"Ogni alba ha i suoi dubbi." (Alda Merini)
Amavo dormire nel buio più totale.
L'essere del tutto immersa nell'oscurità mi dava un senso di tranquillità. Immaginarmi in quel buio senza avere consapevolezza di dove fossi realmente mi piaceva. Era come nascondermi dal mondo in un avvolgente coperta nera. Mi capitava spesso di dormire con uomini e privarmi di quel momento tutto mio, ma quando quella mattina mi svegliai tra quelle lenzuola sconosciute, ringraziai il cielo di non essere nella mia solita comfort zone. Un enorme finestra con le tende riposte al loro posto, facevano entrare senza far rumore, i raggi solari accarezzandomi il viso. Il sole, che non aveva ancora preso la sua colorazione, appariva come una palla arancione che faceva capolino tra gli archi e il metallo della Torre Eiffel. Il cielo, di una colorazione tendente alla carta da zucchero, tinteggiava anche le piccole nuvole sparse, trasformandoli in piccoli batuffoli colorati. In quel miscuglio di emozioni arrivò anche il ricordo di mia madre e del suo amore per la vita. Nello scorrere del tempo, ne avevamo ammirate tante di albe, ma nessuna era stata così magica. Mi alzai lentamente ammirando con meraviglia quello spettacolo della natura facendomi rapire da essa. Era tutto surreale, come il silenzio che regnava in quella stanza. Fu in quel momento che presi coscienza dell'ambiente in cui mi trovavo. Un letto oversize con spalliera in velluto marrone e lenzuola bianco candido, mi accoglieva con il suo profumo di lavanda e la sua morbidezza. Alla mia destra, sul comodino stazionava un abat jour dorato dalla forma tondeggiante accompagnato da un profumatore per ambienti rettangolare dalla quale si poteva apprezzare un delizioso profumo alla vaniglia. La pulizia era impeccabile e l'ordine era qualcosa di troppo perfetto. Sorrisi davanti alla bellezza di quella stanza notando quanto fossi nuda. Iniziai a ricordare la sera appena trascorsa ed Etienne. Quello che avevo vissuto non era stata solo una notte folle tra le strade e gli eccessi di Parigi, ma era stato anche un insolito confessionale di sentimenti. Nonostante fossi brilla, avevo appresso da dove provenivano quelle cicatrici, e io mi ero sentita di dirgli la verità su mia madre. Non era stato nulla di programmato, ma nel momento in cui avevo scoperto la verità e i suoi occhi cambiare colorazione, ero cambiata anch'io.Mi ero fidata di quell'uomo cinico e menefreghista.
Non era un segreto che mia madre ci avesse lasciati troppo presto, ma lui non era catalogato come persona che doveva essere informata sui fatti. Invece, quel suo faccino da stronzo e la sua sincerità disarmante, mi aveva stregata a tal punto da farmi credere che ne valesse la pena. Che valesse qualcosa anche per lui.
Pettinai i capelli in un gesto di difesa mentre nella mia mente si affollavano strani pensieri: non volevo apparire debole. Non volevo darla vinta a nessuno, tanto meno a Etienne. Decisi che dovevo uscire da lì, in qualsiasi posto mi trovassi. Mi alzai di fretta guardandomi intorno, trovando sul materasso una vestaglia di raso nera e un intimo. Infilai la vestaglia velocemente facendo un nodo semplice e mi misi subito alla ricerca delle mie scarpe. Gironzolai per tutta la stanza trovando solo la solita pulizia e ordine. Non c'era niente che facesse capire che quella stanza fosse stata usata fino a quel momento e che le mie cose fossero da qualche parte. Presa da un insolita inquietudine, uscii da quella stanza in punta di piedi iniziando a riconoscere la grande sala e il tavolo di cristallo dove avevo perso la mia verginità. Sorrisi come una stupida pensandomi sudata, a novanta gradi su quella lastra trasparente, e con lui che mi teneva stretta con le sue mani possenti. Un brivido di piacere percorse la mia schiena facendomi chiedere e desiderare quelle mani su di me. Attraversai la grande sala strisciando l'indice e il medio per tutto il tavolo per poi dirigermi verso la camera da letto di Etienne. Una forza sconosciuta mi portò davanti alla sua porta trovandola socchiusa. La spinsi con il palmo della mano trovando Etienne che sembrava dormire profondamente. Era in posizione supina con addosso solo un pantalone nero leggero che ricordava tanto uno di quei pigiami costosissimi in raso. Aveva il dorso della mano destra sulla fronte e l'altra appoggiata sul ventre come se non riuscisse a dormire. Non c'era bisogno di puntualizzare l'ovvio, ma era di una bellezza divina. Riuscivo a vedere solo le sue labbra pronunciate e il suo respiro leggero che alzava il torace nudo.
Avanzai verso di lui come se fossi una gatta. Balzai sul letto cercando di stare attenta a non muovere il materasso. Non ero mai stata brava a far silenzio o a non farmi notare, ma in quella circostanza, mi impegnai al massimo per un effetto sorpresa da infarto del miocardio. Allargai le gambe al livello del suo ventre trovandomi subito a cavalcioni su di lui. La sua reazione non tardò ad arrivare come il mio sorriso beffardo subito dopo.
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Otto Secondi
RomanceMyrea Santamaria è una ragazza ambiziosa e intraprendente che lavora da più di un anno come articolista per una casa editrice di nicchia proprio come aveva sempre sognato.Tutto però si sgretola, il giorno in cui il suo capo muore lasciando la redazi...