Sei Ore - Prima Parte -

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Passione: Sofferenza fisica o spirituale: nel primo senso sopravvive solo con riferimento al sacrificio di Cristo e a quello dei primi martiri della fede cristiana; nel secondo si associa all'idea di una profonda e tormentosa afflizione

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Passione: Sofferenza fisica o spirituale: nel primo senso sopravvive solo con riferimento al sacrificio di Cristo e a quello dei primi martiri della fede cristiana; nel secondo si associa all'idea di una profonda e tormentosa afflizione. Adesso, io non sono né un santo né Gesù Cristo, pur menzionandolo spesso durante quella agognata sofferenza e patimento sessuale, ma di certo potevo classificare le mie esperienze carnali come un tormento viscerale e un martirio per la mia anima.

Tutto era passione.
Tutto era delirio.
Tutto era proprio come volevo che fosse.

Non c'era giorno in cui la passione facesse il suo ingresso trionfale, e non c'era giorno in cui ne sentissi la necessità con le sue prerogative sulla mia pelle. Uno status non differente da qualunque uomo della mia età, ma con la percezione di avere il mondo in pugno.

Sentire il mondo tra le mie dita era esperienza sublime ma sentire le mie dita vigorose dentro Myrea lo era molto di più. Il suo corpo perfetto levigato da madre natura come se fosse un blocco di alabastro, i suoi occhi di un azzurro così intenso da sembrare acquamarina e le sue labbra morbide e carnose come un cuscino di piume, aveva sovvertito il mio orientamento sessuale facendomi ricredere su molte cose. Se prima adoravo sperimentare con donne mature e il loro essere prive di inibizioni e purezza, adesso preferivo un bel culo sodo accompagnato con rispetto da una verginità tutta da profanare, e il santo culetto di Myrea era il giusto mix tra il sacro e il profano. Aggiungete un sadico arrogante a cui non frega un cazzo di venerazione e rispetto e il gioco è fatto.

Un gioco fatto di buio, godimento e morsi.

Già, mi aveva morso.

Alla piccola Myrea piaceva mordermi fino a farmi male.

Bene.

Profondo e intenso, proprio come il mio cazzo nella sua gola.

E proprio lì, tra lo sfarzo più assoluto e le coppe di cristallo che brillavano con la luce che si spostava, le mie elucubrazioni si facevano più nitide e precise. Sorrisi facendo scivolare i gemelli dentro gli occhielli della mia camicia nera per poi dare uno sguardo veloce al Rolex con quadrante blu notte che avevo sul polso. Era tempo di vedere paparino e cosa voleva da me da quella chiamata improvvisa sotto forma di Christin. Uscii dall'ascensore spostandomi verso l'ala adibita per i suoi svaghi e per quelli di mia madre.

Oltrepassai un grande arco di marmo bianco prima di arrivare ad un grande salotto dove lui stava seduto comodo sul divano in stile veneziano. Aveva in mano dei fogli e il suo abbigliamento libertino senza cravatta e maniche tirate sui gomiti, faceva presagire una serata in completo relax.

« Allora, padre mio, cosa c'era di così importante da richiedere la mia presenza subito dopo una riunione dove hai fatto il mandrillone. »

Lui sorrise appoggiando il foglio che aveva in mano sul tavolo basso in oro che aveva davanti, per poi alzare lo sguardo verso di me. « Volevi essere tu quello al centro dell'attenzione? » domandò indicando una poltrona alla sua destra

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