Parte Seconda - Capitolo Quinto

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Capitolo quinto.

It'll be all right,

I'll be home tonight,

I'm coming back home.

§ Michael Bublé - Home

Langhe, Italia

Marzo 2026

«Jules sta dormendo come un ghiro» sorrise Fernando, scendendo dal piano superiore con la valigia stretta nella mano. «Vado a mettere questa in macchina, così domani mattina non farò troppo rumore.»

Alba gli sorrise, restando distesa sul divano con le mani poggiate sul ventre. Da un paio di giorni tutti gli ospiti se n'erano andati, lasciandoli di nuovo soli con la loro routine, perciò ne aveva approfittato per riposare e recuperare le energie. Il mattino seguente Nando sarebbe partito per il Bahrain, dove si sarebbe svolta la prima gara di campionato, e un po' le spiaceva di aver avuto così poco tempo da passare da sola insieme a suo marito. L'uomo tornò in casa, chiudendosi la porta alle spalle, e la raggiunse sul divano per sederle accanto. Le sollevò appena la maglietta per appoggiare la mano sulla sua pelle nuda. «Come sta la mia bellissima moglie?»

«Stanca» gli rispose con un sorriso, stiracchiando le braccia sopra la testa. «Con Jules era diverso, ero molto più stanca nei primi mesi. Con loro invece l'inizio è stato una favola, praticamente non ho nemmeno avuto le nausee.»

«Sì, è vero. Con Jules nei primi tre mesi non facevi altro che vomitare» ridacchiò l'uomo. «E mi saltavi addosso ogni volta che ti passavo accanto» aggiunse, facendo scivolare lentamente la mano verso il suo petto. «Una volta mi sono quasi slogato la mandibola a furia di baciarti. Ehi, non hai il reggiseno!» esclamò, facendo salire la mano verso il suo seno per scoprirlo nudo.

«Lo sai che a casa mi piace mettermi in libertà» replicò la donna, respirando profondamente mentre sentiva il capezzolo inturgidirsi sotto la sua grande mano calda. «Sarà più di una settimana che non stiamo un po' insieme...»

«Undici giorni, per la precisione.» Fernando salì in ginocchio sul divano, facendosi spazio tra le sue gambe. Le alzò del tutto la maglietta e abbassò la bocca sul suo seno, mentre con la mano libera scivolava dentro i suoi pantaloni, superando senza difficoltà l'ostacolo della biancheria. «Hai voglia di me, Alba?» sussurrò contro la sua pelle, sentendo il suo respiro farsi più pesante.

La donna annuì, chiudendo gli occhi mentre sentiva il suo dito medio scivolare tra le sue carni umide. «Sì, ho voglia di te» sussurrò. «Scusa se ultimamente non ho mai preso l'iniziativa.»

«Non importa» mormorò lui in risposta, affondando di più dentro di lei, muovendo lentamente il palmo della mano contro il suo clitoride. «Forse non hai mai preso l'iniziativa, ma sai ancora eccitarti» scherzò, spostando la bocca sul suo collo. «Vuoi andare di sopra?» Alba scosse la testa, inarcando la schiena per sentire di più il suo tocco. «Vuoi restare qui?»

«Voglio che tu stia zitto e che continui a toccarmi...»

«Agli ordini... mamacita.» Le sfilò la mano dalle mutandine per spogliarla, poi tornò su di lei lentamente, accarezzandole le gambe risalendo dalle caviglie, sfiorandola con la sola punta delle dita. Percorse l'interno delle sue cosce con i palmi delle mani, allargandole il più possibile. Senza staccare gli occhi dai suoi si portò due dita alla bocca per inumidirle, poi tornò lentamente verso il suo centro. La solleticò per qualche secondo prima di riprenderla, guardandola trattenere il respiro nell'istante in cui entrò in lei. La stimolò per un lunghissimo minuto, poi si riportò le dita alle labbra. «Hai sempre un sapore buonissimo, ma quando sei incinta... non lo so, sembri più dolce» sussurrò, continuando a guardarla negli occhi mentre abbassava la testa tra le sue gambe.

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