Parte Prima - Capitolo Undicesimo

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Capitolo undicesimo.

È per te ogni cosa che c'è.

§ Jovanotti – Per te

Langhe, Italia

Febbraio 2025

Negli ultimi giorni Fernando aveva iniziato a sentirsi come un predatore durante la caccia: ogni muscolo teso pronto a scattare, ogni senso acuito al massimo. Negli ultimi giorni aveva iniziato a dormire poco, concedendosi soltanto brevi sonnellini, lo stretto necessario per non incorrere in un esaurimento nervoso. Ogni mattina appena sveglio passava in rassegna una personale lista di cose da fare: controllava che l'auto fosse pronta a partire, che la borsa con il necessario per il ricovero fosse accanto alla porta, che scarpe e cappotti fossero appesi nell'ingresso per essere indossati in fretta in caso di emergenza. Ogni giorno, a partire dal venti, il ginecologo di Alba era passato a casa loro per verificare le condizioni della donna, rassicurandoli ogni volta su come tutto stesse andando bene, dichiarando che sarebbe stata soltanto una questione di giorni prima che il bambino arrivasse. Quelle rassicurazioni riuscivano a calmarlo per un paio d'ore, non di più. A mandarlo davvero al manicomio era il fatto che Alba fosse insolitamente calma e tranquilla: negli ultimi giorni aveva completamente smesso di lamentarsi per i sintomi che l'avevano accompagnata nell'ultimo mese – non si sentiva più affaticata né aveva problemi di digestione, sembrava persino che non avvertisse più dolore alla schiena, sebbene la pancia avesse raggiunto una dimensione considerevole e apparisse più pesante.

Il mattino del ventotto febbraio, mentre sciacquava le stoviglie usate per la colazione, Fernando osservò Alba passeggiare lentamente per il salotto, chiacchierando al telefono con Michelle. Il medico se n'era andato da poco, ancora una volta garantendo che tutto era nella norma, ma lui non riusciva a starsene tranquillo. Qualche giorno prima, assicurandosi che Alba non potesse sentirlo, Fernando gli aveva chiesto se fosse possibile fare qualcosa per accelerare il processo, un modo per accorciare l'attesa ed evitargli la totale pazzia. Il medico aveva sorriso e gli aveva parlato di un paio di accorgimenti che forse avrebbero potuto funzionare e che sicuramente non sarebbero stati nocivi. Mentre continuava a osservarla pensò a quanto avevano già messo in pratica. Prima c'erano state le lunghe passeggiate: il clima era piuttosto freddo, per cui le camminate si erano svolte più che altro in salotto, ripetute così spesso da scavare quasi un solco nel pavimento. Poi era stata la volta dei massaggi: Fernando aveva ormai perso il conto di quante volte si fosse seduto dietro di lei per strofinarle le spalle e la schiena – la maggior parte di quei tentativi aveva visto un capovolgimento dei ruoli, dato che tra i due era spesso lui ad avere più bisogno di calmarsi. Avevano provato con il cibo piccante: Placido aveva ricevuto la visita di un cugino calabrese che gli aveva portato in dono una certa quantità di oro rosso, prontamente diviso con gli amici – Alba di norma amava i cibi speziati, ma quando lo aveva sorpreso nell'atto di correggerle persino il caffè gli aveva imposto di smetterla. Restava solo una cosa da provare, ma fino a quel momento non aveva trovato il coraggio di proporgliela: il sesso. Nell'ultimo mese la loro vita sessuale aveva subito un drastico calo: qualche volta si erano concessi lunghe serie di preliminari, ma non avevano un rapporto completo ormai da un po'. Non che se ne lamentasse, riusciva perfettamente a capire lo stato d'animo di Alba, che spesso non si sentiva in vena di stare in intimità con lui: nonostante continuasse a ripeterle quanto la trovasse bella, la donna era entrata in una fase in cui non riusciva a trovarsi in alcun modo attraente, insieme a tutti i piccoli disturbi che avvertiva, che sicuramente non aiutavano ad accendere una scintilla tra loro. Anche se questo non aveva certo spento il desiderio che aveva di lei – e se quel desiderio avesse potuto avere anche una finalità pratica, forse poteva valere la pena esprimerlo...

«Michelle ti manda i suoi saluti» disse Alba, mettendo via il cellulare mentre gli si avvicinava. «E si raccomanda di non essere troppo pressante.» Fernando non rispose, ma si limitò a prenderle il viso tra le mani per baciarla, indugiando un po' più a lungo sulle sue labbra. «E questo che significa?»

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