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Pow di Husk

Credevo che prendere la sua anima sarebbe stato un investimento. Bhe, ora non lo penso più. Sarà anche falso, ma mia ha già rotto le scatole il suo modo di parlare. I nomignoli, gli sguardi... Feci per andarmene, non volevo stare in quel posto un minuto di più. Spiacente Angel, anche se saresti stato utile temo che non verrai mai nel mio casino. Mi ero avviato verso l'uscita quando sento Angel mormorare in silenzio. Mi giro per vedere che stesse succedendo, e senza darmi il tempo di realizzare cosa stava facendo portò la sua bocca alla mia e mi baciò. 

Rimasi sotto shock. Dopo 4 secondi realizzai cosa era appena successo e mi scostai velocemente. Lui sembrava un po'sorpreso. Mi fissò per un poco. Io guardavo lui, guardavo il vuoto. Pensavo a tutto ed a nulla... MI AVEVA BACIATO?! Sentivo ancora il sapore delle sue labbra... erano morbide... Non era il primo bacio della mia vita, ma mi lasciò ugualmente spiazzato. 

Era un fottu*o mercoledì. Io ero insieme a tutti gli altri soldati. Avevo una quarantina di anni circa. Eravamo appena sbarcati in italia e avevamo liberato la Sicilia dai Tedeschi... e chi lo scorda quel giorno? Tutti sparsi per la citta, aiutando chiunque ci trovavamo davanti. In quell'occasione imparai l'Italiano. Eravamo tutti stanchi dopo la battaglia. Andammo a dormire... 

Quella notte, ne sono sicuro, dietro alle nuvole che oscuravano il cielo c'erano stelle cadenti. 

Mi addormentai subito. La guerra continuò per un altro anno. Non ricordo e non voglio ricordare tutte le battaglie, il sangue, le urla... i compagni che morivano. Non voglio ricordarli, non voglio ricordare nulla. Dopo un po'di tempo fui assegnato ai gruppi che si occupavano di liberare i campi di concentramento. In uno di quei campi, incontrai un ragazzino. I campi di concentramento erano posti incredibilmente orribili. Camere a gas, forni crematori e soldati sempre pronti a spararti erano solo un aspetto di quelle prigioni. I loro ritmi di lavoro insostenibili, accostati alla mancanza di cibo, rendevano la vita li insostenibile. 

Anthony era un ragazzino albino, americano come me. A quanto pare, la sua famiglia era andata in Italia pochi mesi prima della guerra per trovare alcuni parenti. Dopo lo scoppio, lasciare la penisola era diventato impossibile. La sua famiglia restò li. Sua madre si ammalò gravemente, e li lasciò poco dopo l'inizio della guerra. Per il resto la sua famiglia era relativamente in buono stato. Suo padre e suo fratello erano dei mafiosi straordinariamente famosi. Lui invece... aveva una fama molto diversa. Omosessualità. Era vista come una malattia. Chi era gay, veniva preso e rinchiuso nei campi. Così successe per lui. Sua sorella, nel tentativo di salvarlo venne sparata. Restò in quel campo per 2 soli lunghissimi mesi. Poi liberai insieme alla mia squadra tutti i prigionieri. 

Lui all'inizio era molto timido... dopo un po'iniziò ad aprirsi. Era uno dei pochi li a parlare inglese, perciò faceva spesso da interprete tra noi e gli italiani. Io allora ancora non parlavo bene quella lingua. Però, anche se non c'erano problemi di lingua, i miei amici soldati si rifiutavano comunque di parlare con lui. Perchè? Perchè era un gay. Un triangolo rosa. Credo gli facesse schifo... Insomma, nessuno di noi voleva parlargli, e anche agli altri ex prigionieri lui faceva schifo... Era una persona a cui stare alla larga. 

Poi, un giorno, mi svegliai in piena notte. Mi avvicinai alla riva del mare, ammirando le stelle cadenti spegnersi all'orizzonte, incontrandosi con il loro riflesso sull'acqua. Mentre vedevo quello spettacolo di luci, sulla sabbia calda di una sera di Agosto, mi accorsi di un'altra figura, poco distante da me. Guardando con più attenzione, vidi i suoi capelli bianchi muoversi al vento, mentre stava seduto a terra guardando il cielo. Le luci del cielo si riflettevano nei suoi occhi rossi, un leggero rossore li copriva le guance mentre ammirava il gioco di luci. Un piccolo sorrisino sulle sue labbra, sembrava distante da tutto. Poi dai suoi occhi rossi iniziarono a cadere delle lacrime. In pochi secondi, la sua espressione serena, distante, e pacifica, si trasformò in un pianto silenzioso. Le onde li bagnavano i piedi nudi. La sabbia assorbiva ogni goccia che cadeva dai suoi occhi. 

Non volevo parlare ad un gay... però... qualcosa mi spinse a farlo. Il suo corpicino era bianco e magrissimo. Mi avvicinai a lui. Solo quando fui non più lontano di 2 metri da lui, alzò la testa, e si accorse della mia presenza. Sembrava spaventato. Provò a scusarsi di non so cosa, e fece per alzarsi... io però gli dissi che andava tutto bene. Lo dissi in Italiano. Mi sedetti accanto a lui. Lui era stupito, aveva gli occhi ancora rossi per il pianto... Dopo un po'si tranquillizzò ed iniziò a parlarmi. Aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno. Appena aprì bocca fiumi di parole e lacrime iniziarono ad uscire. Mi parlò di tutto. Tutto quello che gli era successo. Io rimasi li, ad ascoltarlo. Quando finì, come se si fosse tolto un grandissimo peso, mi disse che le stelle cadenti gli ricordavano sua sorella, morta per proteggerlo. Le vedeva insieme a lei. Poi si addormentò sulla mia spalla. 

Prima che fosse ora di svegliarsi, andai via. Ora che lo conoscevo, non era schifoso. Ma come spiegarlo agli altri? Meglio non ci vedessero insieme. Tornai alla tenda e lo lasciai li solo. Dopo due mesi venni a sapere che era morto per un overdose di LDL... se non fossi andato via, se gli fossi stato vicino... forse non sarebbe successo. Forse era colpa mia. Decisi che avrei smesso di ascoltare. Non avrei più aperto il mio cuore ad altre persone. Penso sia stato allora che mi convinsi che non potevo amare...

Appena ripresomi dal flash, riguardai Angel Dust... sembrava Anthony...

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