𝐴𝑡ℎ𝑒𝑛𝑎 𝑀𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜𝑛: esigente nello studio, con un carattere forte, testarda e con 0 interesse verso la vita universitaria.
𝐴𝑡𝑙𝑎𝑠 𝐿𝑎𝑛𝑐𝑎𝑠𝑡𝑒𝑟: uno dei tre ragazzi più temuti dall'intera università, conduce una doppia vita e non...
‼️I flashback presenti potrebbero toccare qualcuno più sensibile. Trattano argomenti delicati, quindi, consiglio la lettura di essi solo a delle persone mature.️‼️
Buon proseguimento❤️🩹.
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Rimango a guardare la scena di due ragazze, qualche scaffale più in là, che parlano di libri tra di loro, e non posso fare a meno di sorridere.
Venus, vedendo i suoi comportamenti, è del tutto a suo agio, cosa che ultimamente non succedeva da un po'. Non sono sicuro che in mia compagnia, ad esempio, sia del tutto se stessa.
Ora, grazie ad Athena, mi sembra finalmente di vedere la mia Stella.
Quella solare, genuina, altruista, capace di strappare un sorriso a chiunque. In parole povere, un'anima pura che brilla.
Venus ha da sempre ai miei occhi brillato di positività, splendore e bellezza. Proprio come una stella, ecco il perché del soprannome.
Non nego però che, l'Atlas bambino, la invidiava. Provava invidia perché lei è la preferita di mamma e papà, loro in lei vedono qualcosa di buono, come non biasimarli. Invidia perché lei, a differenza mia, ha ricevuto più carezze e non schiaffi. Perché Venus rappresenta la figlia perfetta: buona, brava, studiosa, rispettosa e senza un disturbo di bipolarità.
Lei non è debole.
Non è come me.
Inizio Flashback
13 anni prima:
«Piangi ancora? Non ti è bastata la lezione, eh?» urla mio padre.
Un colpo.
Subito dopo un altro, un altro e un altro ancora.
Tutto questo perché ho avuto una mia crisi durante un evento importante.
Come se dipendesse da me...
Come se io le facessi apposta, quando in realtà non riesco a controllarle.
Vorrei, vorrei davvero tanto saperle controllare, saper controllarmi, ma non è dipeso da me.
«Non succederà più, papà. Te lo prometto» dico reprimendo un singhiozzo.
Ricevo ancora un colpo.
«Più piangi, più ne prenderai. Piangere è da deboli e i Lancaster non sono deboli.»
«Tu sei debole. Sei il disonore della famiglia» dice tirandomi un ultimo colpo.
Infine, se ne va e mi rinchiude in camera.
Fine Flashback
Quella era la mia punizione.
Rimanere rinchiuso in camera mia per ore e ore, avvolte anche a digiuno.
