La strada rifletteva le luci dei fari e dei lampioni che sembravano indicare una via costellata di sensazioni ed emozioni inaspettate. L'odore dell'asfalto, insieme al suo di tabacco e rum, fluttuava sulle mie narici inebriandomi. Respirai a fondo quel profumo stringendo più forte lui e il suo cappotto facendo finta di essere impaurita dalla curva appena fatta. Decisi di assaporare il piacere di quel momento lasciandomi alle spalle il suo modo arrogante e la mia gonna che si era alzata più del dovuto sulle mie autoreggenti. La sua moto sfrecciava tra le auto come a voler dimostrare che non aveva eguali anche in quel campo. Come se la strada fosse sua come tutto quello che lo circondava. Era ipnotico. Era dannatamente ipnotico. Era l'essenza di uomo che non aveva paura di nulla, quasi sbeffeggiando la morte. Mi sentii tremendamente attratta da lui. Un qualcosa che scendeva verso il basso ventre stordendomi e che mi faceva desiderare Etienne LaCroix dentro di me. Lo volevo in un modo rude e senza pietà. Respirai a pieni polmoni quell'esperienza emozionalmente eccitante, rimanendoci anche male non appena la sua moto si fermò davanti a casa mia. Scesi immediatamente con il suo aiuto che arrivò provvidenziale. La sua mano si allungò verso la mia mentre cercavo di non cadere tra i miei tacchi e quella gonna che era rimasta alzata per tutto il tempo. I miei tacchi toccarono il marciapiede un un salto tempestivo, e la mia mano, legata ancora alla sua, cercava di districarsi dalla presa che invece di diminuire aumentava di intensità. Mi voltai verso di lui con ancora il casco sulla testa, trovando il suo appeso sull'acceleratore. Scrutai il suo sguardo in modo di decifrare cosa passasse nella sua testolina chiusa ermeticamente.« Dovrei andare via, Etienne. Potresti lasciarmi la mano. », sbuffai aprendo il cinturino sotto il mio mento. Un'operazione un po 'difficoltosa essendo provvista solo di una mano venne apprezzata dal imbecille.
Lui sorrise divertito allungandosi verso di me. Con la mano sinistra teneva ancora la mia mano, invece con la destra apri la fibbia che non ero riuscita ad aprire. Con una mossa veloce tolse il mio casco come se l'avesse fatto da sempre. Fui liberata da quella rortura ma ne avevo altre mille in corpo. Avevo voglia di toccare il suo corpo, conoscerlo e urlare. Urlare come non avevo mai fatto. Lui portò a sé la mia mano costringendomi ad avvicinarmi a lui e al suo profumo.
« Quindi vai via così? », domandò sorridendo malizioso.
Non so cosa volesse, ma ero disposta a dargli tutto. Tutto, pur di sentirlo sulla mia pelle, ma con le mie regole.
« Cosa dovrei fare? Un balletto per ringraziarti del passaggio? »
« Vorresti ballare sul mio cazzo? » domandò sorridendo sornione aspettandosi il mio mutismo da spiazzamento.
« Vai molta a libera interpretazione, Etienne. »
« Uso molto l'istinto, se intendevi quello. »
« Allora diciamo che il tuo istinto questa volta ti ha giocato un brutto scherzo. »
« Potrei stare qui ore a spiegarti cosa penso del mio istinto. Ma nella fattispecie, l'istinto è un impulso che reagisce senza volontà di pensiero in maniera rapida e naturale senza quella piccola cosuccia chiamata ragione. La ragione non fa parte di me. »
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Otto Secondi
RomanceMyrea Santamaria è una ragazza ambiziosa e intraprendente che lavora da più di un anno come articolista per una casa editrice di nicchia proprio come aveva sempre sognato.Tutto però si sgretola, il giorno in cui il suo capo muore lasciando la redazi...