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Pow di Angel

Ero fermo, sotto la doccia. Le gocce d'acqua mi cadevano sul volto e percorrevano tutto il mio corpo, fino a cadere sul pavimento bagnato. Il vapore caldo offuscava la stanza. I miei occhi, semiaperti, guardavano un punto fisso, vuoto. E in quel vuoto si concentravano tutti i miei sensi. La mia mente, invece, spaziava tra pensieri di ogni genere. Chi sarei diventato, cosa avrei fatto, come mi sarei comportato. Questi pensieri avevano preso il posto dei rimpianti sulla morte di Val, nascondendomeli...

"Libero"

Questa parola, per chi non ha mai sperimentato il contrario, ha un valore... immensamente più frivolo. Libertà. Libertà è poter pensare ciò che voglio. Libertà è poter amare chi voglio. Libertà è poter essere chi voglio. Libertà è poter andare dove si vuole, poter correre in un prato di fiori in piena primavera, urlare un nome. Il proprio nome. L'unico nome padrone di noi stessi. 

E io, tutto ciò, l'avevo perso. L'avevo perso da così tanto tempo da non riuscire neppure a ricordare il sapore di quella parola sulla lingua. Ma, riaverlo? Riavere quel potere immenso? Io lo volevo. Io lo avrei avuto. Era strano, surreale, assurdo, ambiguo, dubbio, sconcertante. E se non mi avesse ridato l'anima? E se volesse solo portarmi nel suo ufficio, uccidere Cherri davanti ai miei occhi e punirmi per ciò che avevo escogitato con Val? Alle gocce d'acqua che mi scorrevano sul volto, si aggiunsero le mie lacrime. Ero terrorizzato.

Uscii dalla doccia e indossai l'uniforme, ordinatamente riposta nel mio armadio. Mi truccai leggermente e ammirai la mia figura allo specchio. Facevo schifo. non era il mio aspetto... erano i miei occhi, il mio sorriso. Era così brutto. Orribile. La luce spenta nei miei occhi, il sorriso forzato, finto. Ero un mostro. Mi morsi un labbro, osservando il mio riflesso. Perchè ero così orribile?

Pow di Husk

"Ma è possibile che Angel, anche se è un ragazzo, ci mette comunque tredicimila ore per sistemarsi? Credevo fosse un problema solo di voi donne"

"Bhé, Angel è più veloce della media"

"In soli tre decenni riuscì a farsi una doccia, un record insomma!"

"HAHA, ma quanto sei spiritoso!"

In quel momento, sentii bussare alla porta del mio ufficio.

"Entra"

All'ingresso, Angel ci guardava da lontano. Sembrava spaventato, teso, intimidito.

"Siediti" Gli feci segno con una mano di accomodarsi su una sedia libera davanti alla mia scrivania. Vicino a lui, Cherri era seduta con aria noncurante, mentre scorreva i social sul suo telefono.

"Bene, Angel Dust. Come Cherri ti avrà detto, sei qui per annullare il tuo contratto"

"..."

"Questo non è un licenziamento, pertanto, puoi ancora vivere e lavorare qui, se preferisci. Altrimenti, sarà una tua libera scelta andartene. Provvederò anche in quel caso a darti un appartamento temporaneo per il tempo necessario a trovare un nuovo lavoro e una sistemazione."

"..."

"Sei libero di scegliere ciò che vuoi in questo momento. Prima di tutto, se sei qui suppongo sia perchè vuoi essere liberato"

"...si"

"Bene, allora, adesso, scioglieremo il contratto. Dovrai firmare dove scomparirà la mia firma, chiaro?"

"Si"

"Allora, teste di caz*o, cominciamo o no? Perchè se deve andare ancora per le lunghe qua io me ne vado"

"Posso farle una domanda, Husker?"

"Puoi chiamarmi Husk e si"

"Perchè mi sta liberando?"

"... Trovo sia giusto in questo modo"

"Questo non risponde a niente. Ha centinaia di anime sotto il suo possesso. Perchè, tra tutte, trova sia giusto liberare ME?"

"Non ti importa"

"E invece mi importa, signore. Perchè sta facendo una scelta talmente stupida? Cosa c'è sotto? Cosa vuole ottenere? Parli con chiarezza. Se volesse semplicemente qualcosa da me, le basterebbe prenderselo. Cosa vuole di me, che non può semplicemente prendermi?"

Il tuo cuore, Angel... voglio sollo quello. Finalente, credo di averlo capito. Non so dirti se voglio davvero te, o cerco in te lo spettro di quel ragazzo delle stelle cadenti... ma ho bisogno di sapere che starai bene. Ho bisogno di vederti felice. Ho bisogno di te, ed è per questo che intendo liberarti. Perchè tu mi odi, e io lo so. E stare qui ti può solo far sentire peggio. Forse sono solo sbronzo, ma voglio lasciarti andare, adesso. 

"Non c'è nulla di cui tu ti debba preoccupare, Angel. Non vorrò nulla da te dopo lo scioglimento del contratto"

Così dicendo, feci comparire il foglio davanti ad Angel. Illuminando la stanza e il volto di Angel, il contratto aveva attirato la piena attenzione del ragazzo. Feci apparire la catena. Gli anelli d'oro si crearono in successione unendo la mia mano ad Angel. Nei suoi occhi terrorizzati, rividi una scena già accaduta, non troppo tempo prima. Il momento nel quale lo avevo vinto... questa scena, talmente simile, ci porta entrambi agli stessi ricordi. E poi, con la catena in mano, spezzo un anello. Ed ecco che la catena cade al suolo, rompendo il legame che era imposto tra di noi. Poi, la mia firma sul contratto si diradò nell'aria. Al suo posto, la penna dell'ultima volta fluttuava davanti alla mano di Angel. Con timore e titubanza, la prese. La portò sul foglio, e firmò dove era precedentemente impressa la mia firma.

 Adesso, sul contratto la sua anima apparteneva a lui. Soltanto a lui. Era libero. Il contratto e la catena si dissolsero nell'aria. Al loro posto, la luce che precedentemente era emanata dal foglio d'oro, ora era impressa negli occhi di Angel. Molto più forte, molto più intensa. Nei suoi occhi, si era finalmente risvegliata una luce spenta da molti anni. La luce di un uomo libero, la luce di un uomo felice.

La luce dell'uomo che mi piace.

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