CAPITOLO 18

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"Ti prego, aiutami," disse Eleonora, a terra, la testa dolente per il colpo. La sua voce era un misto di supplica e disperazione, un richiamo che fece vibrare l'aria con una nota di urgenza ineludibile.

Eleonora sollevò debolmente la testa, gli occhi appannati dal dolore e dalla paura. "Per favore... aiutami... Non posso... non posso farcela da sola."

La donna si inginocchiò accanto a lei, la sua espressione angosciata riflessa negli occhi di Eleonora. "Mi dispiace tanto, ma... ma è troppo tardi per aiutarti," disse con voce tremante. "Non posso fare nulla ormai, non posso cambiare quello che è successo."

La notte era calata da tempo, e una leggera foschia avvolgeva la villa a Bacoli, conferendo un'aura quasi spettrale al luogo. Luca ed Emilia erano rientrati da tempo nella loro auto, nascosti tra le ombre, osservando attentamente ogni movimento. Luca era impaziente, le mani stringevano nervosamente il volante.

"Non ci posso credere" disse Luca, la voce piena di frustrazione. "Dobbiamo parlare con la signora Maria. Lei deve ammettere tutto! "

Emilia lo guardò, notando la tensione nei suoi occhi. "Lo so, Luca. Ma dobbiamo essere cauti. È vero che dobbiamo agire adesso, ma ciò non toglie che la nostra avventatezza ci si potrebbe rivolgere contro!"

Proprio in quel momento, videro un'auto scura avvicinarsi lentamente lungo il vialetto della villa. Luca si irrigidì, riconoscendo immediatamente il veicolo. "È Roberto," sussurrò, i suoi occhi fissi sull'auto che parcheggiava.

Emilia lo afferrò per il braccio, trattenendolo. "Aspetta," disse con urgenza. "Dobbiamo vedere cosa fa prima di muoverci. Potrebbe essere pericoloso."

Roberto scese dall'auto e si guardò intorno con circospezione prima di dirigersi verso l'ingresso della villa. La sua presenza lì sollevava nuove domande. Perché era lì così tardi nella notte? Non sarebbe stato meglio per lui non invischiarsi personalmente nella fuga?

"Devo fermarlo," insistette Luca, ma Emilia lo trattenne ancora una volta.

"Se Roberto è qui, c'è una ragione," disse Emilia, cercando di mantenere la calma. "Se ci scoprisse, potremmo perdere l'unica occasione che abbiamo di scoprire la verità. Dobbiamo aspettare e osservare."

Luca respirò profondamente, cercando di calmare l'impulso di agire. Guardò Emilia e annuì lentamente, ma poi l'esasperazione prese il sopravvento. "Io non ho alcuna intenzione di aspettare, Emilia! Quando agiremo? Sono così stanco di vedere la soluzione sfuggirmi di mano ogni singola volta. Sono stanco di sentirmi impotente! Ogni volta mi rendo conto che non posso fare niente! Niente!"

Le sue parole risuonarono nell'aria, cariche di frustrazione e disperazione. Emilia vide la rabbia nei suoi occhi, una rabbia alimentata da tutte le volte in cui erano stati vicini alla verità solo per vederla scivolare via all'ultimo momento. Sentiva la sua stessa tensione crescere, ma sapeva che cedere all'impulso avrebbe potuto compromettere tutto ciò per cui avevano lottato.

"Luca," disse con calma, cercando di infondere una sensazione di controllo nella sua voce, "capisco come ti senti. Anche io sono stanca e frustrata. Ma agire impulsivamente potrebbe farci perdere l'unica opportunità che abbiamo. Dobbiamo essere strategici. So che è difficile, ma dobbiamo tenere duro ancora un po'."

Luca serrò i pugni, lottando contro l'istinto di correre verso la villa e affrontare Roberto. "E se fosse la nostra ultima possibilità? Se aspettare significasse perdere tutto? Non posso sopportare di vederlo vincere ancora una volta. Quell'uomo, la sua famiglia, il suo nome. Non ne posso più."

Emilia lo guardò intensamente, cercando di fargli capire l'importanza della pazienza in quel momento cruciale. "Ascoltami, Luca. So che sei esausto, ma se agiamo senza pensare, potremmo dare a Roberto l'opportunità di coprire le sue tracce definitivamente. Abbiamo bisogno di prove solide per fermarlo, e questa potrebbe essere la nostra occasione per ottenerle. Ti prego, fidati di me. Dobbiamo fare questo nel modo giusto."

Ombre tra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora