𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑈𝑛𝑑𝑖𝑐𝑖.

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Yale di domenica mattina regna nella più assoluta pace e nel totale silenzio

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Yale di domenica mattina regna nella più assoluta pace e nel totale silenzio. La maggior parte degli studenti preferisce, almeno per un giorno, svegliarsi tardi e passare una giornata in tranquillità accantonando lo studio.

Inoltre di domenica risparmi le file ed è l'unico giorno in cui la mensa è semideserta. Magari fosse sempre così.

Gli studenti di queste parti tornano a casa nel fine settimana, mentre per me la domenica ideale va passata dormendo e facendo il minimo indispensabile.

Oggi però sono costretta a fare un eccezione. Ho appuntamento con Atlas alle 10:30 per essere ammessa al suo stupido club di recitazione.

Cammino stando attenta alle diverse indicazioni. Non sono mai stata al teatro di Yale, visto che si trova in una delle zone che ho meno frequentato da quando sono qui. Non so se sia questo posto o semplicemente il clima, ma sento freddo. Pensandoci siamo a fine settembre e sta sempre di più per avvicinarsi il mio periodo preferito dell'anno: quello dell'autunno e dell'inverno.

Decido di camminare più velocemente in modo da riscaldarmi, curiosa di sapere come reagirà Atlas vedendomi.

Una parte di me crede che farà come dopo l'accaduto alla festa in piscina, mentre un altra pensa a una reazione diversa.

L'altra sera Kat mi è subito venuta incontro e per una volta è stata lei a richiamare me. Ha detto che sono stata esagerata e che Atlas non è come sembra.

So benissimo che ha voluto riferirsi al fatto che gli ho dato del 'bipolare', ma è la verità. Non mi sono pentita di quello che gli ho detto in quel momento, ma le reazioni dei suoi amici e soprattutto la sua reazione, mi hanno fatto capire che forse per una volta sarei dovuta stare zitta e ringraziare, avrei potuto accusarlo in un altro momento.

Ma oramai il danno è fatto.
E poi se devo essere sincera sono del parere che non è una giustificazione il suo essere bipolare, non ha il diritto di dire certe cose sul mio conto.

Arrivo davanti al teatro trovando la porta semichiusa, sono le 10:25, sono arrivata con 5 minuti di anticipo, è possibile che lui sia già qui?

Mi faccio coraggio ed entro trovando come non detto Atlas al suo interno.
È seduto sul palco e sta leggendo un libro, ha addosso un jeans e una t-shirt nera. Non sembra aver notato la mia presenza.

Sto per parlare quando è lui a farlo.
<<So che sei qui, avanti vieni>> mi fa cenno di salire sul palco.

Non me lo faccio ripetere due volte.

<<Buongiorno>> dico sedendomi al suo fianco. Lui mi rivolge un occhiata.

<<Cosa leggi?>> domando per smorzare la tensione.

<<Stephen King>> risponde con aria scocciata.

Ok forse aveva ragione l'altra parte della mia testa, sta reagendo male.

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐌𝐢𝐧𝐞✰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora