Riportarmi In Vita

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Per Freud, la creatività è il risultato della sublimazione di energie scaturite da una situazione o un avvenimento frustrante e la sua rielaborazione in una direzione produttiva

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Per Freud, la creatività è il risultato della sublimazione di energie scaturite da una situazione o un avvenimento frustrante e la sua rielaborazione in una direzione produttiva. Quando questo avviene, il principio di realtà, cioè la fottuta consapevolezza che bisogna tirare fuori le palle e inventarsi delle vie d'uscita, si sostituisce al principio del piacere. In parole povere, il bisogno impellente di appagare qualsiasi desiderio in modo immediato e senza pensarci troppo. Non ero un grande estimatore della psicologia in generale, ma se c'era qualcosa che sapevo fare bene, era assecondare il mio principio del piacere. Piacere che ricercavo minuziosamente tra i locali e il viso di una bella donna senza troppi preamboli. Pulsioni sessuali poco accettate dalla società odierna ma incarnava il perfetto status quo che volevo mantenere.

E lo mantenevo. Lo mantenevo eccome.

Lo mantenevo mentre me lo succhiava.
Lo mantenevo mentre glielo strusciavo dappertutto.
Lo manteneva mentre con eleganza glielo volevo mettere tra le natiche.

Di certo l'acqua calda della piscina coperta di famiglia, non era un ottimo deterrente per la signorina dai capelli color cioccolato fuso, ma quando Freud chiama, chi sono io per sottrarmi a tale pratica di piacere?

Nonostante i primi approcci non soddisfacenti, la signorina tutta curve, era riuscita nell'impresa di farsi scopare. Uno, due, tre colpi verso di lei e quelle piastrelle grigio metallizzato. Verso quella donna che mi aveva fatto l'occhiolino con il drink tra le mani, in una serata dove aveva preso il sopravvento la noia e la voglia di evadere quel circolo vizioso. La mia mente, occupata costantemente da Myrea e da quello stronzo di Julien, non lasciavano spazio ad altro. A niente, se non entrare dentro la prima donna che me lo faceva drizzare.

« Sei l'unico dei LaCroix a non sapere cosa sia il ritegno. » la sua voce, aiutata dall'eco e dalle luci soffuse della piscina, la resero riconoscibile alle mie orecchie e a quelle della signorina che stava avvinghiata a me.

« E vorrei mantenere il primato. » affermai voltandomi verso di lei, mentre la signorina dopo aver perso dieci anni di vita alla vista della regina dei ghiacci, cacciò un bel gemito di sorpresa e spavento.

La povera ragazza, presa dalla vergogna più viscerale, si svincolò subito dal mio cazzo e uscì frettolosamente dalla piscina. Rimasi sorpreso dalla sua velocità e dal suo scappare silenziosamente. Sentii solo i suoi piedi nudi battere contro il marmo verde con venature grigie e il respiro di sottofondo di Sofia.

« Oh, non aver timore bastardo, nessuno vuole toglierti un simile primato. Tienilo stretto proprio come fai con le troiette di turno. »

« Uh, questa è tosta. », sorrisi pettinando i miei capelli bagnati. « Ma si vede che l'altro giorno vi ho proprio rovinato la serata. Mi dispiace, non era certo mia intenzione. » sorrisi nuovamente beffardo trovando il suo viso in una smorfia.

« Certo che era tua intenzione, rovina famiglie. », affermò facendo qualche passo verso la piscina. « E proprio per questo sono qui. »

« Quindi sei venuta qui per guardarmi mentre scopo? Sei proprio una ragazzaccia. »

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