Parte Seconda - Capitolo Nono

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Capitolo nono.

A volte chiedere aiuto ci fa paura

ma basta un solo passo,

come il primo uomo sulla luna.

§ Mr. Rain - Supereroi

Langhe, Italia

Agosto 2026

Fernando tornò a casa in un caldo pomeriggio di fine agosto, trovando Anna in cucina, impegnata a piegare i panni. «Buongiorno» la salutò, abbracciandola per stamparle un bacio sulla guancia come faceva ogni volta che la rivedeva dopo una lunga assenza. «Dove sono finiti tutti? Sono scappati con il circo?»

«Buongiorno, tesoro» gli rispose la donna. «Jules è in giardino con Marco, stanno trapiantando non so che cosa. I gemelli dormono, e anche Alba.»

«Dov'è? Di sopra?»

«Sì, ma lasciala dormire. Deve riposare, ne ha bisogno.» Fernando incontrò lo sguardo della donna, leggendovi una sincera preoccupazione. «Alba non sta bene» ammise Anna a mezza voce, tornando a concentrarsi sui panni. «Non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma è sfinita. I gemelli stanno diventando impegnativi, assorbono tutte le sue energie. E Jules sta diventando geloso perché non ha più la mamma tutta per sé.»

Il pilota si passò una mano sul volto, scostando una sedia per sedersi. «Qualche sera fa mi ha telefonato perché non riusciva a far addormentare Micaela, ho dovuto cantarle una ninna nanna per riuscirci» sospirò. «Ho avuto l'impressione che ci fosse qualcosa che non andava, ma non sono riuscito a farglielo confessare.»

«La conosci, sai quanto sia orgogliosa. È sempre stata così, già da bambina» aggiunse con una strana smorfia. «Tutta sua madre, anche Marianna era convinta di poter risolvere ogni problema senza aiuto. Ma ci sono cose che non si possono affrontare da soli.»

Fernando osservò il volto di Anna, rendendosi conto per la prima volta di quanto si fosse fatto più tirato, quasi sofferente in un certo senso. In quell'istante si rese conto che, per quanto in salute e pieni di energie, i nonni di Alba avevano quasi ottant'anni, e di certo non era giusto supporre che potessero reggere sulle spalle il peso di una famiglia intera. «Come fai ad aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato? Se non riesce nemmeno a dirmi di avere un problema, come posso darle una mano per uscirne?»

Anna si strinse nelle spalle. «Lei è tua moglie. Sei tu che devi trovare una soluzione. Non sto dicendo che Marco e io vogliamo lavarcene le mani» aggiunse in fretta, sapendo quanto potesse suonare sbagliata quella frase, «quello che intendo è che se dovrà scegliere tra i nostri consigli e i tuoi, probabilmente sceglierà i tuoi.»

Fernando si tormentò vagamente le dita, rigirandosi la fede attorno all'anulare. «Lo so che non sta bene» sospirò. «Lo sapevamo entrambi che le cose non sarebbero state facili con due gemelli, e con Jules che è ancora così piccolo... avrei voluto non dover partire» sussurrò. «E vorrei non dover partire di nuovo tra dieci giorni, vorrei poter restare a casa e... e prendermi tutte le responsabilità. Anch'io ho voluto questi figli, ogni volta che parto mi sembra di farle un torto. Mi sembra di voltare le spalle alla mia famiglia.»

«Non dovresti pensarlo. In fondo il tuo lavoro è quello che ti fa portare a casa il pane.»

«Sì, ma...»

«Ma niente» lo interruppe la donna. «Quando vi siete sposati sapevate benissimo a che cosa stavate andando incontro. E quando avete deciso di avere dei figli... oh santo cielo, mi è di nuovo uscita malissimo» aggiunse scuotendo la testa. «Sembra che vi stia accusando di aver fatto le cose senza pensarci, scusa. Quello che voglio dire... lei lo sa di non aver sposato un impiegato.»

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