Capitolo 21

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Il 10 Dicembre 1792 inizio il processo contro Luigi XVI fu un momento storico per tutta la Francia e anche per l'Europa tuttavia ci furono delle divisioni politiche su come doveva essere processato: la difesa nelle loro arringhe sostenevano l'inviolabilità del sovrano come previsto dalla Costituzione del 1791 chiesero che fosse processato come un normale cittadino e non come un capo di stato; i Girondini avevano tutta l'intenzione di condannare la carica del Monarca ma non la persona in questo modo entrarono in forte contrasto con i Montagnardi i quali volevano tagliare definitivamente i ponti con l'antico regime facendo condannare a morte il sovrano. Il processo si rivelo essere solo una farsa, il sovrano venne accusato di tradimento sulla base di alcune prove rinvenute nel cosi detto Armadio di Ferro un armadio segreto presente nel palazzo della Tuileries, tuttavia giravano voci che dei 726 documenti consegnati alla Convenzione per essere analizzati una buona parte siano stati distrutti in quanto erano compromettenti per alcune persone di spicco della Convenzione. Secondo quanto scritto nei documenti Luigi XVI avrebbe intrattenuto delle relazioni con dei ricchi banchieri dai quali prendeva del denaro per pagare i cosi detti Agenti Reali ovvero delle spie che avrebbero dovuto contrastare in segreto la rivoluzione, la cosa più sconcertante fu lo scoprire che tra gli Agenti Reali fossero presenti anche dei deputati della Convenzione. A seguito di questa notizia il Club dei Giacobini corse subito ai ripari cacciando tutti i deputati corrotti dal re in oltre la stampa andò a nozze con questa notizia pubblicandola su tutti i giornali di Parigi con un illustrazione che ritraeva la testa di Luigi XVI su un corpo scheletrico seduto all'interno dell'armadio da qui nacque il detto "Avere Uno Scheletro Nell'Amadio." Il processo fu solo una grossa messa in scena, Luigi XVI era consapevole del fatto che il suo destino era segnato ma nonostante tutto cerco di difendersi dalle accuse che gli erano rivolte, purtroppo non sappiamo se il re era davvero colpevole di tutti i capi d'accusa ma nonostante ciò il 15 Gennaio 1793 Luigi XVI venne dichiarato colpevole con 693 voti su 28, restava solo da decidere la pena alla quale doveva essere sottoposto. Una delle prime proposte che si fecero a riguardo fu di lasciare decidere al popolo la punizione da infliggere al re attraverso un Referendum Popolare; questa proposta fu però scartata dalla Convenzione in quanto la vedevano come un ultimo disperato tentativo da parte degli sostenitori della monarchia di salvare la vita del re. Il 16 Gennaio 1793 la Convenzione rimase in riunione per tutta la giornata per decidere la condanna del re e alla fine si giunse alla pena di morte come condanna per i suoi reati. La data dell'esecuzione era stata fissata 21 Gennaio 1793 nella Piazza della Rivoluzione, i soldati della Guardia Nazionale furono incaricati di sorvegliare la zona per tenere la situazione sotto controllo tra di loro c'era anche Oscar. I soldati giunsero alla Piazza della Rivoluzione alle prime luci dell'alba, il luogo era deserto salvo alcuni carpentieri che stavano montando un patibolo diverso rispetto a quello che di solito si costruiva per le impiccagioni, quando la costruzione fu completata ad Oscar sali il cuore in gola, quello strano strumento di morte lo aveva visto molto spesso nei suoi sogni era la famosa lama che cadeva dal cielo e che uccideva tutte le persone a lei care, si avvicino ai costruttori "scusatemi signori cosa è questo strano strumento che avete montato qui? Di solito la pena di morte prevede che il condannato venga impiccato" i due costruttori risero a quella domanda "si vede che non siete aggiornato le impiccagioni sono una cosa superata, un buon uomo fedele alla rivoluzione ha inventato per noi questo strumento di condanna rivoluzionario. Lo ha chiamato Ghigliottina: si lega il condannato a quella tavola di legno, si incastra la testa tra le due tavole, si lascia cadere la lama e la testa del poveraccio finisce in una cesta. Non vedo l'ora di vedere che faccia farà il re quando sarà morto." I due sene andarono ridendo mentre Oscar rimaneva li come per incanto a fissare la ghigliottina e mentre lo faceva si porto una mano sul collo come se dovesse essere lei stessa a dover salire sul patibolo "quale mente malata può aver ideato tanto male" disse tra se e se. All'improvviso una mano gli si poso sulla spalla, era gelida come se la stessa morte fosse venuta a prenderla, presa dallo spavento estrasse la spada e la punto alla gola del povero malcapitato che non era nient'altro che Alain, il soldato sbianco non appena si ritrovo la spada alla gola "Alain scusami mi hai colto di sorpresa" Alain abbasso le mano dopo che Oscar depose la sua spada "stai bene Oscar? Sembravi come assente." La donna decise allora di dirgli parte della verità sugli incubi che faceva ogni notte "questo strumento di morte, questa ghigliottina. L'ho già vista nei miei sogni vedevo sempre cadere una lama dal cielo prima di svegliarmi, cercavo di bloccarla con la mia spada o di spostare la vittima dalla sua traiettoria ma qualunque cosa facessi era inutile." Alain adesso capiva la reazione di Oscar nel vedere per la prima volta la ghigliottina e anche a lui quello strumento non piaceva affatto, era d'accordo sul fatto che il re doveva pagare per i suoi crimini come tutti i responsabili ma per lui l'impiccagione era più umana della ghigliottina. Dopo una lunga attesa nella quale la piazza iniziava a riempirsi di gente giunse l'ora designata ovvero le 11 di mattina era quella l'ora in cui la carrozza che portava il condannato si sarebbe dovuta presentare e puntuale come un orologio Svizzero arrivò. Appena la videro la folla inizio a gridare, alle orecchie di Oscar quelle non erano voci umane ma versi di animali, il re scese dalla carrozza con le mani legate dietro la schiena, due uomini l'afferrarono e lo trascinarono verso la ghigliottina, il povero Luigi XVI si guardava in giro e intorno a lui c'erano solo le facce arrabbiate dei cittadini di Parigi, alcuni di loro cercarono di allungare le mani per afferrarlo altri invece cercavano di sfondare il posto di blocco ma in vano, dopo una breve camminata che a lui parve un eternità raggiunsero le scalette e una volta in cima Luigi XVI si libero dalla presa del suo carceriere e si rivolse alla folla " popolo io muoio innocente dei delitti di cui mi si accusa" ma appena sentirono quelle parole la folla comincio a urlare ancora più forte ma ciò non spavento il re che continuo il suo discorso nonostante fosse spaventato "perdono coloro che mi uccidono. Che il mio sangue non ricada mai sulla Francia e che da esso possa sorgere la felicità dei Francesi." Le guardie non lo lasciarono continuare poiché lo presero e lo legarono alla tavola per poi metterlo in posizione, il rullo del tamburo rimbombava nell'aria e quando si interruppe la lama cadde sulla testa del sovrano. Le urla del popolo si trasformarono in esultazioni quando videro la testa del re cadere nella cesta per poi essere mostrata al pubblico, i cittadini iniziarono a cantare e a ballare al suono dell'inno nazionale. In quei brevi attimi in cui Alain aveva potuto vedere il re di persona per la prima volta si accorse che era molto diverso da come lo descrivevano: per i rivoluzionari e per i suoi commilitoni Luigi XVI era un codardo incapace di camminare a testa alta e di vedere in faccia la morte ma in quel momento il re dimostro tutto il contrario di quanto si diceva, non avrebbe mai pensato di provare pietà e rispetto per il sovrano di Francia e di provare disprezzo e disgusto per il popolo. In quel momento tutto il suo mondo si era capovolto adesso non era più Luigi XVI il nemico del popolo ma il popolo stesso era nemico della Francia, Oscar però lo richiamo a se "raduniamo tutti gli uomini e andiamocene Alain non ho alcuna intenzione di passare altro tempo in mezzo a questi animali" Alain era perfettamente d'accordo e una volta che ebbero finito di radunare i soldati tornarono alla caserma e non parteciparono ai festeggiamenti che andarono avanti per tutta la notte. Nella camerata i soldati di Oscar cercarono di proseguire la serata come se niente fosse accaduto ma gli risultava molto difficile "pensavo che sarei stato felice di vedere il re morto ma adesso non riesco a togliermi quell'immagine dalla testa" disse Thibault mentre mescolava le carte, anche Pierre non riusciva a credere a ciocche era successo "e pensare che un giorno avrei dovuto conoscere il re di persona e spiegargli tutto quello che so sugli orologi e invece ho dovuto vederlo morire in una maniera cosi orribile" Gervais si alzo in piedi e disse "per quanto possa essere stato un pessimo sovrano Luigi XVI ha affrontato la morte come un vero re" tutti i presenti rimasero a bocca aperta appena udirono le sue parole. Gervais era noto nella camerata per essere un rivoluzionario fino al midollo, disprezzava i nobili e la famiglia reale che spesso dipingeva come la vera causa di tutti i mali che affliggevano la Francia, trovavano tutti sorprendente il fatto che uno come lui abbia potuto vedere anche solo una scintilla di coraggio in Luigi XVI. Gervais si avvicino al suo letto, prese il cuscino e tiro fuori una fiaschetta contenente un liquore della sua citta natale. Alzo la fiaschetta in modo che tutti la vedessero "compagni come voi tutti sapete ho sempre visto il re e la sua famiglia come il vero nemico della Francia, ma mio nonno che un tempo servi nell'esercito mi disse una cosa che dovevo avere sempre rispetto nei confronti del mio nemico perché anche lui combatte per qualcosa o per qualcuno che sia per un ideale o per una nazione un altro soldato non può giudicare un suo simile nemmeno se è suo nemico giurato. Da quando è scoppiata la Rivoluzione ho seppellito queste parole nel profondo del mio cuore perché il nemico che combattevo non era un altro soldato di un altra nazione ma era un re. Ma adesso mi rendo conto che non avrei mai dovuto dimenticare questo insegnamento, il re come tutti noi aveva una famiglia che lo aspettava e che era disposto a proteggere a costo della vita forse è per questo che un anno lui e la sua famiglia tentarono la fuga da Parigi, all'inizio lo vedevamo tutti solo come un atto di tradimento ma se lo guardiamo da un punto di vista più umano possiamo vedere solo un uomo che fa il suo dovere ovvero mettere in salvo la sua famiglia. Adesso la regina è diventata vedova e Dio solo sa quale sarà il suo destino e quello dei suoi figli. Dobbiamo ricordarci di Luigi XVI come un nemico che alla fine è morto con valore e a testa alta mentre tutte quelle bestie presenti in piazza bramavano solo la sua testa. Ho tenuto questa fiaschetta per un occasione speciale pensavo che quando l'avrei aperta sarebbe stato un momento di immensa gioia dove la nostra battaglia per la liberta avrebbe raggiunto il suo scopo e tutti noi potevamo tornare a casa certi di aver fatto la differenza. Ma adesso la aprirò per fare un brindisi a colui che un tempo eravamo convinti fosse il nostro vero nemico. A Luigi XVI che i giudici del cielo possano giudicarlo meglio dei giudici di questa terra." Terminato il discorso bevette un sorso per poi passarla ai suoi compagni, tutti bevettero un sorso e dedicarono qualche buona parola a Luigi XVI era una cosa che nessuno di loro si aspettava di fare e invece eccoli lì a commemorare un re che tempo fa disprezzavano. L'Europa si rifiuto di prendere la morte di Luigi XVI alla leggera e nello stesso anno l'Inghilterra propose di formare la Prima Coalizione: lo scopo di tale coalizione era quello di contrastare la rivoluzione e restaurare la monarchia in Francia. Inutile dire che il paese si ritrovo circondato su ogni fronte e il 1 Febbraio 1793 dichiarò guerra alla Gran Bretagna e ai Paesi Bassi, i Girondini il 23 Febbraio dello stesso anno decisero di imporre un reclutamento di massa della popolazione abile al servizio militare ma a differenza di quanto ci si aspettasse i cittadini insorsero contro questa decisione politica e la cosa peggioro quando la Convenzione annuncio che chiunque avesse rifiutato di combattere per il paese sarebbe stato giustiziato senza processo. La reputazione dei Girondini continuo a peggiorare date le loro disastrose decisioni politiche e la loro incapacità di risolvere il problema dell'inflazione, la popolazione affamata e stanca chiese che venissero prese misure d'emergenza contro il mercato nero, ma la Convenzione ignoro queste richieste favorendo gli interessi dei benestanti. I Montagnardi ne approfittarono e appoggiarono apertamente le richieste popolari guadagnandosi ulteriormente la fiducia del popolo. Mentre nella Francia regnava il caos più completo Maria Antonietta e la sua famiglia rimanevo prigionieri nella Torre del Tempio, la regina passa il tempo con i suoi figli i quali non erano riusciti a superare la morte del padre soprattutto il piccolo Luigi Carlo di Borbone non passava un giorno che il bambino non piangesse tra le braccia della madre, Maria Teresa cercava in ogni modo di essere forte per sua madre e suo fratello ma anche per lei era difficile non cedere a quella situazione, tutto quello che aveva gli era stato tolto e viveva nella costante paura di sapere quando i lupi non soddisfatti della loro preda sarebbero venuti a prendere anche il resto della sua famiglia. Il presagio si trasformo in realtà quando il 3 Luglio 1793 la Convenzione decise di sottrarre il principino dalle braccia della madre per affidarlo a un ciabattino analfabeta di nome Antoine Simon che aveva ricevuto il compito di educare il giovane all'ideale repubblicano. Quella mattina le guardie entrarono nella cella e senza alcun preavviso presero il bambino che cercava di ribellarsi con tutte le sue forze "mamma, mamma." Maria Antonietta cerco di riprenderselo ma la guardia la fermo, Maria Teresa cerco di aggredire le guardie ma queste la bloccarono contro il muro. La regina era in lacrime mentre chiedeva "lasciatelo vi siete già presi suo padre lasciatemi almeno mio figlio la prego, perché vi accanite tanto contro di me e i miei figli?! Perché?!" La guardia si volto per risponderle con tono freddo e distaccato "abbiamo ricevuto l'ordine di separarvi voi dovete lasciare la torre del tempio ed essere trasferita alla Conciergerie per essere processata. In quanto al perché non dovreste chiederlo a noi ma a voi stessa. La risposta forse è la vostra superbia la scarsa considerazione che avete sempre avuto verso il popolo. " Dopo di che si volto verso i suoi compagni "bene adesso portatelo via." Quello fu il momento più doloroso per lei e per sua figlia, non solo perché un altro membro della sua famiglia gli era stato portato via ma anche perché le parole della guardia anche se crudeli corrispondevano alla verità. Oscar aveva sempre cercato di avvisare Maria Antonietta della grave situazione in cui viveva il popolo e che se non si fosse presa cura del suo popolo come ci si aspetterebbe da una del suo rango, in quel momento ripenso alla sua defunta madre e di quanto sarebbe stata delusa dal fatto di averla vista cadere cosi in basso, sua madre non era perfetta ma aveva qualcosa che lei non aveva ovvero la capacità di guidare una nazione verso la gloria, ella era sempre stata amata e rispettata dal suo popolo una cosa che lei non aveva mai ottenuto dai Francesi. A peggiorare le cose fu il ricordo di quando invio un ritratto di lei a sua madre, prima di allora non l'aveva notato ma ricordandolo meglio si rese conto che in quel dipinto non c'era una regina ma soltanto una giovane ragazzina ingenua arrivo a concludere che quella doveva essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha costretto sua madre a inviargli a corte consiglieri e parenti per guidarla sul cammino che avrebbe dovuto seguire ma che lei ingenuamente non è stata in grado di percorrere. La mattina dopo come gli era stato detto dalla guardia la regina venne portata fuori dalla sua cella davanti a sua figlia che fu costretta ad assistere impotente, pochi giorni dopo gli venne presentata la persona che si sarebbe occupata di lei durante il suo soggiorno in prigione, fortuna volle che quella persona era Rosalie poiché all'insaputa di tutti lei la conosceva e ricordava tutte le volte in cui era venuta ai balli di Versailles accompagnata da Oscar. Appena ebbe la certezza che fossero rimaste sole la regina si confidò con lei, fu Rosalie la prima a parlare "una volta sono venuta a corte ma forse non vi ricorderete di me" disse mentre le spazzolava i capelli, Maria Antonietta la fisso attraverso lo specchio e le rispose "ma certo voi siete la ragazza che è venuta insieme ad un ballo insieme a madamigella Oscar" Rosalie disse "si è vero mi chiamo Rosalie Valois e adesso ditemi cosa posso fare per voi?" La giovane con grande sorpresa della regina si era rivelata molto gentile nei suoi confronti "c'è una cosa che potreste fare per me ora dovreste raccontarmi tutto quello che sapete di madamigella Oscar. Anche se un tempo sono stata sua amica sento di non averla mai davvero conosciuta all'infuori dell'uniforme, voi invece avete avuto la fortuna di esserle stata vicino e da quanto ho saputo le avete salvato la vita quando venne ferita alla Bastiglia. Per ciò vorrei che mi parlaste della donna che si nasconde sotto l'uniforme." Rosalie esaudì la sua richiesta e ogni volta che la veniva a trovare le raccontava qualcosa su Oscar: inizio raccontandogli il loro primo incontro, di tutto quello che aveva fatto per lei e di come alla fine sia riuscita a ripagarla per tutto il bene che le aveva fatto. Ogni volta che la regina sentiva una delle sue storie non poteva fare a meno di piangere "mi sento sollevata ogni volta che sento parlare di madamigella Oscar, siete stata molto fortunata a conoscerla e quasi quasi vi invidio. Voi avete saputo ripagare la sua fiducia e siete diventata una donna di cui andare fiera mentre io non ho fatto altro che deluderla. Immagino che madamigella Oscar non verserà neanche una lacrima per me." Rosalie sentendo ciò decise di svelarle una cosa che non  le aveva ancora raccontato "in realtà madamigella Oscar è sempre in pensiero per voi, non passa giorno in cui non chieda notizie di voi. Penso che nonostante l'abbiate ferita in molti modi ci tenga ancora a voi e non come regina ma come persona, sappiate che vorrebbe solo parlare con voi un ultima volta per scusarsi di come vi siete dette addio l'ultima volta." Rosalie avrebbe voluto aggiungere altro ma una guardia le disse che era ora di andare, prima che la donna potesse lasciare la stanza Maria Antonietta le afferro una mano "so che vi chiedo molto ma vorrei chiedervi un favore non come regina ma come madre. Non ho più avuto notizie di mio figlio Luigi da quando mi è stato portato via, ogni notte ho il terribile presentimento che sia in grave pericolo. Vorrei che chiedeste a madamigella Oscar di assicurarsi che mio figlio stia bene e che voi torniate a riferirmelo." Rosalie non poteva rimanere impassibile davanti a quella supplica e a quegli occhi pieni di lacrime cosi dopo essere uscita dalla prigione si diresse subito alla caserma. Oscar accolse Rosalie nel suo ufficio insieme ad Alain che l'aveva scortata fino a destinazione, appena si furono sistemati Rosalie le disse della richiesta di Maria Antonietta "ti prego Oscar tu sei l'unica che può aiutarla, vuole solo essere certa che al figlio non le sia riservato il suo stesso destino se non peggio" Oscar stette un attimo in silenzio per poi rispondere "ti capisco Rosalie anche io sono preoccupata per il piccolo Luigi Carlo ma ogni volta che chiedo di lui non mi danno mai una risposta concreta, da quanto so è rimasto alla Prigione del Tempio ma a parte questo non so altro" Rosalie la conosceva bene sapeva che non era una che si arrendeva facilmente cosi le domando "deve pure esserci un modo?" Fu Alain a rispondere "in verità un modo ci sarebbe." Tutte e due si voltarono verso di lui aspettando di sentire la sua risposta " Pierre è stato assegnato di guardia alla Prigione del Tempio se provassimo a chiedere a lui forse potrebbe farci sapere qualcosa sul principe." Oscar allora ordino ad Alain di andarlo a chiamare e non appena gli dissero quello che doveva fare il giovane sbianco "voi volete che faccia la spia all'interno della Torre del Tempio!" Oscar non sopportava che uno dei suoi uomini si tirasse indietro da una missione senza una motivazione valida "si perché c'è qualche problema soldato" Pierre rispose "certo che c'è un problema, il giovane principe è tenuto sotto stretta sorveglianza, solo il suo tutore e poche persone autorizzate possono vederlo. Se mi beccano a curiosare in giro finisco sulla Ghigliottina con l'accusa di tradimento e anche tutti voi rischiate di fare la stessa fine." Pierre propose di mandare Alain come infiltrati ma Oscar boccio la sua idea "Alain è il mio secondo in comando se chiedessi che venga assegnato di guardia alla Torre del Tempio, Robespierre o qualcuno della Convenzione potrebbe decidere di sorvegliarlo in segreto e allora si che sarebbe davvero impossibile scoprire cosa sta succedendo." Non vedendo una via d'uscita Pierre si trovo costretto ad accettare l'incarico e la mattina dopo con una scusa plausibile si allontano dal suo posto di guardia per seguire Antoine Simon, l'uomo aveva il volto rosso segno che la notte prima doveva aver bevuto e camminava con passo accelerato, per il povero Pierre fu difficile evitare le guardie che pattugliavano il corridoio e per poco non venne scoperto da Antoine per fortuna si invento la scusa di essere stato assegnato a quel settore come guardia e che non lo stava seguendo ma che stava facendo solo il suo dovere. Il ciabattino allora lo ignoro e prosegui verso la cella, una volta trovata la chiave l'apri ed entro, Pierre che l'aveva visto entrare si accosto alla porta per riuscire a sentire qualcosa "bene bene moccioso è l'ora di darti una bella lezione" disse Antoine mentre si avvicinava a lui, Luigi vedendolo cerco di farsi piccolo piccolo in un angolo della cella "no vi prego signore non mi fate del male" ma le suppliche furono ricambiate con uno schiaffo "zitto moccioso ho avuto una pessima giornata ieri e adesso ho bisogno di sfogarmi." Ciocche Pierre udì fuori dalla cella furono le urla del bambino mentre l'uomo lo picchiava con qualcosa che non seppe identificare dal suono, preso dallo spavento si allontanò di corsa per poi tornare alla sua postazione. Quella stessa notte riferì ad Oscar tutto quello che aveva sentito, sia a lei che ad Alain ribolliva il sangue nel sentire come veniva trattato il bambino "questo è davvero troppo, va bene che è un discendente della famiglia reale e il legittimo erede al trono di Francia ma che gli si faccia questo è inammissibile" disse Alain mentre sbatteva il pugno contro la parete "hai ragione dobbiamo mostrare a tutti la verità e quel ciabattino da due soldi deve pagare per ciocche ha fatto" rispose Oscar visibilmente arrabbiata. La mattina dopo lei, Alain e Thibault si infiltrarono nella prigione nascondendosi dentro a un carro con il quale Pierre avrebbe dovuto consegnare le scorte alla prigione, passarono facilmente i controlli e una volta dentro li fece uscire dai barili. Tra i quattro quello che non era del tutto d'accordo questa storia che il principe stava subendo delle violenze era Thibault non avrebbe mai pensato che la Convenzione fosse cosi crudele da scegliere una persona violenta come tutore per il giovane principe. Ma inizio ad avere qualche sospetto quando il gruppo lo intravide insieme a due donne, dai loro abiti non erano le addette alla cucina, lo seguirono fino alla cella che stranamente era sorvegliata da due guardie "assicuratevi che nessuno ci disturbi sono stato chiaro!" Le guardie fecero cenno con il capo mentre lui e le due donne entrarono nella cella. Ci fu il silenzio assoluto fino a quando non si senti l'urlo di un bambino per Oscar quel singolo urlo bastava per entrare in azione: Thibault e Alain stesero le guardie mentre quest'ultimo cercava tra le tasche del soldato la chiave della cella, appena l'ebbe trovata la passo subito ad Oscar che apri la porta. Ciocche vide lascio sia lei che Pierre senza parole: il povero Luigi Carlo era riverso a terra pieno di lividi e di tagli mentre Antoine teneva in mano una cintura e le due donne si apprestavano a spogliare il ragazzo. Oscar e Pierre non ci pensarono due volte e assalirono i tre aggressori, Oscar immobilizzo le due donne mentre Pierre sorprendendo anche se stesso diede un pugno talmente forte ad Antoine da fargli partire due denti. Quando la situazione fu sotto controllo Alain entro nella cella "buon Dio" disse preoccupato mentre prendeva il principino tra le sue braccia "come siamo arrivati a tanto?" Approfittando della distrazione dei presenti Antoine provo a sgattaiolare fuori dalla cella ma un paio di stivali gli bloccarono la strada "dove credi di andare tu?!" Guardando verso l'alto si ritrovo la figura di Thibault che lo sollevo di peso da terra. Pierre si avvicino e lo perquisì per assicurarsi che non avesse armo o strumenti di tortura con se, l'unica cosa che trovo fu un documento ma non sapendo leggere bene lo passo ad Oscar, quando lo lesse resto senza parole "questo è davvero troppo, legate quei due e rinchiudeteli qui! E portiamo questo maiale e le sue compagne in tribunale." Oscar e il suo gruppo si diressero verso l'uscita della prigione portando in braccio il piccolo Luigi Carlo, le guardie che li videro cercarono di fermarli per chiede spiegazione ma appena incrociavano lo sguardo assassino di Oscar si facevano da parte. Fuori dalla prigione fermarono una carrozza che stava passando proprio da li, il cocchiere non capiva perché dei soldati chiedevano proprio a lui un passaggio per trasportare due prigionieri ma appena la voce di Oscar gli ordino di accompagnarli al tribunale il cocchiere obbedì senza fare domande. Nel frattempo nel tribunale si stava continuando il processo contro Maria Antonietta nel quale la si presentava come l'unica responsabile di tutti i mali che affliggevano la Francia da quando vi era arrivata. Oltre a questo le accuse erano: Esaurimento del Tesoro Nazionale, Intrattenimento di Rapporti e Corrispondenti Segreti con il nemico tra cui l'Austria e i Filomonarchici e infine Cospirazione contro la Sicurezza Nazionale ed Estera dello Stato. I testimoni che fino ad ora si erano presentati avevano il compito di denigrarla accusandola di complotti d'Assassinio, Falsificazioni di Assegni e di aver rivelato informazioni segrete ai nemici della Francia. In quei giorni con grande sorpresa di tutti la regina si difese con valore senza mai cadere in fallo o contraddirsi o mentire. Ma quel giorno la deputato Jacques René accusò la regina del reato d'incesto ai danni del piccolo Luigi Carlo. Era proprio di questo che si stava discutendo in tribunale sotto lo sguardo attento delle donne presenti che erano incredule che una madre potesse compiere un tale atto nei confronti del proprio figlio, il giudice si rivolse a lei domandandogli con tono severo "Maria Antonietta è vero che avete costretto vostro figlio a compiere simili atti in vostra presenza?!" La regina rimase in silenzio ma il giudice insisteva con la stessa domanda fino a quando non raggiunse il limite e si alzo in piedi "se non ho risposto è perché la natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre! Mi appello a tutte le madri che sono presenti!" Per la prima volta le donne della giuria la difesero dall'accusa "è una vera vergogna che la si accusi di ciò! Per quanti crimini abbia potuto commettere una madre non può essere accusata di fare del male alla stessa creatura che ha portato in grembo e per la quale darebbe la propria vita." Una voce fra tutte riecheggio nell'aula "donne di Parigi quello che dite è vero ed oggi io sono qui per provare la verità delle vostre parole!" Tutti i presenti si voltarono. Ad aver parlato era stata Oscar e accanto a lei c'erano: Alain, Pierre e Thibault con Antoine e le due donne legate come salami, ma ciocche attirò di più l'attenzione fu vedere il piccolo Luigi coperto di lividi e ferite. Appena Maria Antonietta vide suo figlio ridotto cosi tento di correre da lui ma le guardie la bloccarono "lasciatemi andare! Che cosa avete fatto a mio figlio!" Oscar e i suoi avanzarono nell'aula fino a giungere ai piedi del giudice il quale rimase incredulo "comandante Oscar Francois de Jarjayes che significa tutto questo?!" La donna rispose "vostro onore sono qui oggi davanti a voi per consegnarvi un criminale e per fare luce su una falsa accusa che si voleva attribuire all'imputata" dalla sua giacca tiro fuori la falsa confessione che il povero principe doveva firmare sotto minaccia di Antoine, la sollevò in aria in modo che tutti potessero vederla per poi leggerla ad alta voce. Le parole che vi erano scritte sopra lasciarono tutti di sasso "questa è una confessione che il signor Antoine portava con se questa mattina, a mio giudizio deduco che picchiasse o anche peggio questo bambino a finché firmasse questa confessione ma io e i miei uomini qui presenti l'abbiamo fermato e mentre venivamo qua l'abbiamo interrogato. Ha confessato che sia l'accusa che la confessione facevano parte di un piano per screditare ancora di più la figura della regina in oltre ci ha anche rivelato la mente dietro questo piano." Oscar con lo sguardo cerco il colpevole tra i presenti e una volta trovato lo indicò "voi Robespierre siete la mente dietro questo piano" quando il suo nome riecheggio nell'aula gli uomini che gli stavano vicino si allontanarono da lui mentre le donne cominciarono a chiamarlo criminale "ORDINE! ORDINE!" Gridava il giudice mentre batteva il suo martelletto invano. Alla fine Robespierre si alzo e le donne cominciarono a tacere "signor Robespierre sono vere le accuse che il comandante ha mosso contro di voi?" Robespierre nonostante la situazione manteneva un atteggiamenti calmo e composto "vostro onore sono sconcertato quanto voi nello scoprire che il tutore scelto dalla Convenzione di cui anche io faccio parte si sia rivelato un tale demonio nei confronti di quel bambino. Umilmente davanti a tutti voi e all'imputata riconosco il mio errore e giuro dal profondo del mio cuore che non aveva alcuna intenzione di arrecare danno al bambino o di influenzare la giuria falsificando delle prove. A dimostrazione di ciò vorrei proporre di affidare alla stessa Oscar le cure di Luigi Carlo e di Maria Teresa la quale ovviamente sarà scarcerata e sciolta da qualsiasi accusa mossa contro di lei. Dato l'incidente anche l'imputata avrà voce in capitolo la sua opinione se affidare o no al comandante Oscar la cura dei suoi figli, per quanto riguarda il signor Simon farò in modo che venga processato e punito come merita per il grave crimine di cui si è macchiato." Il giudice trovo la difesa e la proposta di Robespierre abbastanza convincente da ritenere infondata la confessione di Antoine Simon contro di lui e ordinò che fosse portato via, quest'ultimo tradito dal suo stesso alleato comincio a ribellarsi e a gridare "bugiardo! Sei un maledetto bugiardo! Signore e signori quell'uomo è un bugiardo! L'idea è stata sua! Dietro quella maschera si nasconde un demonio non dovete credere alle sue parole è solo un fanatico! Sei tu il vero nemico Robespierre! Sei tu la serpe in seno della Francia! Oggi potrai anche avermi venduto pur di avere salva la vita ma un giorno io e te ci rivedremo all'inferno!" Terminato il caos il giudice decise di rinviare il processo, le guardie che trattenevano Maria Antonietta su ordine di Oscar la lasciarono andare permettendogli di abbracciare suo figlio e tra le lacrime ringrazio Oscar "vi ringrazio madamigella Oscar per tutto quello che avete fatto" la donna rispose soltanto "avrò cura di loro non temete" fu la sua risposta prima che Maria Antonietta fosse portata via dalle guardie mentre lei e i suoi compagni portarono il principe da un dottore.                 

Lady Oscar: L'Epoca della RivoluzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora