nel mio racconto, durante il mio primo giorno di servizio mentre spolveravo notai un quadro che ritraeva una donna insella su un cavallo bianco con in mano una spada, in divisa militare e con un lungo mantello rosso. Rimasi affascinata poiché nessuna donna era mai stata ritratta in quel modo, guardandolo meglio mi sembrava che la donna dipinta avesse un aspetto familiare, mi chiedevo in oltre quale artista avesse avuto l'idea di ritrarre una donna in modo cosi militaresco? Il generale mi sorprese a contemplare il quadro e mi ordino di terminare le faccende che mi erano state assegnate, gli domandai chi era la donna raffigurata nel quadro ma lui mi rispose con tono severo che quel quadro raffigurava una traditrice e l'unico motivo per cui non lo aveva dato alle fiamme era per le suppliche di sua moglie. La signora Jarjayes deve aver origliato la nostra conversazione poiché quella stessa notte mi parlo di voi in privato, mi raccontò che eravate stata comandante delle Guardie Reali e che avete difeso in più di un occasione la regina, ma non si limito solo a raccontarmi di ciò, parla sempre bene di voi e io non potevo credere a ciocche sentivo raccontare sembrava quasi di sentire dei racconti mitologici poiché non pensavo che al mondo esistesse una donna oltre a Giovanna d'Arco capace di simili imprese. Conoscervi di persona per me è un onore." Dopo che Giovanna ebbe finito di rispondere alle domande di Oscar un gruppo di soldati fece il suo ingresso nella villa, quello in testa al gruppo scese da cavallo e ordino alla domestica di chiamare il generale, ricevuta la notizia che i soldati erano rientrati Reynier raggiunse il cortile accompagnato dalla regina e da sua moglie, il soldato si mise sull'attenti mentre il generale si fermo davanti a lui, vedendoli tornare a mani vuote chiese "dove sono gli uomini che vi ho ordinato di catturare?" Il soldato rispose "li abbiamo inseguiti signore ma quando li avevamo messi alle strette al posto di arrendersi si sono suicidati con il veleno" questa notizia lascio perplessi tutti "quindi non sapremmo mai ne chi sia stato il mandante ne se ci sono altri gruppi lungo la strada" il generale stette un attimo in silenzio a riflettere poi si rivolse alla regina "vostra maestà data la situazione è troppo pericolo per voi tornare a palazzo senza scorta, mi offro volontario per scortarvi fino a destinazione in oltre metterò a disposizione la mia carrozza per il viaggio" Maria Antonietta accettò e ringrazio il genera che poi si rivolse a sua figlia "comandante Oscar starete sotto il mio comando fino a quando sua maestà non sarà in salvo, vi voglio subito trovare pronta ad adempiere al vostro dovere sono stato chiaro?!" Oscar in risposta fece il saluto militare poi andò a preparare la carrozza e a sellare i cavalli, una volta che fu tutto pronto la carrozza e la scorta partirono per il palazzo della Tuileries. Il viaggio a differenza di come se lo immaginavano Oscar e Reynier fu tranquillo e senza intoppi, una volta entrati a palazzo la regina congedo Oscar e ordino a i soldati di tornare ai loro normali incarichi, l'unico che non congedo fu il generale Jarjayes con il quale voleva parlare in privato nelle sue stanze insieme ad altre persone di fiducia. Nelle camere di Maria Antonietta erano presenti: Luigi XVI, Fersen, Elisabeth, Reynier e Roland. Una volta riuniti tutti il generale Jarjayes prese la parola "mio re, mia regina, Conte di Fersen e Duca Roland siamo qui riuniti in segreto su ordine della nostra regina perché c'è una cosa importante di cui dobbiamo discutere. Dobbiamo organizzare un piano per far fuggire la famiglia reale da Parigi e organizzare un contrattacco ai danni dei rivoluzionari e dell'assemblea." Fersen resto di sasso quando senti le parole del generale e si oppose all'idea "generale Jarjayes trovo la vostra idea troppo pericolosa, se cerchiamo di far fuggire la famiglia reale adesso la loro reputazione resterebbe macchiata in modo in reversibile e l'odio popolare verso i sovrani potrebbe raggiungere livelli estremi con conseguenze difficili da prevedere. L'unica cosa che possiamo fare è riporre la nostra fiducia nel comandante Oscar e in La Fayette saranno loro a sventare il complotto e a fermare Robespierre" Reynier però era fermamente convinto di essere nel giusto "mia figlia sta con i rivoluzionari, ha già tradito la corona una volta per tanto non possiamo fidarci di lei" il conte stava per controbattere ma Roland fu più veloce di lui ha rispondere "il generale Jarjayes ha ragione, ho sentito voci molto preoccupanti all'interno dell'Assemblea, molti di loro sono contrari al progetto di La Fayette e più favorevoli al progetto della Repubblica. Se venisse istaurata la Repubblica allora la famiglia reale perderebbe completamente il suo potere sulla nazione in oltre tutti i membri dell'Assemblea entrerebbero in conflitto tra di loro per assumere il potere. Non abbiamo altra scelta se non fermare questa follia rivoluzionaria e riportare la Francia ai fasti di un tempo dove ogni uomo aveva il proprio ruolo che fin dalla nascita era destinato a ricoprire." Roland con il suo discorso riuscì a far vacillare Fersen che non poteva fare altro che dargli ragione, l'Assemblea nutriva delle ambizioni di potere che miravano a scavalcare gli stessi sovrani e se ciò fosse accaduto allora l'Assemblea avrebbe potuto condannare i sovrani per i fatti accaduti durante il 1789. Luigi XVI prese la parola anche se era agitato per quello che aveva sentito "ditemi generale avete un piano per portare me e la mia famiglia in salvo?" Reynier rispose al sovrano "vostra maestà dobbiamo limare ancora qualche dettaglio ma abbiamo già pensato alle prime fasi del piano: voi dovete continuare a mantenere i contatti con le corti straniere e convincerle a contrastare la rivoluzione, data la vostra fede cattolica e il fatto che le riforme religiose dell'Assemblea non sono per niente piaciute al papa dovete chiedere aiuto anche a lui in questo modo anche i preti refrattari ci sosterranno. Il mio amico il comandante François Claude de Bouillé sta radunando le truppe rimaste fedeli alla monarchia ma non abbiamo ancora un luogo dove allestire un'avamposto operativo per organizzare il contrattacco." Fersen però aveva un idea su dove potessero portare i sovrani e le truppe del comandante Bouillé "generale avrei un idea su dove possiamo stabilire un'avamposto" tutti i presenti gli prestarono attenzione mentre prendeva una mappa della Francia, con il dito indico Montmédy una roccaforte a nord-est della Francia vicino al confine con il Lussemburgo "qui c'è una fortezza che possiamo occupare e renderla il nostro avamposto principale, una volta giunti li se riusciamo a ottenere il sostegno delle altre corti ma soprattutto del vaticano possiamo chiudere i rivoluzionari in una manovra a tenaglia. In questo momento l'esercito Francese è disorganizzato e l'Assemblea non ha ancora provveduto a riorganizzarlo per via delle altre questioni politiche urgenti. Sarebbe già difficile per loro combattere su un solo fronte ma se dovessero combattere su più fronti allora sarebbero totalmente spacciati." Il generale e il re si complimentarono con Fersen per la sua idea che a conti fatti era la migliore che si potesse adottare, tuttavia tra i presenti l'unica che non era tanto sicura del piano era Maria Antonietta, la donna era divisa tra la sua paura del popolo e la promessa fatta ad Oscar "perdonatemi signori ma una volta che avremo sconfitto i rivoluzionari che cosa accadrà?" Anche se la domanda era del tutto inaspettata fu il Duca Roland a rispondergli "quando avremo vinto la guerra possiamo arrestare i membri dell'Assemblea e processarli per crimini contro la Francia e la Corna, allora li giustizieremo per dimostrare all'Europa che nessuno deve temere questa follia." Maria Antonietta era d'accordo sul fatto di processare i membri dell'Assemblea ma c'era una persona che le stava a cuore il cui destino dopo la loro vittoria sarebbe stato incerto "che cosa accadrà al comandante Oscar invece?" Quell'argomento creo delle divisioni all'interno del gruppo. Il primo ad esprimere la sua opinione fu Reynier "il comandante Oscar ha lasciato la Guardia Reale e a aiutato i rivoluzionari a prendere la Bastiglia e per questo dovrebbe essere processata anche lei come traditrice" a sostenere l'idea del generale c'era il duca Roland "sono d'accordo con il generale anche se Oscar in passato ha reso un grande servizio alla famiglia reale non possiamo concederle trattamenti di favore e nemmeno il perdono. Ogni rivoluzionario o membro dell'Assemblea che ha contribuito a gettare la Francia nel caos va punito senza eccezioni." Ma il conte di Fersen e Maria Antonietta non erano d'accordo e quest'ultima prese le difese di Oscar "in quanto vostra sovrana vi impedirò di condannare Oscar Francois de Jarjayes" Roland cerco di farla ragionare "mia regina non potete lasciare che la vostra amicizia con il comandante offuschi il vostro giudizio" la donna gli rivolse uno sguardo minaccioso "il mio giudizio non è offuscato duca Roland, anche se ha aiutato ad assaltare la Bastiglia Oscar ha difeso con coraggio il popolo Francese cosa che io non sono stata in grado di fare, io ho ordinato all'esercito di puntare le armi contro il popolo e loro si sono difesi, Oscar ha fatto ciocche un soldato della Guardia doveva fare difendere Parigi e i suoi cittadini. Per ciò non permetterò che una donna di tale valore e coraggio venga trattata come una semplice criminale." Poi si rivolse a tutti i presenti nella stanza "se approvo il vostro piano di scappare venendo meno alla promessa che gli ho fatto è solo perché vedo ciocche Oscar purtroppo non riesce a vedere ovvero che la rivoluzione nonostante gli alti ideali con i quali si dipinge: liberta, fraternità e uguaglianza. è solo una maschera per nascondere il vero intento dei loro leader ovvero la conquista del potere." Anche Fersen intervenne per difendere Oscar "posso dirvi signori che le parole della regina corrispondono alla verità, Oscar crede fermamente negli ideali della rivoluzione e nel progetto della Monarchia Costituzionale, come tutti noi spera che un giorno la Francia possa tornare ad avere giorni di pace, è merito di Oscar se sono venuto a conoscenza del complotto ai danni dei sovrani e anche io sono venuto meno alla mia promessa rivelandovelo. Ma ho anche giurato di proteggere la famiglia reale a costo della vita." Le parole del conte e della regina però non convincevano il generale Jarjayes "allora che destino dobbiamo riservare al comandante Oscar? Se come dite voi è guidata da nobili intenti ma lavora per le persone sbagliate cosa dovremmo farne di lei?" A rispondere a queste domande fu il conte Fersen "dobbiamo solo riuscire a farle aprire gli occhi, se riusciamo a dimostrare che Robespierre e i membri dell'Assemblea sono solo dei tiranni e che stanno ingannando il popolo per i loro fini allora potrebbe decidere di schierarsi dalla nostra parte. Ovviamente Oscar non accetterà mai che una volta sconfitto Robespierre le cose ritornassero come erano un tempo, penso che vorrebbe che i diritti feudali non fossero ripristinati, che venissero mantenuti i diritti dell'uomo e del cittadino e che ogni persona sia uguale davanti alla legge indipendentemente dal suo status sociale." Anche se il duca Roland, Luigi XVI e Reynier non erano d'accordo su questa idea fu Maria Antonietta a convincerli "quando la rivoluzione sarà finita e ad Oscar verrà svelata la verità non annulleremo questi provvedimenti in oltre giuro sulla mia stessa vita di diventare la regina che mia madre voleva che fossi, solo allora quando avremmo portato la pace in Francia chiederò perdono a Oscar per i miei errori. Detto questo non permetterò che questo dibattito sul comandante Oscar prosegua oltre e se qualcuno di voi oserà farle del male o diffamarla allora diverrà nemico della corona. Sono stata chiara!" Il tono autoritario della regina fece capire a tutti che non accettava scuse Oscar Francois de Jarjayes sarebbe stata risparmiata dalla giustizia anti-rivoluzionaria senza se e senza ma. Conclusa la discussione i presenti iniziarono a discutere dei dettagli del piano di fuga nella speranza di poter porre fine a questa sanguinosa rivoluzione ma come dice un vecchio detto "spesso si va incontro al destino con l'intenzione di evitarlo."                                         


Lady Oscar: L'Epoca della RivoluzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora