Capitolo 37- Superior

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Delilah's pov

Il viaggio procedeva lentamente, troppo per i miei gusti. Quella stanza lunga era carica di tensione. Entrambi avremmo voluto fare un primo passo ma nessuno lo fece realmente.

Era ancora seduto davanti a me, mentre per evitarmi guardava il finestrino. Stavano iniziando a sudarmi le mani e nonostante avessi una sete da paura, per colpa delle patatine, esitavo a prendere in mano il bicchiere per paura che mi cadesse.
Sì, mi rendevo conto che a volte la mia mente viaggiasse un po' oltre. Ma ero fatta così.

-Allora, quanto manca?-

-Siamo appena partiti, ti sei già stancata?-

Dio, sì.

Solo di questo silenzio che mi faceva sentire fuori luogo e di questa oppressione che mi creava stare con lui.

-Ascolta-

Disse alzandosi per venire a sedersi goffamente vicino a me.

-Mi permetti veramente di farti sentire così?-

-Così come scusa?-

-Guardati-

Mi ero fatta piccola piccola nell'angolino con il bracciolo che separava la mia poltrona da un altra. Tenevo la schiena dritta con la testa leggermente inclinata, le mani congiunte in mezzo alle mie gambe. Voltarmi verso di lui era fuori discussione. O perlomeno la sua mano non la pensava così.
Lui non la pensava così.
Si avvicinò ancora di più a me per posare una mano sotto il mio mento, facendomi girare. Stavo andando in ebollizione.
I nostri volti erano talmente vicini dopo tanto tempo che non riuscii a contenere l'eccitazione. Schiusi la bocca con aria disinvolta mentre ero persa nelle sue iridi, il suo profumo mi mandava fuori di testa.

Prese a fissarmi, distolse lo sguardo per posarlo sulla mia bocca per poi riportarlo sui miei occhi. Il ragazzo furbo mi aveva appena fatto il cosiddetto triangolo con gli occhi e la mia reazione non tardò ad arrivare. Sicuramente ero diventata un peperone, ma la cosa non mi fermò dall'avvicinarmi per far toccare le mie labbra con le sue.

Il gesto venne apprezzato, un mugolio di piacere fuoriuscì dalle sue labbra per la sorpresa.
Prendendomi per i fianchi mi costrinse ad abbandonarmi sopra di lui che si era sdraiato. Adesso le nostre intimità erano attaccate, proprio come le nostre bocche che non avevano neanche accennato a prendere fiato.
Se volevo morire, non c'era modo migliore che farlo per colpa della sua bocca. Sentivo la sua eccitazione premere contro il mio inguine e sapevo di essere fortunata perché lui non poteva sapere quanto io fossi bagnata. Okay, la verità? Gli presi una mano e gliela portai dentro i miei pantaloni, scostando le mutandine, per fargli sentire quanto lo desiderassi.

La sua erezione iniziava a farsi sentire davvero tanto, premeva insistente e sapevo quanto soffrisse perché provavo la stessa identica cosa. Perché frenarsi? Sentivo la sua lingua farsi spazio nella mia bocca, desiderosa di avvolgersi alla mia e glielo permisi. Sentii il suo sapore e mi lasciai scappare qualche suono che sembrò eccitarlo ancora di più perché cominciò a sbottonarmi la camicetta che una volta tolta buttò nel tavolino di fronte a noi.
Ci staccammo e mi portai più su interrompendo il contatto affinché potesse slacciarmi il reggiseno per potermi leccare e stuzzicare dove più gli piacesse e dove più piacesse a me.

-Allora vedi che tanto innocente non ci sei?-

-Ti ho mai dimostrato il contrario?-

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 20 ⏰

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