𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑆𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖.

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"Il tempo risana le ferite, ma le cicatrici restano e ci vuole poco per farle di nuovo sanguinare" è una delle frasi che sto vivendo sulla mia pelle

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"Il tempo risana le ferite, ma le cicatrici restano e ci vuole poco per farle di nuovo sanguinare" è una delle frasi che sto vivendo sulla mia pelle.

Sono passati soli due anni da quando il mio incubo è finito, eppure avvolte ho la percezione che sia passata un'eternità.
Un'eternità perché io sono cambiata, sono andata avanti. Ho ucciso l'Athena di un tempo dando vita a una versione migliore di sé. Dell'Athena dolce, gentile, premurosa, timida e impacciata non c'è più traccia; ora l'Athena di oggi è egoista, non è più come prima e mostra affetto solo per poche persone; forse dovrei ringraziare i miei bulli per questo, o forse no.

Al diavolo, meritano l'inferno quei soggetti.

Nonostante tutto però, le cicatrici sono rimaste, e anche se sono troppo orgogliosa per ammetterlo, si fanno risentire avvolte e bruciano da morire.

Ora sto camminando per i corridoi verso la mensa più infuriata che mai, quando vorrei solo scomparire.

Sembra di essere ritornata indietro nel tempo, nella mia scuola, nel mio incubo.

Tutti mi guardano, tutti ridono, tutti hanno visto quel video. C'è chi ride, chi imita la me sedicenne nel video, chi fa battute sconce e poi quei pochi che assistono allo spettacolo in silenzio, senza intervenire, rivolgendomi solo qualche sguardo di compassione. Ditemi che è solo l'ennesimo brutto sogno, che non è vero,  che sto solo dormendo.

Sento di nuovo quel pensiero, quel pensiero che credevo di aver dimenticato e che mi ero ripromessa di non provare mai più. Il pensiero d'essere sbagliata che anni prima mi tormentava fino a dentro le viscere, che mi faceva piangere tutto il giorno, che mi faceva vomitare nel vedere il mio riflesso allo specchio, che mi ha ucciso dentro e che mi ha fatto odiare me stessa.

L'Athena di due anni fa sarebbe scoppiata a piangere nei bagni, mentre quella di ora accantona queste emozioni perché ne prova anche un'altra.

Provo rabbia, così tanta per chi ha ricacciato fuori questa storia, per chi si sta prendendo in gioco di me, un rancore infinito perché sono stata stupida, una sciocca, mi sono fidata di nuovo e qual è stato il risultato? Sono stata ripagata con la stessa moneta, bene. Ma questa volta, giuro sulla mia stessa vita, che il colpevole non la passerà franca. La pagherà e passerà l'inferno come me.

"Hai detto che stai accantonando quelle emozioni, non che non le senti ancora. Sei ancora la stupida Athena che si fa prendere in giro, ma non vuoi accettarlo e ti fingi forte. Sei e sarai per sempre una debole" rimbomba una voce nella mia testa. Non voglio sentirla più.

«Ehilà Morrison, hai imparato a mettere bene la lingua ora?» sento dire da una voce maschile.

Mi fermo di scatto e serro ancora di più le mani in due pugni stretti, tanto da far diventare le nocche bianche.

'La violenza non serve a nulla' ripeto più volte nella mia mente.

«Dai Mark, lasciala stare, non vedi com'è ridotta, poverina, avrà passato tutta la notte a piangere. E poi ora non è più come prima, una botta gliela darebbero tutti i ragazzi di Yale» commenta un altro ragazzo.

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐌𝐢𝐧𝐞✰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora