Capitolo 34- Sogno

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Delilah's pov

La faccia sbalordita di mio padre appena mi ha visto essere portata fuori dalla polizia.
Il volto di mia madre piangente, mia sorella stretta a lei.
Le continue domande dei poliziotti, il mio viso fiacco.

-Ci puoi dire che cosa hai visto?-

I due uomini in divisa di fronte a me cercano di farmi parlare.
Ricordo solo il terrore, le mie mani sudate e quell'urlo acuto che mi ha stordita.

-È solo una ragazzina, che cosa potrà mai aver fatto?-

Rimango inerme, in piedi e con la coperta che mi è stata distrattamente messa sulle spalle.

-Non possiamo accusarla di omicidio, non abbiamo prove sufficienti-

-Cazzo!-

Mio padre sta venendo da me.
Mi raggiunge con grandi falcate, lo vedo rabbioso e desideroso di uccidermi.
È questa la mia fine? Mi tira uno schiaffo talmente forte da farmi quasi stortare il collo. Il dolore, prima poco percepibile, inizia a prendere possesso della mia guancia. Il tempo di riprendermi che un altro schiaffone mi colpisce in viso. Sono stordita e ferita ma nessuna lacrima riga il mio viso. I poliziotti sono costretti a tenere mio padre per le mani, prima che mi stenda completamente, ma non ce la fanno e cado in terra. Sono morta?

-Delilah?-

Non vedo nulla. Forse è la voce di dio che mi sta chiamando? Avrei dovuto prendere in considerazione l'idea di tornare in chiesa.

-Delilah!-

Le voci si sono moltiplicate, ne sento mille chiamarmi nell'eco.

-Del, cazzo!-

No, la voce è solo una. Ed è la sua.

Mi svegliai di soprassalto, e mi tirai su con le braccia. Ancora stordita dal sonno non mi accorsi che sopra di me c'era Ayden e finimmo per darci una capocciata.
Cazzo, era tutto un sogno. Lo stesso che ormai facevo da anni, ma che quasi non mi faceva più effetto. Ogni volta credevo di morire, invece la mia coscienza forse riconosceva che ad una certa le ore di tortura sarebbero dovute finire.

-Oddio scusami tanto!-

Si portò indietro con la schiena, mi scrutò e si posizionò di fianco a me.
Ripresi coscienza dopo essermi stropicciata un po' gli occhi. Quella non era camera mia.
Inarcai un sopracciglio e mi girai verso Ayden: mi doveva assolutamente delle spiegazioni. L'unica cosa che ricordavo era il locale di ieri sera assieme a quell'aspro cocktail, il dopo era un'incognita per me... Anche se ero finita nel suo letto, quindi questo voleva dire che probabilmente lo avevamo fatto.

-Allora?-

-Stavi tremando-

-Sì, non intendevo quello-

Sapevo che durante il sonno spesso ero irrequieta. Mi confrontavo su questo durante le notti che passavo con Chloe, quando ne facevamo, e lei era l'unica che riusciva a tranquillizzarmi.

-Cosa intendevi allora?-

-Innanzitutto, cosa ci faccio qui?-

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