Raquel è seduta sul tappeto di casa sua nella camera dei giochi, quei tappeti adorabili con i nomi dei luoghi di maggiore rilevanza delle città, è intenta a calciare una palla, è comunque figlia d'arte no?
Sente un rumore dietro di lei, così si gira, nota sua nonna Carla, mamma di Massimiliano, la sta guardando con fare premuroso, quando una vocina interrompe quel silenzio che si è creato fino ad ora.
"Nonna, ti posso chiedere una cosa?" la nonna annuisce silenziosa, aspettando che la bambina di appena 6 anni finisca di porre il suo quesito.
"Io quando sarò grande avrò un marito che mi vorrà tanto bene e dei bambini di cui prendermi cura?" Carla sorrise istintivamente, una bambina così giovane già si pone questa domande, sicuramente per la mancanza della mamma, ma la nonna le risponde ugualmente, con fare bonario.
"Certo amore di nonna, troverai il tuo vero amore, e nessuno potrà dirti chi è, o cosa dovrai fare ricordatelo bene, fallo per me" la bambina annuisce energicamente "te lo prometto nonna".
Continuando a giocare con il pallone in quella piccola stanza entrò il papà, che sorrise alla piccola vedendola improvvisare piccoli calcetti, aiutandosi anche con le mani.
"Che dice la mia bambina, di cosa parlavate?" Carla uscì dalla stanza per far stare un po' i due insieme, con il lavoro di lui era quasi sempre impossibile. "Ho chiesto alla nonna se quando sarò grande avrò una famiglia tutta mia, e lui ha detto che non mi dovrò far influenzare da nessuno" Massimiliano sorrisa, lasciando giocare la bambina e tornando nel suo studio.
Raquel era una bella bambina, merito sicuramente della mamma, aveva dei bei capelli castani, tendenti al ramato, gli occhi color nocciola, ed un bell'incarnato olivastro, sembrava sempre abbastanza. A scuola era la prima della classe e già dai suoi 6 anni aveva un linguaggio molto forbito, sapeva parole che molti suoi compagni non dicevano, e suo padre era fiero di questo. La bambina aveva provato a praticare il calcio, al femminile, ma non era uno sport che l'appassionava, ameno non giocandolo, amava andare a vedere le partite con il papà allo stadio. Iniziò a giocare a tennis, le piaceva? Non moltissimo, ma era il compromesso con il papà per continuare a praticare il suo sport preferito.
Amava andare a cavallo, la faceva sentire libera, i capelli al vento, in mezzo alla natura, il binomio tra uomo e cavallo, l'amicizia e l'amore che si crea tra questi, tutto le piaceva.
La bambina, ormai diventata ragazza cresceva ed aveva appena scelto l'indirizzo del liceo che avrebbe frequentato dopo l'esame di terza media, aveva scelto il liceo linguistico, vivamente consigliato da tutti i professori e dal padre, seguendo le lezioni di inglese, francese e spagnolo, anche in quella classe era sempre la migliore. Fuori scuola iniziò a frequentare corsi di cinese, ma mollò poco dopo, era troppo impegnativo, così iniziò il corso di portoghese, di cui si innamorò immediatamente.
In terzo, quarto e quinto superiore, fu rappresentante d'istituto, la aiutò il fatto di essere conosciuta grazie al padre, e di avere alcuni amici calciatori, che erano più amici del padre che suoi.
L'esame di maturità arrivò velocemente, aveva scelto di portare 'Le 48 ore di attesa dopo la scomparsa di una persona' aveva sempre pensato di fare la criminologa, le piaceva, infatti voleva frequentare proprio quell'università. Nei quadri finali uscì 'Raquel Allegri, 100 con lode', lo sapevano tutti quanto era brava.
Iniziò a frequentare l'università di criminologia di Torino, poco distante da casa sua, ottenendo 5 anni dopo una laurea magistrale, con il massimo dei voti, le piaceva studiare e quasi le dispiaceva smettere, ma il dottorato ora non le serviva, lo avrebbe preso più avanti, se lo avesse voluto.
Sotto consiglio del padre, sia per il bell'aspetto, che per l'amore per il teatro le propose di mandare alcuni curriculum per prendere parte alle riprese di alcuni film. Al compleanno dei suoi 26 ebbe una bellissima notizia, era stata chiama per girare il suo quarto film da protagonista, aveva un talento innato, così poco dopo si scordò di quella laurea magistrale.
Tre mesi e mezzo dopo il suo compleanno ad Agosto, arrivò Dicembre e con lui una delle più brutte notizie che le avessero mai dato, dopo l'abbandono di sua madre, questa era sicuramente la peggiore.
"Raquel puoi venire in cucina un secondo?" le aveva chiesto calmo il papà "Arrivo subito" dopo essersi infilata le pantofole, era comunque il 17 di Dicembre, raggiunse il padre in cucina, lui la guardava con uno sguardo cupo e triste, si percepiva fosse agitato dalla vena che gli pulsava sulla testa.
"Dimmi papà, cosa succede?" lui abbassò il viso ed iniziò a parlare "Senti tesoro, sono stato costretto a fare un accordo con un mio giocatore, mi dispiace moltissimo, ma a breve dovrai lasciare Charles" quest'ultimo era un ragazzo che aveva conosciuto in università, era già laureato, ma lui con un dottorato e faceva l'assistente ad un professore, che aspettava la pensione. Appena conosciuto provarono entrambi un certo interesse, iniziarono ad uscire e dopo poco si misero insieme, lo conobbe anche papà Massimiliano e con sorpresa di entrambi i ragazzi fu contento.
"Non credo di capirti papà, perché devo lasciare Charles? Quale accordo hai fatto?" sembrava un cane bastonato, non riusciva a parlare "Io l'ho fatto per te Raquel, l'ho firmato solo per te" non capivo, strappai dalle mani di mio padre il foglio che teneva da un po'. Inizia a leggere, e quello che si stava iniziando a creare nella mia mente non mi piaceva.
'Contratto pre-matrimoniale e matrimoniale, tra la signorina Raquel Carla Allegri, ed il signor Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, firma: Massimiliano Allegri e Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro. I presenti saranno tenuti a lasciare i contemporanei compagni e sposarsi a fini di migliorie delle due persone alla vista di un pubblico' sentì gli occhi riempirsi di lacrime "Dimmi che è uno scherzo per favore, io non lascerò il mio fidanzato e non mu sposerò con uno dei tuoi ragazzi" mi guardava piangendo, mio papà stava piangendo "Raquel mi dispiace, ma devi farlo, ormai è troppo tardi, perdonami".
Quella sera il mondo mi cadde addosso, non sapevo cosa fare, non sarei mai scappata di casa, non sapevo dove andare, ma feci la prima cosa che mi passò per la testa, salì in camera mia, mi misi i vestiti del giorno stesso, uscì di casa chiamando Charles e salendo in macchina.
"Raquel, è una sciocchezza, non può farlo, lo sappiano bene, lo abbiamo anche studiato in università" lo guardai ancora più triste "Non qui ma il contratto è stato firmato in Portogallo, quindi è valido anche in Italia".
"Charles scappiamo, andiamocene via, ti prego, io non voglio sposarlo" lo vedevo afflitto e purtroppo sapevo cosa stava per dirmi "Non posso qui ho il mio lavoro, e non voglio rischiare di finirci in mezzo" detto questo mi diede un bacio "Addio Raquel, ti amo" detto questo scese dalla macchina "Ti amo anche io Charles" ma ormai era troppo lontano per sentire.
Tornata a casa, mi chiusi in camera, non volevo parlare con mio padre, dissi tutto ai miei migliori amici, che erano tristi quanto me, almeno loro mi avrebbero fatto da testimoni al matrimonio.
Quella sera non chiusi occhio, pensando ancora al discorso avuto con mia nonna, ormai 20 anni fa, quanto ti odio papà.
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L'unione perfetta: Matrimonio con un celebre sconosciuto. ~Cristiano Ronaldo
FanfictionRaquel, figlia di Massimiliano Allegri, vive solo con il papà, dopo che la mamma l'ha abbandonata da piccolissima, ha 26anni, come tutte le bambine ha sempre sognato il matrimonio perfetto, e figli da amare. Tutto questo con l'idea di un uomo che l'...