16. C'è sempre freddo nel tuo cuore?

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Come stai o come sto?
C'è sempre freddo nel tuo cuore?
Come si fa e come si può
Farti del male ed io l'ho fatto eccome
Io l'ho fatto, eccome

- Tornare a te, Ultimo

Sofia

Continuo a fare avanti e indietro per l'ospedale. È figo i primi giorni, aiutare le persone, sentirti utile a qualcosa... ma dopo un po' diventa monotono. Tutto troppo monotono.

Ogni mia giornata si svolge con il dott. Martini che mi passa a prendere a casa, poi andiamo a fare colazione e veniamo qui. Ovviamente porto anche Batman, non posso lasciarlo da solo a casa.

È così tutto uguale e noioso che mi perdo nei miei pensieri spessissimo. E ciò non va affatto bene, perché significa provare dolore.

Il mio fratellino Tommy, il rugbysta più bravo della storia, nonna... ma anche le urla, gli schiaffi, i pianti.
E infine il senso di colpa, il più pericoloso, colui che non mi fa dormire la notte.

Qualcuno direbbe "Senso di colpa per cosa? Sei giovane, è impossibile che c'è qualcosa che ti tormenta" e io vorrei tanto rispondere, urlare a tutto il mondo intero che mi sento in colpa per:

- aver chiesto ai miei genitori un fratellino o una sorellina con cui divertirmi e giocare.
Se non l'avessi fatto mamma sarebbe ancora qui, papà non mi tormenterebbe nei miei incubi e... e forse avrei una vita felice, forse.

- non aver lottato con lui, l'unico mio spiraglio di luce in tutta quella merda.
Se l'avessi fatto forse ora sorriderei un po' di più, forse.

- non aver salutato nonna e dirle quanto le voglio bene.
Se l'avessi fatto... non sarebbe cambiato nulla però almeno lo saprebbe.
Lei non può più sapere quanto è stata fondamentale per me, senza di lei io ora sono sicura non sarei qui e io non gliel'ho mai detto, non gli ho mai spiegato a voce quanto mi sia stata d'aiuto...

"Sofia?" Mi accorgo che il dott. Martini mi sta toccando la spalla e mi guarda preoccupato. "Stai bene?"

"Sisi, ero solo... persa nei miei pensieri." Il suo sguardo si addolcisce. Sta cercando di comportarsi da figura paterna, ma come glielo spiego che dopo tutto ciò che ho passato non ne ho bisogno? Anzi, non lo voglio un padre. Non mi serve. Sto bene senza.

"Sicura? Qualunque cosa io sono qui, so che sono impegnato col lavoro, ma... puoi sempre contare su di me." Accenno un lieve sorriso perché non so come rispondergli.

"Comunque, se qui ti stai annoiando ho saputo che tra poco ci sarà una partita di rugby tra le squadre più forti del campionato... si giocano il primo posto. A te piaceva molto guardare le partite, se vuoi puoi andarci."

Ci sarà lui? No, non lo voglio vedere.
"Non è che mi piaceva guardare le partite, mi piaceva vedere..." lui, stavo per dire lui "Nulla, lascia stare, non ci voglio andare."

Anche se... No, Sofia, tu non ci andrai. Magari lui non è neanche in una delle due squadre... ma se invece ci fosse?
Sofia smettila.

"Sicura di stare bene? Hai mangiato? Hai bisogno di qualcosa?" Ma perché deve insistere? E che palle.

"Ho detto che sto bene, dott. Martini, non si preoccupi." Il suo sguardo si rabbuia, non gli piace quando lo chiamo per cognome, ma come dovrei chiamarlo? Dott. Martini è perfetto.

"E va bene. Io torno a lavoro, ci vediamo dopo signorina Lancini."
Bastardo. Mi strapperei questo cognome se solo potessi. Quel verme di mio padre... non dovrei neanche chiamarlo padre.

Papà Papà Papà

Continua a risuonarmi nella testa questa parola e ogni volta mi convinco sempre di più che io non ho mai avuto qualcuno che potessi chiamare Papà attribuendogli il suo reale significato.

Per tutte le bambine un Padre è il loro primo amore, quell'amore che non tradisce, non ferisce, non delude.

A me, però, ciò non è successo. Matteo Lancini mi ha fatto vivere non con l'amore, ma con la paura; non con il sorriso, ma con il pianto; non con il suo calore, ma con il freddo.
Matteo Lancini è stato il primo a tradirmi, non in senso letterale, ma mi ha privato della fiducia, della spensieratezza che tutti i bimbi piccoli dovrebbero avere, della luce.
Matteo Lancini mi ha delusa, anzi ha fatto sì che io mi sentissi una delusione, per tutti e anche per me stessa.
Matteo Lancini mi ha soprattutto ferita... verbalmente, fisicamente, psicologicamente... in tutti i modi, lui mi ha sempre ferita. Sempre.

Parlavo? Uno schiaffo.
Ridevo? Una spinta sulle scale.
Mi ammalavo? Buttava i farmaci.
Avevo fame? Mi dava cibo scaduto.
Mi vestivo con top o pantaloni corti? Una spinta, ma non sulle scale, dentro di me.

E tutto questo perché? Per aver scelto di proteggere il mio Tommy. Se solo non avessi chiesto un fratellino con cui giocare...

Chiedevo molto? È stato più facile per Matteo Lancini comportarsi semplicemente da colui che mi ha messo al mondo per sbaglio, anziché darmi amore?

Una signora che passa con la barella mi distrae dai miei pensieri. Solo ora noto che la gamba mi trema e ho il viso bagnato di lacrime.

"Permesso, scusate, andiamo di fretta!" Urlano i dottori, ma la paziente guarda me. L'ultima cosa che dice prima di chiudere gli occhi è "Vivi sorridendo, non sprecare lacrime."

spazio autrice:

Questo capitolo non mi convince molto, ma dettagli.

Un abbraccio a chiunque abbia dei genitori come il padre di Sofia. Miraccomando, parlatene e non arrendetevi, arriverà anche a voi il vostro Qualcuno.🫂

Se vi è piaciuto lasciate una stellina.

Un bacio, Gio.💜

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