CAPITOLO14

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Quando tornò in sé, la stanza sembrava avvolta in un'atmosfera irreale, come se fosse sospesa in un limbo tra il sogno e la realtà. La luce fioca filtrava attraverso la finestra, disegnando ombre sinistre sul pavimento polveroso.Con un gemito soffocato, la donna si sforzò di sollevarsi, cercando di afferrare frammenti di memoria per capire cosa fosse successo. La sua mente era annebbiata, confusa dalle emozioni tumultuose e dal dolore pulsante.Con un brivido, si rese conto di essere sola in quella stanza deserta, circondata dall'oscurità e dal silenzio. Ma la sensazione di essere osservata non la abbandonava, e un brivido le percorse la schiena mentre le parole dell'ombra risuonavano ancora nelle orecchie.



Il giorno successivo al loro ritorno, mentre Luca stava preparando il caffè ed Emilia consultava le sue note, il campanello suonò all'improvviso. I due si scambiarono uno sguardo curioso e Luca, con un gesto rapido, si diresse verso la porta. Quando aprì, si trovò davanti unadonna sulla cinquantina, elegante e dall'aspetto distinto. Indossava un tailleur grigio perfettamente stirato e una collana di perle che le donava un'aria di raffinatezza."Buongiorno, mi chiamo Sofia Marconi," disse con voce ferma e decisa. "Sono la segretaria di Roberto Brancacci, o almeno... lo ero fino ad oggi." Fece una pausa, scrutando l'espressione di Luca per cercare segni di riconoscimento o sorpresa. "Posso entrare? Ho informazioni che potrebbero interessarvi."Luca, colto di sorpresa e leggermente titubante, annuì. "Certo, prego, si accomodi," rispose, facendosi da parte per lasciarle spazio.Sofia entrò con passo sicuro e Luca la guidò nel soggiorno. Emilia, che aveva ascoltato la conversazione dall'altra stanza, si alzò dal divano, nascondendo le sue note frettolosamente. "Buongiorno," disse, salutando Sofia con un cenno del capo. "Posso offrirle una tazza di caffè?"Sofia accettò con un leggero sorriso e si sedette sul divano, osservando l'ambiente circostante con attenzione. "Grazie, un caffè sarebbe perfetto."Mentre Luca finiva di preparare la bevanda, Emilia prese posto di fronte a Sofia, cercando di capire meglio leintenzioni della donna. "Allora, signora Marconi, di cosa si tratta?" chiese, cercando di mantenere la voce neutra ma non riuscendo a nascondere del tutto la curiosità.Sofia prese un respiro profondo. "Ci sono molte cose che non sapete su Roberto Brancacci," iniziò, guardando Emilia dritto negli occhi. "E credo che alcune di queste informazioni siano cruciali per voi."Luca arrivò con le tazze di caffè fumante e le distribuì, prendendo poi posto accanto a Emilia. "Siamo tutti orecchi," disse, facendo un cenno a Sofia affinché continuasse.Sofia prese un respiro profondo. "Ci sono molte cose che non sapete su Roberto Brancacci," iniziò, guardando Emilia dritto negli occhi. "E credo che alcune di queste informazioni siano cruciali per voi.""Roberto Brancacci era coinvolto in molte attività che andavano oltre il semplice lavoro d'ufficio. È un uomo complesso, con molti nemici e molti segreti."Emilia inclinò leggermente la testa, i suoi occhi fissi su Sofia. "Di quali segreti stiamo parlando esattamente?" chiese, cercando di mantenere la calma nonostante il battito accelerato del suo cuore.Sofia mise giù la tazza e incrociò le mani in grembo. "Brancacci aveva scoperto informazioni compromettenti su alcune figure potenti nel mondo degli affari e della politica. Informazioni che, se rivelate, avrebbero potuto distruggere carriere e vite. Uno di questi uomini mi ha pagata per trovare e passare loro queste informazioni."Luca si agitò sulla sedia. "E come siamo coinvolti noi in tutto questo?"Sofia lo guardò con occhi intensi. " Quando siete andati a Ferrara nel suo studio, ho origliato la vostra conversazione. Ho capito che voi potreste essere gli unici a far trapelare queste informazioni.Roberto non vi teme, ecco perché siete insospettabili. Inoltre, il legame tra il signor Salzano e Roberto aggiunge credibilità a qualsiasi informazione vogliate diffondere. Io voglio aiutarvi a trovare ciò che cercate nei suoi documenti personali."Emilia sentì un brivido lungo la schiena, mentre le parole di Sofia riecheggiavano nella stanza. "Cosa ci sta chiedendo di fare esattamente?" chiese, cercando di mantenere la voce ferma nonostante il crescente senso di inquietudine.Sofia prese un respiro profondo, quasi come se stesse per immergersi in acque profonde. "Prima di tutto, ho bisogno che mi crediate," disse con una determinazione che trapelava dalla sua voce. "Le informazioni che Roberto aveva scoperto sono estremamente pericolose. Contengono dettagli che possono distruggere alcune delle persone più potenti del nostro paese. Ma senza fiducia reciproca, non possiamo fare nulla."Luca ed Emilia si scambiarono uno sguardo, una comprensione silenziosa passando tra di loro. Non avevano mai pensato che il loro lavoro con Brancacci li avrebbe portati in una situazione così pericolosa e complessa. Ma ora che erano coinvolti, sapevano di non poter tornare indietro."Va bene, la crediamo," disse Luca finalmente, rompendo il silenzio che era calato nella stanza. "Cosa dobbiamo fare?"Sofia annuì, sollevata dalla loro accettazione. "Prima di tutto, dobbiamo raggiungere l'ufficio di Brancacci nel Centro Direzionale. C'è un nascondiglio segreto dove teneva i documenti più importanti. Ma dobbiamo arrivarci prima di chiunque altro e sperare che non abbia apportato modifiche ai sistemi di sicurezza. Questi uomini potentiche mi hanno pagata sono impazienti di annientare Roberto...e anche io."Emilia si alzò, il viso determinato. "Andiamo," disse con fermezza. "Non possiamo perdere tempo, allora."Sofia si alzò anche lei, il viso ora segnato da una nuova risolutezza. "Spero che siate pronti," disse. "Perché una volta iniziato, non ci sarà più modo di fermarsi. Dovrete essere pronti a tutto, perché non sarà un compito facile."Con queste parole, i tre si avviarono verso l'uscita. Il cielo fuori era grigio, preannunciando una giornata carica di tensione e incertezze. Luca, Emilia e Sofia si guardarono un'ultima volta prima di uscire, consapevoli che il viaggio che stavano per intraprendere avrebbe cambiato le loro vite per sempre.L'ufficio di Brancacci si trovava in un antico edificio nel centro di Napoli, un luogo che ora sembrava impregnato di segreti e misteri. Quando arrivarono, l'atmosfera era carica di un'aspettativa quasi palpabile."Sofia, sei sicura di sapere dove sono i documenti?" chiese Luca mentre entravano nell'edificio."Sì," rispose lei con sicurezza. "Roberto mi aveva mostrato una volta il nascondiglio, nel caso fossesuccesso qualcosa a lui. Non pensavo che avrei mai dovuto usarlo, ma eccoci qui."Si mossero con rapidità e discrezione, salendo le scale di pietra e arrivando davanti alla porta dell'ufficio di Brancacci. Sofia estrasse una chiave dalla sua borsa e aprì la porta con mani ferme, ma gli occhi tradivano una certa ansia.Una volta dentro, Sofia si diresse verso una libreria di mogano sulla parete opposta. "Il nascondiglio è dietro questa libreria," spiegò. "Aiutatemi a spostarla."Luca e Emilia si unirono a lei e, con uno sforzo congiunto, riuscirono a spostare la libreria, rivelando una piccola cassaforte incassata nel muro. Sofia inserì la combinazione e la cassaforte si aprì con un clic rassicurante.All'interno c'era una raccolta di documenti, alcuni dei quali chiaramente molto vecchi e usurati. Sofia prese il fascicolo più voluminoso e lo porse a Luca e Emilia. "Ecco, questi sono i documenti di cui vi parlavo. Contengono tutte le informazioni compromettenti che Roberto aveva raccolto."Emilia aprì il fascicolo, i suoi occhi scorrendo rapidamente le pagine. "Queste informazioni... se sonovere, potrebbero davvero distruggere molte persone potenti," disse con un tono di stupore misto a timore."Esattamente," confermò Sofia. "Ecco perché dobbiamo essere estremamente cauti su come li usiamo. Non possiamo permettere che cadano nelle mani sbagliate."All'interno trovarono anche una serie di chiavette USB, etichettate in modo ordinato e preciso. "Queste potrebbero contenere qualcosa di importante," disse Emilia, prendendole tutte con gesto deciso.Tornati all'appartamento di Emilia, dopo aver passato frettolosamente per un negozio di informatica per acquistare un adattatore USB compatibile con il laptop di Luca, collegarono una delle chiavette al computer. Il laptop emise un segnale acustico mentre riconosceva il dispositivo, e presto sullo schermo apparve una lista infinita di file e cartelle."Wow, quanti dati," esclamò Luca, sorpreso dalla quantità di informazioni contenute nelle chiavette. Emilia annuì, scrutando l'elenco con attenzione. "Dobbiamo essere metodici. Concentriamoci su quello che è più recente e potrebbe essere rilevante."Scorrendo tra i file, uno in particolare attirò la loro attenzione: si trattava di un video di sorveglianza datatosolo poche settimane prima. Il titolo del file indicava che era stato registrato all'interno di un edificio non identificato, presumibilmente uno dei luoghi frequentati da Roberto Brancacci."Guardiamo questo," suggerì Emilia, indicando il file con un gesto. Luca annuì, il cuore che batteva forte mentre cliccava sul video. La riproduzione iniziò con un'immagine sfocata, ma presto l'immagine si stabilizzò, rivelando una scena di un corridoio vuoto, illuminato da luci fluorescenti.Le persone nel video non erano visibili, ma si sentiva chiaramente una conversazione in sottofondo. Emilia si avvicinò al computer, cercando di captare ogni dettaglio. "Possiamo isolare l'audio?" chiese, mentre Luca manipolava i controlli per migliorare la qualità del suono.Poco a poco, le voci divennero più chiare. "... è essenziale che otteniamo quei documenti," disse una voce maschile, sussurrando appena abbastanza forte da essere udibile. "Brancacci sa troppo, dobbiamo fare in modo che non divulg..."."È uno dei potenti uomini di cui parlava Sofia," sussurrò Luca, gli occhi fissi sullo schermo. "Sta discutendo di Brancacci e dei documenti che abbiamo trovato.""Non è ciò che interessa a noi, però," disse Luca ad Emilia con voce ferma, ignorando momentaneamente l'agitazione che sentiva crescere dentro di sé. Inserirono un'altra chiavetta USB nell'adattatore, pronti a scoprire cosa altro potesse celare.Con il cuore in gola, Luca cliccò sul file e avviò il video. Le immagini iniziarono a scorrere, rivelando l'ingresso di un hotel. Emilia e Luca riconobbero immediatamente il posto: era l'hotel dove Eleonora era stata trovata morta. La telecamera inquadrava il corridoio che portava alle camere degli ospiti. La qualità del video era nitida, permettendo di vedere chiaramente ogni dettaglio.Improvvisamente, apparve una figura familiare: Matteo. Camminava con passo sicuro verso una delle porte, indossando abiti casual che contrastavano con la sua espressione tesa. Luca, Emilia e Sofia trattennero il fiato mentre lo osservavano aprire la porta della stanza e scomparire all'interno. Pochi minuti dopo, la porta si chiuse dietro di lui, lasciando il corridoio deserto e silenzioso.Il cuore di Emilia batteva così forte che sembrava risuonasse nell'intera stanza. "Matteo..." mormorò, lamente che cercava di processare l'importanza di ciò che stavano vedendo. "Cosa stava facendo lì? E perché?"Sofia, al suo fianco, seguiva l'azione sullo schermo con sguardo concentrato. "Questo video è cruciale," disse con voce seria. "Potrebbe essere la chiave per capire cosa è successo ad Eleonora, e chi è coinvolto."Luca annuì, gli occhi fissi sullo schermo mentre il video continuava a riprodursi. Ogni dettaglio, ogni movimento di Matteo, sembrava portare con sé nuove domande e implicazioni."Abbiamo bisogno di vedere di più," disse Luca dopo un momento di silenzio teso. "Dobbiamo sapere cosa succede dopo che è entrato in quella stanza."Emilia assentì, i suoi pensieri già proiettati verso il prossimo passo. "Abbiamo altre chiavette. Continuiamo a cercare, potremmo trovare altre prove."Luca prese una delle chiavette ancora inutilizzate e la inserì nell'adattatore USB. "Continuiamo," disse, il suo tono un misto di determinazione e ansia."Guarda qui," disse Sofia improvvisamente, il dito che indicava uno dei file. "Questo sembra essere un registro di accesso a uno degli uffici di Brancacci. Potrebbe esserci qualcosa di interessante."Con il cuore che batteva forte nel petto, Luca aprì il file e iniziò a esaminare il contenuto. Le voci di Emilia e Sofia si affievolirono mentre si concentrava sul testo, cercando indizi che potessero portare a una svolta cruciale nella loro indagine.Emilia, nel frattempo, non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Matteo nel corridoio dell'hotel, la sua presenza in quel luogo legato così intimamente alla tragedia di Eleonora. Ogni tanto, il suo sguardo si perdeva nello spazio, mentre le domande si accumulavano nella sua mente turbata."Non riesco a credere che Matteo fosse lì," mormorò Emilia, la voce impastata dall'emozione. "Era così sicuro, così... normale."Luca alzò lo sguardo dal monitor, i suoi occhi incontrarono quelli di Emilia. "Sì," disse con voce sommessa, "è difficile accettare che ciò che abbiamo visto possa essere vero."Sofia, che li osservava silenziosamente, intervenne con calma. "Questo video ci ha dato una prova concreta. Ora dobbiamo capire cosa ciò significa per noi e per la ricerca della verità."Emilia annuì lentamente, mentre cercava di contenere l'angoscia che la stava avvolgendo. "Dobbiamo continuare a scavare," disse con risolutezza. "Forse ci sono altri dettagli che non abbiamo ancora considerato."Con un senso rinnovato di determinazione, il trio tornò al lavoro, esaminando ogni documento, ogni foto e video con l'obiettivo di far luce sui misteri che li circondavano.Uno degli ultimi video mostrava Matteo che entrava nella stanza di Eleonora. La telecamera interna della stanza registrava ogni movimento. Eleonora era in piedi, immobile come una statua. Quando Matteo entrò, lei alzò lo sguardo, sorpresa e confusa. Dopo un breve scambio di parole, durante la quale Matteo sembrava agitato e nervoso, tirò fuori un oggetto contundente e colpì Eleonora alla testa, facendola cadere a terra priva di sensi.Emilia portò le mani alla bocca, soffocando un grido. Luca rimase immobile, gli occhi fissi sullo schermo. "È stato lui," sussurrò, la voce rotta dall'emozione. "Matteo ha ucciso Eleonora."Sofia era pallida, le lacrime agli occhi. "Non può essere... deve esserci un errore. Sembra solo un ragazzino."Luca scosse la testa, con un'espressione di dolore e incredulità. "No, non c'è nessun errore. Questo video è la prova. Ora sappiamo chi è il vero assassino."Emilia prese una decisione. "Dobbiamo andare dalla polizia. Questo cambia tutto."Mentre si preparavano a lasciare l'abitazione, Luca si girò verso Emilia. "So che è difficile da accettare, ma Matteo deve essere consegnato alla giustizia. E anche Roberto deve pagare per tutto questo."Sofia annuì, ancora sconvolta. "Farò tutto il possibile per aiutarvi," disse, la voce tremante ma determinata.Con il cuore pesante ma determinati a ottenere giustizia, Luca, Emilia e Sofia si diressero verso la stazione di polizia, pronti a svelare la verità su Matteo e a chiudere finalmente il capitolo più oscuro della loro vita.L'auto correva attraverso le strade di Napoli, i fari che illuminavano la via mentre l'adrenalina e l'ansia si mischiavano nel silenzio carico di tensione. Ogni metro percorso verso la stazione di polizia era un passo più vicino alla verità, e nessuno di loro avrebbe potuto prevedere cosa li aspettava all'arrivo. La città, con le sue luci e ombre, sembrava guardare indifferente il trio, ignara della battaglia interna che stavano combattendo.Arrivati alla stazione di polizia, l'edificio si ergeva davanti a loro, austero e imponente sotto il cielo notturno. Luca, Emilia e Sofia si avviarono verso l'ingresso, i cuori martellanti e le menti affollate di pensieri e paure. Entrarono nella stazione, le luci fluorescenti che illuminavano il contrasto con l'oscurità esterna.Luca, con il viso segnato dalla determinazione e dalla stanchezza, si avvicinò all'ufficiale di guardia. La sua voce era ferma ma tremante mentre spiegava rapidamente la situazione. "Abbiamo delle prove cruciali riguardo all'omicidio di Eleonora Brisetti. È urgente che parliamo con un investigatore immediatamente."L'ufficiale alzò lo sguardo, percependo la serietà nelle parole di Luca. Emilia, accanto a lui, sembrava un misto di nervosismo e risolutezza, mentre Sofia stava leggermente indietro, ancora scossa ma decisa ad andare fino in fondo. L'atmosfera era densa di ansia, ogni respiro sembrava pesante e carico di aspettativa.Le voci di Luca ed Emilia erano cariche di tensione, e l'ufficiale di guardia, riconoscendo l'urgenza della situazione, li indirizzò immediatamente verso l'ufficio di un investigatore di turno. "Seguite il corridoio, l'ufficiodel commissario Mancini è in fondo a destra. Gli dirò di aspettarvi."Mentre si dirigevano verso l'ufficio indicato, i loro passi risuonavano nel corridoio silenzioso, amplificando la sensazione di attesa. Ogni secondo sembrava dilatarsi, il peso della scoperta fatta li schiacciava con la sua gravità. Arrivati davanti alla porta, Luca bussò con decisione."Avanti," risuonò una voce dall'interno, profonda e autoritaria.Entrarono nell'ufficio del commissario Mancini, un uomo dai capelli grigi e lo sguardo penetrante, che li osservò con curiosità e attenzione. Luca prese un respiro profondo e iniziò a raccontare tutto, dalla scoperta del video alle implicazioni sconvolgenti che avevano portato alla loro presenza lì."Abbiamo il video qui," disse Emilia, tirando fuori la chiavetta USB. "Mostra chiaramente l'assassino mentre... mentre colpisce Eleonora."Il commissario Mancini prese la chiavetta con delicatezza, annuendo lentamente. "Capisco la gravità della situazione. Guarderò immediatamente il video e valuteremo il da farsi."Mentre il commissario inseriva la chiavetta nel computer e avviava il video, Luca, Emilia e Sofia si scambiarono sguardi tesi. La stanza era immersa in un silenzio inquietante, rotto solo dal ronzio del computer. Guardarono il video ancora una volta, le immagini che si ripetevano con la stessa chiarezza devastante.Dopo aver visto il video, il commissario si appoggiò alla sedia, il viso grave. "Questo cambia tutto. Procederemo con un'indagine approfondita e Matteo Del Core dovrà rispondere alle domande. Avete fatto la cosa giusta venendo qui."Luca annuì, il sollievo mescolato all'ansia per ciò che sarebbe accaduto dopo. "Grazie, commissario. Vogliamo solo lasciarci questa brutta storia alle spalle."Mentre l'ispettore dava ordini ai suoi agenti, Luca ed Emilia si scambiarono uno sguardo carico di tensione. Sapevano che la situazione stava diventando sempre più pericolosa, ma erano determinati a portare Matteo davanti alla giustizia. I loro occhi riflettevano una determinazione ferma, pronti ad affrontare qualsiasi ostacolo sul loro cammino.Dopo qualche ora di attesa, durante la quale Luca ed Emilia discutevano a bassa voce delle possibiliimplicazioni delle prove, l'ispettore tornò con un aggiornamento. Il suo passo era deciso, e il suo sguardo rifletteva una determinazione rinnovata."Abbiamo scoperto che Matteo è ancora nella villa a Bacoli. Gli agenti locali stanno andando lì ora per arrestarlo," annunciò, la voce ferma ma carica di tensione.Il cuore di Luca batteva forte nel petto mentre aspettava con ansia notizie cruciali. Ogni secondo che passava sembrava un'eternità. La stanza sembrava diventare più piccola mentre la tensione cresceva. Emilia cercava di mantenere la calma, ma i suoi occhi tradivano l'ansia che sentiva.Finalmente, il telefono dell'ispettore squillò, rompendo il silenzio carico di tensione. L'ispettore rispose immediatamente, ascoltando con attenzione mentre i minuti sembravano allungarsi. Ogni parola che riuscivano a percepire aumentava l'ansia del trio. Dopo una breve conversazione, l'ispettore si rivolse a loro."Gli agenti hanno trovato la villa vuota," disse con una nota di frustrazione. "Ma ci sono segni che suggeriscono che qualcuno potrebbe essere partito in fretta. Stiamo ampliando la ricerca."La notizia colpì Luca ed Emilia come un pugno nello stomaco. La speranza di una rapida risoluzione sembrava sfumare mentre immaginavano Matteo in fuga. Luca strinse i pugni, cercando di contenere l'ansia e la rabbia. "Dobbiamo trovarlo prima che possa sparire definitivamente."Emilia annuì, la determinazione che brillava nei suoi occhi. "Non può andare lontano. Con tutte le prove che abbiamo, non possiamo permettergli di scappare."Sofia, che aveva osservato la scena con crescente preoccupazione, si fece avanti. "Conosco bene quella villa e i dintorni. Posso aiutarvi a capire dove potrebbe essere andato."L'ispettore valutò l'offerta di Sofia con uno sguardo attento. "Ogni dettaglio è utile. Se avete qualche informazione su dove potrebbe essersi nascosto, è il momento di condividerla."Sofia annuì, decisa. "C'è una piccola barca che Roberto usava per spostarsi rapidamente. Potrebbe averla presa per sfuggire agli agenti. C'è anche un vecchio rifugio nella foresta vicino alla villa, un posto che pochi conoscono."L'ispettore prese nota, chiamando immediatamente gli agenti per indirizzarli verso le nuove possibilidestinazioni. "Grazie, Sofia. Ogni dettaglio può fare la differenza in questo momento."Mentre l'ispettore parlava al telefono, coordinando la ricerca, Luca, Emilia e Sofia si guardarono con una rinnovata determinazione. Sapevano che la strada sarebbe stata lunga e difficile, ma erano pronti a fare tutto il necessario per assicurarsi che Matteo non sfuggisse alla giustizia.Il tempo scorreva lentamente mentre aspettavano ulteriori aggiornamenti, ma la loro determinazione non vacillava. Era chiaro che la verità sarebbe emersa e che, finalmente, Eleonora avrebbe avuto giustizia.L'ispettore riattaccò il telefono e si voltò verso di loro con uno sguardo serio. "Abbiamo le nostre squadre in movimento. Non ci fermeremo finché non avremo trovato Matteo. Grazie per la vostra collaborazione. Questo caso non sarà facile, ma con il vostro aiuto, abbiamo una possibilità concreta di risolverlo."L'aria nella stazione di polizia era carica di tensione mentre attendevano ulteriori notizie. Luca, Emilia e Sofia si scambiarono sguardi nervosi, consapevoli che ogni minuto che passava poteva significare una nuova possibilità di fuga per Matteo.Dopo un po' di tempo, l'ispettore ricevette un'altra chiamata. La conversazione fu breve, ma l'espressione del suo volto cambiò rapidamente, passando dalla preoccupazione a una risolutezza determinata. Riagganciò il telefono e si rivolse al gruppo."Abbiamo una pista," disse, la voce ferma. "Gli agenti hanno trovato la barca ormeggiata in un piccolo molo a nord della villa. Non sembra essere stata usata di recente, ma ci sono tracce fresche di pneumatici che si allontanano dalla zona. Stiamo seguendo quelle tracce."Luca annuì, sentendo un barlume di speranza. "Dobbiamo seguirle anche noi. Ogni secondo conta."L'ispettore li guardò con un'espressione grave ma comprensiva. "Capisco il vostro desiderio di agire, ma dovete lasciare che la polizia gestisca questa parte. È pericoloso e non possiamo rischiare che qualcuno si faccia male."Emilia fece un passo avanti, la determinazione nei suoi occhi evidente. "Con tutto il rispetto, ispettore, siamo già coinvolti fino al collo. Abbiamo informazioni che potrebbero essere cruciali e conosciamo Matteo meglio di chiunque altro. Siamo pronti a correre il rischio."L'ispettore li scrutò per un momento, valutando la loro determinazione. Alla fine, scosse il capo. "No. Andate a casa e seguite le mie istruzioni alla lettera. Non possiamo permetterci errori."Luca si trovava seduto da solo nella sua modesta casa, immerso nell'oscurità della notte. Il silenzio era interrotto solo dal ticchettio dell'orologio sulla parete, un suono che sembrava riecheggiare nel vuoto della sua anima tormentata. Le ombre danzavano sulle pareti, proiettando una serie di forme mute che sembravano rispecchiare la complessità dei suoi pensieri.Con un sospiro profondo, Luca si passò una mano sfinita sul viso, sentendo il peso dell'angoscia che lo opprimeva. Le immagini della sua amata Eleonora gli balenavano davanti agli occhi, il suo sorriso luminoso e gli occhi pieni di vita ora solo un ricordo doloroso che gli bruciava nell'anima."Come ha potuto?" mormorò Luca tra sé e sé, la voce sommessa che risuonava nell'atmosfera carica di tensione della stanza. Le parole sembravano evaporare nell'oscurità, quasi soffocate dal peso della verità che era stata svelata. Luca sentiva un groviglio di emozionicontrastanti dentro di sé: rabbia, dolore, confusione. Aveva passato giorni a rincorrere la giustizia per Eleonora, ma ora che il colpevole era stato identificato, si sentiva sopraffatto dalla complessità dei suoi sentimenti.Si alzò lentamente dalla sedia e si avvicinò alla finestra, contemplando il paesaggio notturno che si stagliava al di là del vetro. Le stelle punteggiavano il cielo scuro come luci lontane, offrendo un flebile conforto nella sua solitudine. L'aria fresca della notte filtrava attraverso la finestra socchiusa, portando con sé il profumo dei fiori notturni e il suono lontano di una sirena di ambulanza."Eleonora..." sussurrò Luca, il suo cuore pesante di dolore mentre pronunciava il nome della sua amata. La voce gli tremava leggermente, impregnata di tristezza e rabbia repressa. "Voglio solo che tu sappia che farò tutto ciò che è in mio potere per ottenere giustizia per te."Le lacrime gli offuscarono la vista mentre le parole affioravano dalla profondità del suo essere, una promessa silenziosa di vendetta e redenzione. Eleonora era stata la sua luce, la sua gioia, e ora il suo ricordo bruciava come una fiamma nel buio della notte, guidandolo attraverso le tenebre verso un futuro incerto.La notte avvolgeva Luca in un abbraccio di solitudine, il buio della stanza riflettendo il turbamento che agitava la sua anima. Il suono improvviso di un leggero bussare alla porta interruppe il silenzio, facendo sobbalzare Luca dal suo stato di torpore. Con un sospiro, si alzò dalla sedia e si diresse verso l'ingresso, il cuore affondato in un mare di dolore e domande senza risposta.Quando aprì la porta, Emilia si trovava lì, il suo volto segnato dall'ansia e dalla compassione. I suoi occhi incontrarono quelli di Luca, trasmettendo un'intesa complicità senza bisogno di parole. "Luca, come stai?" chiese con voce gentile, il tono carico di preoccupazione.Luca guardò Emilia con uno sguardo che trasudava disperazione. "Come posso star bene, Emilia? Come può qualcuno star bene dopo aver visto ciò che abbiamo visto?" La sua voce tremava leggermente, carica di amarezza e tristezza. "Perché Matteo avrebbe fatto una cosa del genere? Cosa lo ha spinto a commettere un gesto così atroce?"Emilia si avvicinò a Luca con cautela, il suo cuore spezzato dall'angoscia che leggeva nei suoi occhi. Posò una mano tremante sulla sua spalla, cercando di alleviare il peso del suo dolore. "Lo so, Luca. Anche io mi sonoposta le stesse domande mille volte. È difficile da capire... ma dobbiamo continuare a cercare risposte. Eleonora merita giustizia, e noi siamo qui per assicurarci che ottenga quello che merita."Le parole di Emilia risuonarono nell'aria come un sussurro di speranza nella tempesta. Luca la guardò, il suo sguardo pieno di tristezza e rassegnazione. "Mi manca così tanto, Emilia... Mi manca ogni singolo giorno, ogni singolo istante. E non posso fare a meno di chiedermi perché. Perché Eleonora è stata strappata via da me? Perché il destino ha deciso di portarla via così presto?"Le lacrime gli offuscarono la vista mentre la sua voce si spezzava dall'emozione. Emilia lo abbracciò teneramente, condividendo il suo dolore e la sua angoscia. "Non lo so, Luca. Non lo so. Ma non siamo soli in questo. Siamo qui per sostenerci l'un l'altro, per trovare la forza di andare avanti e combattere per ciò che è giusto."Mentre si abbracciavano, Luca si soffermò sul profumo di Emilia, un delicato mix di fiori e tranquillità che gli ricordava la gentilezza e la forza della donna accanto a lui. Quel profumo, così familiare eppure così unico, gli ricordava Eleonora in un modo che nessun'altra cosa avrebbe potuto fare. Era come se un frammento del suospirito fosse rimasto con lui, inciso nel profumo di Emilia come una dolce promessa di speranza.Luca si sentiva travolto dalla presenza di Emilia, come se il solo tocco della sua pelle potesse risvegliare ogni nervo del suo corpo. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, un brivido di desiderio gli percorreva la spina dorsale, un misto di eccitazione e timore che lo lasciava senza fiato.Il profumo avvolgente di Emilia riempiva i suoi sensi, una fragranza sottile ma seducente che lo trasportava in un vortice di emozioni contrastanti. Era come se quel profumo avesse il potere di risvegliare in lui istinti primordiali, un bisogno profondo e primitivo di avvicinarsi a lei, di perdere se stesso nel suo abbraccio accogliente.Luca si sentiva attratto da ogni movimento di Emilia, dalla grazia dei suoi gesti al modo in cui i suoi capelli cadevano delicatamente sulle spalle. Era come se il mondo intorno a loro si dissolvesse, lasciandoli soli in una bolla di intimità condivisa, dove solo loro due esistevano.Era un desiderio che bruciava dentro di lui con una intensità travolgente, un bisogno di lei che andava oltre il semplice desiderio fisico. Voleva toccarla, sì, ma volevaanche proteggerla, amarla, essere tutto ciò di cui aveva bisogno. Era come se il solo pensiero di perderla fosse più doloroso di qualsiasi cosa avesse mai provato prima.Luca sentiva il fuoco del desiderio ardere dentro di sé, una fiamma che bruciava con intensità mentre i loro sguardi si incrociavano in un abbraccio di passione e desiderio. Senza esitazione, la prese tra le braccia, sollevandola con forza e determinazione, sentendo il calore del suo corpo contro il suo.I loro respiri si mischiarono in un sospiro di desiderio, mentre le labbra di Luca cacciavano con fervore quelle di Emilia. Il loro bacio era un turbine di emozioni travolgenti, una danza incendiaria di lingue e labbra che si cercavano e si univano in un vortice di passione.Le mani di Luca esploravano con ardore il corpo di Emilia, bramando ogni centimetro di pelle con un desiderio insaziabile.I loro corpi si cercavano con frenesia, ogni tocco un'esplorazione ardente. Le mani scivolavano lungo le curve del corpo dell'altro, scoprendo e riscoprendo ogni angolo con una fame insaziabile. Le bocche si trovavano e si separavano, i baci diventavano sempre più profondi, piùfamelici, mentre la loro pelle si accendeva sotto il tocco dell'altro.D'un tratto, Emilia fermò Luca. "E Eleonora?" gli chiese, con un nodo alla gola. "Tu la ami ancora."Luca si fermò, il suo sguardo si fece serio. "Mi sono aggrappato per molto tempo al mio sentimento per Eleonora," disse, la voce carica di emozione. "Ma non solo lei adesso è morta. Lei non mi ha mai amato nella misura in cui l'amavo io. Ero intrappolato in una relazione senza corrispondenza. Ma mi sbagliavo, Emilia. Io voglio te, io amo te."Gli occhi di Emilia erano pieni di dubbi e speranza. "Come puoi esserne così sicuro?" sussurrò.Luca le prese il viso tra le mani, i loro respiri si mescolavano. "Sapevo che avresti significato qualcosa per me nello stesso momento in cui ti ho guardata nei tuoi occhi spaventati la prima volta. Non c'era solo la paura, Emilia. C'era grinta, c'era passione... c'era vita. E io mi sono innamorato della tua forza e della tua dolcezza. Io amo te, Emilia, perché tu sei qui e ora."Il cuore di Emilia batteva all'impazzata. "Non sono Eleonora," mormorò, le sue parole appena un soffio."No, non lo sei," rispose Luca con intensità, avvicinandosi ancora di più. "Sei Emilia, con tutta la tua complessità, le tue paure e la tua incredibile forza. Sei tu che voglio al mio fianco, non un fantasma del passato. Tu sei reale, sei qui e io ti amo per tutto ciò che sei."L'emozione nei suoi occhi, il calore del suo tocco, erano irresistibili. Emilia sentì le barriere del suo cuore cedere, una dopo l'altra. Si avvicinò a Luca, le loro labbra si sfiorarono, un brivido di desiderio attraversò entrambi. Le mani di Luca scivolarono lungo la schiena di Emilia, tirandola più vicina, il loro abbraccio divenne più stretto, più urgente. Le labbra si incontrarono in un bacio carico di passione, un bacio che parlava di promesse e desideri ardenti. In quel momento, il passato svanì, lasciando spazio solo a loro due.Si spogliarono con urgenza, il bisogno di nutrirsi l'uno della vita dell'altro bruciava dentro di loro come un fuoco insaziabile. I vestiti caddero al suolo, dimenticati, mentre le loro mani esploravano avidamente la pelle nuda dell'altro. Emilia gli avvolse le dita tra i capelli, tirando leggermente come a prendere il comando. I loro respiri si fecero più veloci, più profondi, un crescendo di desiderio che sembrava non avere fine.Poi, con una mossa decisa, Emilia gli salì sulle gambe, i loro corpi si incontrarono in un contatto elettrizzante. Luca emise un gemito sorpreso e di piacere, le mani che si stringevano intorno ai fianchi di lei, il suo sguardo perso nei suoi occhi carichi di passione. Si aggrapparono l'uno all'altro, come naufraghi che trovano finalmente terra, cercando di colmare il vuoto di solitudine che li aveva avvolti per troppo tempo.Il loro bacio si fece più profondo, più urgente, le labbra che si muovevano in un ritmo frenetico, come se cercassero di assorbire l'essenza dell'altro. Le mani di Luca tracciavano sentieri di fuoco lungo il corpo di Emilia, ogni tocco amplificava il desiderio, ogni carezza era una promessa di piacere. Emilia si mosse contro di lui, i loro corpi che si trovavano in una danza primordiale, un'espressione di amore e bisogno che li travolgeva.In quella fusione di carne e anima, il mondo esterno svanì completamente. Non c'erano più pensieri, solo il bisogno urgente di sentirsi vicini, di fondersi in un'unica entità. I loro movimenti diventarono più frenetici, guidati da un istinto primordiale che li spingeva oltre ogni limite. Il piacere li travolse, un'ondata di emozioni che li lasciòsenza fiato, persi l'uno nell'altro in un abbraccio di passione infinita.Quando finalmente raggiunsero l'apice, fu come se l'universo stesso esplodesse in una miriade di luci e colori. Si aggrapparono l'uno all'altro, i corpi tremanti di piacere, le anime unite in una sinfonia perfetta. E in quel momento, seppero che nulla avrebbe mai potuto separarli, perché l'amore che li legava era più forte di qualsiasi

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