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(In questo capitolo metterò un estratto di un altra mia storia, Anthony. Spero non vi dispiaccia)

Pow di Angel

FATE-SCHIFO-FATE-SCHIFO-FATE-SCHIFO-FATE-SCHIFO-FATE-SCHIFO-FACE-SCHIFO-FACE-SCHIFO-FACO-SCHIFO-FACO-SCHIFO-FACCIO-SCHIFO-FACCIO-SCHIFO-FACCIO-SCHIFO-FACCIO-SCHIFO... faccio schifo. Vi odio. Cosa guardate? COSA CAZ*O GUARDATE STR*NZI?! Vi piace vedermi eh? VI PIACE? VI ODIO TUTTI! SMETTETE DI VOLERMI, FACCIO SCHIFO! Ma invece no, voi siete sempre qui ad osservare ogni mio movimento, ogni passo, ogni respiro, io, io, mi sento soffocare. Perchè volete uno come me, sono orribile, cosa vi piace di questo corpo abusato, ferito dentro e fuori, cosa? Ditemelo... cosa bramate di me? Cosa vi spinge a buttare via i risparmi di una vita solo per una notte con me. Cosa? Cosa vi piace così tanto? Ditemelo... anche io voglio piacermi un pochino... ma è inutile. Ovunque guardo, faccio solo schifo...

La canzone finì. Ora potevo andare a casa. Andai nel mio camerino il più velocemente possibile. Mi rimisi i miei vestiti addosso. Uscii dal camerino, ma mentre provavo ad andarmene, una voce mi fermò... la sua. Caz*o...

"Angel, vieni subito qui, baby... ho un  lavoretto per te"

Non stasera... certo, non ho un posto dove andare, se non gli studios... ma sono così stanco. Mi fanno male tutti i punti del mio corpo. Il balletto è stato un miracolo. A stento riuscivo a camminare... e poi, stasera, avevo promesso a Cherry che avremmo fatto una telefonata! 

"Si Val" 

Ed ecco bruciata anche questa serata... Mi avvicinai a Val.

"Angel, oggi tra la folla c'era una persona molto importante... se me ne fossi accorto prima gli avrei offerto un posto vip... Angel, potresti andare ad accogliere nel modo adeguato il nostro cliente? O.R.A. Lui è una persona molto potente... dobbiamo fare amicizia, non trovi, baby?"

"Si Val"

"Se è venuto qui non è certo per vederti ballare... se avesse voluto solo quello avrebbe richiesto un incontro privato... lui vuole dell'altro. Quindi, vai a "giocare" con lui in una delle nostre camere, e dopo, fatti dire il vero motivo della visita, ok baby?"

"Si Val"

"Bravo"

Sono solo una putta*a, me lo merito. Se vivo questo, ogni giorno, è solo colpa mia...

Erano passati 45 anni dal giorno in cui arrivai in questo inferno. Ero steso a terra. L'odore terribile che mi circondava mi nauseava. Non so per quanto tempo rimasi steso li, a terra, con gli occhi chiusi, sperando che se non li avessi aperti tutto questo non sarebbe stato vero. Ma dovetti accettarlo. Ero un dannato adesso. Il mio posto, ormai, era l' inferno.Lentamente mi destai, sedendomi ed aprendo i miei occhi. Era tutto buio. Era tutto così grande, orribile da accettare... Mi guardai le mani. Erano bianche, come se fossero latte... Erano tante. Avevo sei braccia e due orribili gambe. Marchiato di rosa, sul mio petto, vi era un grande cuore rosa, colore ripreso da diverse altre striature presenti sui miei arti. Specchiai il mio volto su una pozza di fango vicino a dove sedevo, trascinando quel mio corpo immonde verso il fluido. Il mio volto bianco, maculato di rosa, rendeva quel mio aspetto terrificante quasi grazioso. Ero come una bambola di porcellana distrutta. Spaventosamente orribile, con un dolciastro retrogusto di dolcezza. Le mie pupille rosa, erano contornate da occhi di colori differenti, uno bianco ed uno nero. I miei capelli bianchi, erano bagnati e ricadevano sul mio volto. Il mio petto prospero, anche esso ricopetro da uno spesso strato di pelliccia, si alzava ed abbassava velocemente, al ritmo dei battiti del mio cuore. Com'era potuto succedere? Come potevo essere divenuto un demone? Perchè? Il perchè io lo sapevo. Lo sapevo bene. Era ciò che si meritava una merda come me... Improvvisamente mi percosse un brivido. Molly. Dove si trovava? Era li anche lei? Anche lei, che era sempre stata tanto buona, era li? Mi girai intorno con lo sguardo, constatando disgustato ciò che mi circondava... Io lo meritavo, si. Ma lei no. Con la sola forza di volontà mi alzai, reggendo il peso di questo mio disgustoso corpo su le mie due, fragili e nuove gambe. La cercai tutta la notte, con il mio corpo nudo, bagnato e sporco. Ero un vero mostro. Ma fui sollevato. Molly non c'era. Era in un posto migliore. Guardando il cielo, ammirai l' inferno ed il paradiso sopra il mio capo. Lei era nel luogo dell'eterna gioia. Sarebbe stata felice. Cosciente di questo, mi rassegnai a vivere la mia dannazione.

Questo ricordo mi percosse la mente in maniera fulminea. Non so il perchè... mi avviai verso l'individuo che Val mi aveva detto di compiacere... Non mi aveva detto come si chiamasse o chi fosse. Solo che assomigliava ad un gatto e sedeva vicino ad una specie di coniglio prestigiatore. Mi guardai intorno alla ricerca di questa coppia nella folla. Non ci misi molto ad individuare il coniglio... non è qualcuno che passa inosservato. Due enormi orecchie bianche, un cappello a cilindro nero, un mantello da mago ed un corpo umano... direi che lui doveva essere il coniglio. Quindi, quello vicino a lui era la persona importante. Era un gatto con delle ali rosse. A differenza del coniglio non si faceva notare. Ma una cosa era certa: sembrava davvero forte. Che fosse un overlord? Non mi interessano queste cose... Però sembra sexy... dai, forse non sarà così male!

Ero seduto sul bordo di un marciapiede. Il disgustoso odore che mi circondava violava le mie narici, entrando in me. Nudo e fradicio, osservavo i passanti. Avevo fame, avevo sete, avevo paura. Avevo tanta, tanta paura. In me, un senso di oppressione si propagava dalla mia mente, fino al mio cuore. Il mostro che ero diventato, era lo specchio di chi ero sempre stato. Un mostro. Qualcosa di disgustoso... Stringendomi e accartocciandomi su me stesso, piangevo impotente davanti a questa mia nuova realtà. Ero arrivato da poco li, all' inferno. Infondo, sognavo di poter scappare sino a lì sù, nel cielo, dove Molly si trovava. Speravo e sognavo di poter assaporare quella gioia e di poter rincontrare la mia gemella... Mentre le mie lacrime rigavano il mio volto, un passante attirò la mia attenzione. Un uomo alto, con un grande cappello, la pelle scura, violacea. Indossava uno stupendo mantello bianco e nero. Anche lui, come me, aveva quattro diverse braccia. Camminava con portamento fiero, spavaldo, come se tutto l'inferno gli appartenesse. Attraverso le spesse lenti a forma di cuore, delicatamente poggiate davanti agli occhi, uno sguardo intenso rapì la mia attenzione. I suoi occhi cremisi splendevano infatuando i passanti. Smisi di piangere. Guardai gli occhi di quel' uomo a lungo, mentre dialogava con altra gente del luogo. In questo schifo, in questa disperazione, lui sembrava essere come una luce. Una luce che mi accecò. Una luce che mi ammaliò. Quel fuoco ardeva nei suoi occhi, che come oceani mi fecero annegare perdutamente in lui. Il mio cuore saltò un battito. Era bellissimo, se solo fossi stato anche solo la metà di ciò che era lui... ma io ero niente. Ero un immondizia buttata a marcire sul bordo della strada. Poi lui mi guardò. I nostri sguardi si incrociarono. Lui guardava me... guardava davvero me?! Mi lasciai sfuggire un sorriso. Lui lo notò. Sorridendo mi si avvicinò. Io, intimorito, indietreggiai. L'uomo si piegò, si abbassò, si mise alla mia stessa altezza e mi sorrise. Credo fù quello il momento, nel quale decisi che l'avrei seguito. Mi rivelò di chiamarsi Valentino. Io, confuso, mi presentai con il nome di Antony. Sorprendentemente, mi porse una mano. Io, titubante la presi. Scrutò il mio corpo per pochi secondi. Poi, con mia sorpresa, si sfilò la giacca che portava e me la porse. Io rimasi fermo. Allora lui, senza spazientirsi, si avvicinò, infilandomi la giacca. Com'era calda... Tenendomi per mano, mi portò nella sua automobile. Era una macchina gigante e stupenda. Lo ringraziai con un sorriso sincero. Mi accompagnò sino al palazzo delle 3V, un enorme e stupefacente dimora, che da quel momento avrei iniziato a chiamare casa.

Un altro ricordo mi travolse. Durò pochi istanti. Ma bastò per farmi tornare alla realtà. Un overlord, anche se sexy...gentile...bellissimo... Un overlord non è mai veramente buono. L'avevo capito a mie spese... Non avrei rifatto lo stesso errore!

"Ehi, micetto... hai impegni stasera?"

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