Pow di Angel
Per la seconda volta, ho viso quella scena compiersi davanti ai miei occhi. La luce, il contratto... la catena.
Il colore è cambiato, la catena è la stessa...
Ora ho un nuovo signore... è colpa mia. Se non fossi andato da lui, se magari non lo avessi baciato, se non lo avessi preso in giro... o se lo avessi infastidito di più... forse non mi avrebbe preso... ed invece ora sono suo. Sono di quello stron*o! Come farò adesso? Cosa farò?! Riuscirò a vivere senza Val? Rimarrò di nuovo da solo...
Dopo che la mia famiglia scoprì che ero omosessuale la mia vita cambiò radicalmente. Quando tornai a scuola, la notizia era già diffusa. Il ragazzo che mi piaceva aveva cambiato scuola... I miei amici mi voltarono le spalle, e si schierarono dalla parte di mio fratello, bullizzandomi... una volta, tornando a casa, un gruppo di ragazzi mi assalì, picchiandomi a sangue e lasciandomi solo in un vicolo buio. Ebbero la geniale idea di incidere con un coltello "Gay" sul mio petto. La cicatrice rimase per tutta la mia vita. Una volta, venni persino drogato, legato, bendato, messo in una tanica forata e buttato nell'acqua... mi lasciarono li qualche ora ad annegare.
Sembrava come se rovinarmi la vita fosse il loro gioco preferito.
Alla mia famiglia questo non piaceva. L'avere un figlio gay era per loro un umiliazione troppo grande. Mio padre voleva uccidermi, ma mia madre e mia sorella lottarono per lasciarmi vivere. Mi sentivo inutile. Mi sottoposero all'elettro shock tante volte, e provarono a farmi seguire una terapia ormonale. Sfortunatamente il mio corpo era troppo debole, e di quel passo non avrebbe resistito al peggio...
Per questo la mia famiglia decise di trasferirsi in Italia. Il nostro paese di origine.
Una volta li, la mia famiglia provò a tenere nascosto il mio essere gay. Ma a causa della cicatrice sul petto, venne presto scoperto. La mia famiglia tornò in America, lasciando me e mia sorella in Italia. Mia madre morì di una malattia. Degli altri non ebbi più notizie. Io e mia sorella Molly provammo a sopravvivere, ma era davvero difficile. Avevamo appena 19 anni, quando successe un altro, spiacevole, aneddoto della mia vita.
Venni rapito e mia sorella perse la vita nel tentativo di salvarmi.
I miei rapitori erano degli specie di scienziati e volevano trovare la cura per l'omosessualità. Fui la loro cavia per 4 anni. Erano esperimenti illegali. Mi davano farmici che avevano lo scopo di modificare il mio corpo. Alla fine i loro studi risultarono inutili. Un giorno, un gruppo di polizia li scoprì e chiuse il loro laboratorio. Avevo perso mia sorella. Per me non aveva più un senso vivere. Di li a poco arrivò la mia successiva sciagura. La seconda guerra mondiale, il razzismo... e cosa ne fu di me?
Venni portato in un campo di lavoro. Ma sopravvissi.
Considerate le mie condizioni di salute scarse e la mia sensibilità alla luce solare, mi ritengo fortunato ad essere stato assegnato ad un lavoro al chiuso. Ero un interprete per le guardie. Parlavo inglese, e per fortuna anche loro lo conoscevano. Grazie a questo riuscii a lavorare solo nello spogliare i cadaveri, nella cucina o nei piccoli lavori manuali. Fui fortunato. Sopravvissi tutto il tempo. Poi, un giorno, liberarono il campo. Gli americani ci salvarono!
Non avevo più un posto dove andare, ma ero libero. Come le stelle cadenti.
Quella notte c'era una pioggia di stelle cadenti. Non avevo una casa dove dormire, dormivo in strada. Quindi, quando quelle luci illuminarono il cielo... un senso di calore mi riempì. Andai sulla spiaggia. La sabbia calda mi riscaldava i piedi. I piccoli granelli entravano nei miei vestiti, contribuendo a sporcarli. L'acqua del mare mi bagnava i piedi. Era così bello... il cielo si estendeva all'infinito davanti a me, e migliaia di gocce di luce saettavano nel cielo. Era uno spettacolo raro. Bellissimo.
Mi tornò alla mente mia sorella, mentre guardava con me le stelle cadenti...
Molly mi mancava tantissimo. Senza rendermene conto iniziai a piangere. Era solo colpa mia se era morta. Avrei dovuto proteggerla... ma come? Uno come me, non merita neppure di poter salvare chi ama. Mentre piangevo, all'improvviso, sentii della il rumore di passi ovattati dalla sabbia. Mi girai di scatto.
A meno di 2 metri da me, un signore con la divisa da soldato mi stava osservando.
Aveva i ciuffi neri sul volto, la pelle chiara quasi quanto la mia... e due bellissimi occhi dorati. Era bellissimo. Mi maledissi per il mio pensiero e mormorai a bassa voce uno "Scusa" spaventato. Lui socchiuse gli occhi e mi fissò dubbioso. Avevo paura di cosa avrebbe fatto. Aveva una pistola. Ed io avevo sempre fatto schifo a tutti... avevo paura che volesse picchiarmi... avevo paura che volesse uccidermi... indietreggiai leggermente e provai ad alzarmi. Era sgarbato stare seduto davanti ad un soldato.
Mentre facevo per alzarmi lui mi disse poche semplici parole: "Tranquillo, va tutto bene".
Lo disse in italiano, con un tono di voce tranquillo e sicuro... Come se fosse un incantesimo, il mio corpo si rilassò. Lui si sedette vicino a me. Senza rendermene conto iniziai a parlargli di tutto. Di tutta la mia vita, di tutte le mie colpe. Con ogni parola, si toglieva un peso dal mio cuore. Alla fine mi addormentai sulla sua spalla, cullato dalla sua presenza. Mi sentivo leggero. Meno sbagliato. Capito. Lui mi ascoltò tutto il tempo...
Nei suoi occhi dorati rivedevo davvero il ragazzo che mi piaceva da ragazzo... mi addormentai sulla sua spalla.
Quando il mattino dopo mi svegliai, lui era andato via. Nelle mie tasche, erano comparse due barrette di cioccolato... da quanto tempo che non ne mangiavo! Poco tempo dopo, un gruppo di maniaci mi trovò solo, in un vicolo ceco, di notte. Provai a sfuggirgli, ma fu inutile. Mi drogarono. LDL. Una quantità spaventosa. Mentre morivo di overdose ripensai alla mia vita. Nei miei ultimi attimi di coscienza, vidi i maniaci... violentarmi.
Ho perso la verginità nell'attimo della mia morte.
Quando mi sono svegliato ero all' inferno.
Gli occhi di Husker sono uguali a quelli di quel soldato.
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Casino Huskerdust
FanficNel gioco d'azzardo tutto è fortuna. Certo, in alcuni giochi l'esperienza aiuta, ma la fortuna è l'unica sovrana in un casino. Husk era un overlord, un tempo. Questo è certo. Ma immaginiamo soltanto che un dado, invece di fermarsi sul numero 3, si f...