CAPITOLO 20

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Mentre Eleonora cercava di assimilare quelle parole, la sua vista si spostò sulla pistola caduta a terra. Un lampo di paura attraversò i suoi occhi quando si accorse che la donna la notò nello stesso momento. Senza esitare, la sconosciuta si chinò rapidamente e raccolse l'arma. Le sue mani tremavano visibilmente mentre afferrava la pistola, e si coprì il volto con un braccio, come se cercasse di nascondere non solo la propria identità, ma anche il peso della decisione che stava per prendere.

Eleonora, in preda al terrore, tentò di alzare una mano in segno di supplica. La sua voce era debole, un filo spezzato di speranza e disperazione. "No, ti prego, non farlo..."

Arrivati nell'ampio terrazzo, Luca sentì il freddo della notte pungere la sua pelle esposta. La luna splendeva nel cielo scuro, lanciando un bagliore argenteo sulle superfici di marmo del terrazzo, creando giochi d'ombra che sembravano danzare con il vento.

Lo sguardo di Luca si posò su Roberto con una fermezza determinata. Era finalmente arrivato il momento di affrontare le conseguenze delle sue azioni, di mettere fine alla fuga e di rendere giustizia a coloro che aveva ferito. Non c'era più via di scampo per lui. L'avrebbe preso e assicurato alla giustizia, anche se ciò significava confrontarsi con i demoni del suo passato.

Ma mentre si avvicinava a Roberto con passo deciso, un brivido di terrore gli attraversò la schiena. C'era qualcosa nell'andatura di Roberto che non gli piaceva, una tensione nell'aria che sembrava preannunciare una tragedia imminente. Luca sentì un groppo formarsi nella gola, ma respinse con forza l'impulso di indietreggiare.

Prima che potesse fare qualcosa, Roberto superò la balaustra con un gesto repentino, come se fosse spinto da una forza più grande di lui. Un grido di sgomento scappò dalle labbra di Luca, il suo cuore si fermò per un istante mentre guardava impotente il corpo di Roberto scomparire nel vuoto.

In un attimo, la realizzazione lo colpì come un pugno nello stomaco. Non aveva mai voluto scappare. Capì troppo tardi, mentre l'orizzonte sembrava piegarsi intorno a lui, che Roberto stava cercando la fuga dalla propria miserabile esistenza. Le lacrime gli bruciarono gli occhi mentre il senso di impotenza lo schiacciava come un macigno.

Senza esitazione, Luca si lanciò verso la balaustra, il cuore straziato dal rimorso e dalla disperazione. Il vento gli sferzò il viso mentre il vuoto lo inghiottiva, ma lui non badò a nulla di tutto ciò. "Roberto, no!" gridò con una voce rotta dall'angoscia, ma le sue parole si persero nel vuoto mentre il vento portava via ogni speranza di redenzione.

Il silenzio che seguì fu assordante, rotto solo dal suono del vento che sibilava tra gli edifici. Luca rimase immobile, lo sguardo fisso sul punto dove Roberto era appena scomparso. Il senso di colpa lo avvolse come una morsa, mentre le lacrime gli rigavano il volto.

Pochi istanti dopo, giunsero anche Emilia e la signora Maria, le loro figure avvolte nell'oscurità della notte. La luce della luna illuminava appena il loro volto teso, mentre si affacciavano sul terrazzo con occhi pieni di preoccupazione e incredulità.

Emilia si aggrappò alla balaustra con le mani tremanti, il suo respiro affannato si confondeva con il suono del vento che ululava tra gli edifici. Il suo sguardo si posò su Luca, domandando silenziosamente una spiegazione per ciò che era accaduto. Ma non c'erano parole che potessero lenire la ferita aperta nel suo cuore.

La signora Maria, invece, rimase immobile come una statua di marmo, il suo volto segnato dall'orrore e dal dolore. Le lacrime le rigavano il viso, ma la sua voce era assente, soffocata dalla tristezza e dalla disperazione. Guardava il vuoto con occhi spenti, incapace di comprendere pienamente la tragedia che si era appena consumata davanti a lei.

Ombre tra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora