La donna chiuse gli occhi per un attimo, il respiro spezzato e irregolare, come se stesse combattendo un conflitto interno dilaniante. Il silenzio nella stanza era quasi insopportabile, carico di tensione e disperazione. Poi, con una determinazione triste e rassegnata, aprì il fuoco.
Il primo colpo rimbombò nella stanza, seguito immediatamente dal secondo. Il suono degli spari fu assordante, un eco di morte che sembrò risuonare all'infinito. Il corpo di Eleonora si irrigidì per un istante, gli occhi sgranati in un'ultima, inutile preghiera, prima di crollare senza vita sul pavimento. Un rivolo di sangue si allargò lentamente intorno a lei, un segno rosso vivo dell'atto finale di violenza.
La donna rimase immobile per un istante, paralizzata dal suono degli spari che ancora riecheggiava nelle sue orecchie. Il suo volto era una maschera di tormento e pentimento, ogni respiro era un lamento silenzioso. Poi, come se il peso dell'arma fosse diventato insostenibile, lasciò cadere la pistola a terra con un tonfo sordo.
L'ispettore fissò la signora Maria con uno sguardo penetrante, mentre la luce delle luci lampeggianti illuminava il suo volto severo. "Maria Del Core, si dichiara colpevole dell'assassinio di Eleonora Brisetti avvenuto nell'Hotel Donatello, il giorno 20 aprile 2022?"
Maria abbassò lo sguardo, sentendosi pervasa da una marea di emozioni contrastanti. Con voce tremante, confessò: "Sì, sono colpevole."
L'ispettore incrociò le braccia, mantenendo lo sguardo fisso sulla signora Maria con fermezza. "Mi racconti esattamente cosa è successo quella notte, signora Del Core. Ogni dettaglio è importante per stabilire la verità dei fatti."
Maria sollevò lo sguardo, gli occhi lucidi di lacrime non versate. Inspirò profondamente, cercando di trovare la forza necessaria per raccontare la sua storia. "Ero al lavoro come cameriera nell'Hotel Donatello. Era una serata come tante altre, finché non ho visto mio figlio entrare."
L'ispettore annuì, invitandola tacitamente a proseguire.
Maria, con una voce che tradiva un misto di paura e determinazione, continuò: "Non avevo mai visto quel tipo di espressione sul suo volto prima di allora. Era come se le ombre stesse avvolgessero i suoi lineamenti, gettando un velo di oscurità su quel viso che pensavo di conoscere così bene. Il suo sguardo era freddo, privo di ogni traccia di emozione umana, come se fosse posseduto da una volontà oscura e implacabile."
"Quel momento è stato come un fulmine a ciel sereno, un brivido che mi ha attraversato la pelle e ha fatto rizzare i peli sulle braccia. Il profumo acre della tensione impregnava l'aria, mescolandosi al debole odore di sapone e candele di un hotel decadente. Il mio cuore batteva così forte che pensavo di sentirne l'eco nel silenzio della notte. Ogni suono sembrava amplificarsi, il rumore ovattato dei tappeti sotto i miei passi, il sussurro del vento tra le tende semi-sbiancate che danzavano nell'aria stagnante, tutto sembrava un avvertimento, un presagio di pericolo imminente."
"Ho capito che stava per fare qualcosa di terribile, così ho deciso di seguirlo discretamente. Il terreno sotto i miei piedi era morbido, l'odore della moquette impregnava l'aria mentre avanzavo con cautela nei corridoi semibuio, cercando di non far rumore. Le ombre delle lampade da tavolo proiettavano strani giochi di luce sulle pareti ingiallite, mentre la mia mente rincorreva pensieri oscuri e paurosi. Ma non potevo fermarmi, sapevo che dovevo scoprire cosa stava succedendo, anche se ciò significava affrontare il peggio."
L'ispettore ascoltava attentamente, osservando ogni suo movimento, ogni cambiamento di espressione.
"Mi ha condotta alla stanza di Eleonora Brisetti, ho aspettato che uscisse e poi, come un fantasma sono entrata scivolando lungo la parete." proseguì Maria. "E l'ho vista lì, in fin di vita, circondata da una pozza di sangue. Ho capito che mio figlio l'aveva ferita gravemente." Le sue mani tremavano mentre descriveva la scena, ogni parola era una pugnalata al cuore.
Maria si sentì come se un macigno le fosse caduto sulle spalle quando l'ispettore la interruppe con una domanda diretta: "E poi? Cosa è successo?"
La stanza d'interrogatorio sembrava stringersi intorno a lei mentre le parole dell'ispettore risuonavano nell'aria carica di tensione. Maria si sentì improvvisamente vulnerabile, come se ogni segreto che aveva cercato di nascondere fosse stato improvvisamente svelato alla luce crudele della verità.
Un silenzio pesante avvolse la stanza mentre Maria cercava disperatamente le parole giuste per rispondere. La sua mente era in tumulto, i ricordi si affollavano nella sua mente, offuscando il presente con le ombre del passato. Ricordava il momento in cui aveva preso quella decisione fatale, il senso di impotenza che l'aveva travolta mentre cercava freneticamente una via d'uscita da un labirinto di bugie e tradimenti.
"Ho pensato... Ho pensato che se Eleonora si fosse ripresa, avrebbe denunciato mio figlio," ammise finalmente, la voce appena un sussurro rotto dall'emozione. "Ero terrorizzata all'idea che la sua vita sarebbe stata rovinata. Così ho preso la pistola e ho sparato, sperando di proteggere mio figlio."
L'ispettore ascoltò attentamente, il suo volto impassibile nascondeva la tempesta di pensieri che si agitavano nella sua mente. Ma sapeva che doveva rimanere concentrato, che doveva raccogliere ogni dettaglio per portare alla luce la verità di quella terribile notte.
"Ma perché spararle? Avrebbe potuto trovare un'altra soluzione. C'è sempre un'altra via, signora Del Core. Perché ha fatto questo?" Aggiunse l'ispettore, il tono più intenso e carico di tristezza e disperazione.
Maria abbassò lo sguardo, il viso segnato dalla sofferenza e dal rimorso. "Questa famiglia... è piena di ombre," sussurrò. "L'oscurità di questo cognome ha inghiottito anche Matteo...e me, facendomi travisare cosa fosse giusto fare per amore. Ho pensato di poter proteggere mio figlio a qualsiasi costo, anche commettendo un crimine terribile. La morte di Eleonora sembrava l'unico modo per evitare che l'oscurità consumasse completamente il mio bambino."
"Mio Dio," sussurrò Maria, le lacrime rigavano il suo viso mentre si sforzava di controllare le emozioni che la travolgevano. "Mi rendo conto che ho commesso un errore terribile. Ho cercato di proteggere mio figlio, ma a che prezzo? Ho ucciso una donna! Ho ucciso una donna con il suo bambino. Come ho potuto?"
L'ispettore osservò Maria con compassione mentre le lacrime solcavano il suo viso. Si avvicinò silenziosamente a lei, offrendole un fazzoletto di carta. "Prenda il suo tempo, signora Del Core," disse con voce gentile. "Capisco che confessare la verità può essere difficile, ma è il primo passo verso la redenzione."
Maria accettò il fazzoletto con gratitudine, asciugando le lacrime mentre cercava di calmare il suo respiro affannoso. "È stato un errore terribile," ripeté, la voce tremante. "Non volevo che mio figlio finisse coinvolto in tutto questo. Ho cercato di proteggerlo. Roberto mi minacciava di pesanti ripercussioni se fosse successo qualcosa a Matteo. La sua reputazione doveva essere impeccabile se voleva essere riconosciuto come suo erede. Io...ero in preda al panico, ispettore."
Mentre le lacrime rigavano il viso di Maria, l'ispettore sentiva un nodo alla gola. Era un momento difficile per entrambi, ma la legge doveva essere rispettata. Con gesto misurato, si avvicinò alla donna, posando una mano sulla sua spalla come segno di conforto, anche se sapeva che non avrebbe potuto cancellare il dolore che Maria stava provando, né quello che aveva provocato.
"Signora Del Core," disse l'ispettore con voce ferma ma compassionevole, "mi dispiace, ma devo arrestarla per l'omicidio di Eleonora Brisetti. Le leggeremo i suoi diritti e la condurremo in questura per ulteriori interrogatori e procedimenti legali."
Maria tremò sotto lo sguardo severo dell'ispettore, ma accettò il destino che l'attendeva con rassegnazione. Si alzò lentamente dalla sedia, sentendo il freddo delle manette stringersi attorno ai polsi. Era come se quel gesto simboleggiasse il peso delle sue azioni, ma nonostante il peso delle catene cominciò a sentirsi libera.
Le lacrime continuavano a scorrere lungo le sue guance mentre l'ispettore la guidava fuori dalla stanza dell'interrogatorio. Il suo respiro era affannoso, il cuore pesante nel petto. Ogni passo verso l'uscita sembrava un passo verso l'uscita dall'abisso.
Mentre attraversavano il corridoio, Maria si voltò per un istante, lo sguardo pieno di rimorso e dolore. "Mi dispiace," mormorò più a se stessa che ai presenti, le parole appena udibili mentre veniva condotta via. Ogni parola sembrava risuonare nei corridoi vuoti, un'eco delle sue colpe.
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Ombre tra di noi
Mistero / ThrillerLuca Salzano ha perso tutto nella vita: la moglie, la reputazione e ogni speranza per il futuro. Ora, gli resta solo un'ossessione: scoprire il vero assassino e ottenere vendetta. In un mondo dove la vendetta per amore si confonde con la giustizia...