[trigger warning: essendo questo TW un po' spoileroso, utilizzerò il cifrario di Cesare, così chi non vuole anticipazioni non rischia. Per chi preferisse una lettura ultrasicura, il tema sensibile è VXLFLGLR]
«Sei pronto, Publio Virgilio Marone?» il necromante mi consegnò un pugnale d'osso «Oggi, nel terzo Mundus Cereris, le soglie dell'Oltretomba sono aperte e tu puoi dominare gli spiriti.»
Annuii solenne. Ero ben consapevole di trovarmi in quella grotta a un miglio dall'Urbe per essere iniziato. Cornelio mi credeva da mia madre, mia madre mi credeva da Cornelio e lo spirito del nonno, forse, sapeva che stavo commettendo un crimine .
"La magia sarà la soluzione" pensavo, diviso tra speranza e inquietudine "Dopo stanotte governerò le visioni. Scaccerò il fanciullo. E non temerò più di perdere chi amo".
Osservai gli uomini radunati intorno a me e la carcassa di suino che avevo ai piedi. Marciva da giorni, eppure i vapori che riempivano l'aria mitigavano la puzza.
Senza parlare, caddi in ginocchio e aprii la carne dell'animale. "Sii coraggioso!" mi ordinai, mentre adagiavo le interiora dentro una ciotola "All'alba sarà tutto un ricordo e avrai ottenuto ciò che brami da anni".
Un necromante col volto mascherato mi fece svuotare un calice pieno di kykeon, un secondo mise nel mio palmo una manciata di sementi e io cominciai a mormorare. «Rendimi colui che mangia gli uomini e gli Dei, si nutre della loro energia, inghiotte il loro spirito» una formula sacrilega tratta da antichi testi egizi. Gli stregoni lo chiamavano l'inno Cannibale «Che mi alimenti coi polmoni del saggio, mi sazi col suo cuore e la sua magia. L'essenza degli Dei entri in questo corpo e così il loro spirito. E l'anima degli Immortali appartenga a me.»
Poi chinai il capo, versai i semi nella ciotola e aggiunsi il mio sangue. Quando avvertii i primi conati, mi diedero ancora da bere - magari vino, magari qualcos'altro - e fui travolto da una strana euforia.
«Prendi il cuore» mi esortò il mago più anziano «Fallo a pezzi.»
Affondai di nuovo le mani nella carcassa e iniziai a tastare. "Eccolo" sorrisi "È caldo... e pulsa". Fu come scendere nell'Ade: i necromanti divennero figure silenziose e il cadavere più che mai vivo; gli spettri si staccarono dalle pareti, i suoni della Notte mi furono amici. Udivo le promesse sussurrate dai demoni, i fruscii dei lemures, le urla del Tartaro.
"Riesco a sentirvi!" estrassi il cuore, lo studiai col fiato sospeso e, d'improvviso, un'entità invisibile mi afferrò i polsi.
"Vattene!" tentai di opporre resistenza "È stato il Fato a condurmi qui. È il mio posto". Più ribadivo quelle frasi, più restavo bloccato. "Non ho chiesto di nascere con un dono. Non ho chiesto di essere... speciale". Mi passai la lingua sulle labbra e sentii il gusto salato delle lacrime.
«Distruggi il cuore» comandarono i necromanti «Fallo a pezzi.»
L'entità misteriosa stringeva forte e io ero terrorizzato.
Scrutai la carcassa, le ombre dei morti, le figure mostruose che affollavano la caverna. «Essere felice... e non rimanere solo» singhiozzai, rivolto all'entità invisibile che mi tratteneva «Non desideravo altro. Era troppo, vero?».
Dopo, percepii la mia anima strapparsi dal corpo e mi trovai in una camera lussuosa.
"Sono morto?".
Mossi qualche passo, chiedendomi se l'Ade avesse ville uguali a quelle di Roma. "Ho commesso un errore durante il rito?". Ipotizzai addirittura di aver sognato tutto, finché non riconobbi il fanciullo. «Eri tu a bloccarmi?!» gli gridai contro «Fammi completare l'iniziazione! Te lo ordino!»
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Acheronta Movebo
Historical Fiction"I poeti canteranno gli eroi, consegnandoli all'Immortalità" Ecco ciò che mi hanno insegnato. E io ho consumato la vita per cercare parole con cui glorificare Roma. Però, mentre varco la soglia dell'Ade, non è all'Eneide che penso. Sono altre le dom...