Capitolo 24- Vedova nera

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⚠️Questo capitolo contiene scene sessualmente esplicite⚠️

Delilah's pov

Dovevo ancora metabolizzare bene quello che era successo quando mi avviavo verso la macchina con Ayden.
Era andato peggio di quanto pensassi, ma ei, lui aveva ragione no? Ci avevo passato una vita senza, perché questo avrebbe dovuto condizionarmi ora? Non avevo fatto nulla di sbagliato in quell'arco di tempo, quindi non avrebbe avuto neanche motivo di smettere di darmi soldi. Una lacrimuccia mi scese comunque, ormai rassegnata al fatto che nonostante la forza di volontà che ci mettessi niente sarebbe tornato come ai tempi. Ayden invece sembrava più incazzato di me e non ne aveva motivo. Si era permesso di alzare la voce davanti a mio padre, una briga che nessuno si era mai permesso di prendere. Non credevo che quando si alzarono dal tavolo avessero parlato realmente di auto, c'era qualcosa di strano; avrei voluto fare qualche domanda ma non mi sembrava nelle condizioni di sopportarle. Non lo avevo mai visto così e mai avrei pensato in una situazione del genere, soprattutto perché riguardava me.

Scendemmo dalla macchina e lui dopo una silenziosa e breve camminata se ne andò, lasciandomi indietro mentre provavo a correre per raggiungerlo.

-Ayden! Ma che cos'hai? Ti prego, non fare così-

Sembrava poco intenzionato a rivolgermi parola ma quando arrivammo alla hall si girò in fretta, avrebbe voluto lasciarmi in sospeso.

-Delilah, non ho nulla. Va' in camera, ci vediamo domani-

-Aspetta!-

Non feci in tempo a raggiungerlo che prese l'ascensore precedentemente chiamato, lasciandomi sola con la sua giacca ancora sulle spalle.
Bene, un pretesto per tornare da lui e farlo parlare.

Arrivata davanti le scale mi tolsi i tacchi che tenni stretti in una mano e mi avviai velocemente al mio piano, sperando di fare in tempo per vederlo uscire dall'ascensore.

Feci troppo tardi però, quindi mi ritrovai costretta a bussare se non fosse per la sua porta: si era dimenticato di chiuderla. A piccoli passi mi addentrai nella stanza, avendo un infarto a ognuno di essi per paura che potessi ritrovarmelo davanti. In poco tempo riuscii ad orientarmi per bene, mi resi conto che fosse la mia camera specchiata.
E poi lo vidi.
Era a braccia conserte davanti la porta-finestra, con lo sguardo rivolto verso il basso, il labbro inferiore tra i denti e i capelli scombinati. Dalla camicia attillata era possibile notare i suoi bicipiti marcati che si contrassero non appena portò le sue mani nei capelli per smuoverli un po'.

-Ayden...-

Non si mosse, rimase fermo stavolta. Si mise seduto sul letto poggiando i gomiti sopra le ginocchia, sembrava poco sorpreso dalla mia presenza, forse l'aveva percepita da subito.

-Sapevi che fossi qui?-

-Beh, era difficile non notarti dal riflesso della finestra-

Cazzo che idiota. Perché non ci pensai prima, che figura di merda.

-Avevi lasciato la porta aperta... l'ho richiusa-

Si girò per guardarmi prima di inarcare un angolo della bocca all'insù. Alzatosi in piedi, ritornò con le braccia conserte a guardare me.

-Grandioso Del, sai cosa hai appena fatto?-

Oddio. L'ansia. Il terrore.
Che avevo appena fatto? Speriamo nulla di grave.

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