Parte Terza - Capitolo Secondo

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A Carlo, perché lo ha chiesto.


Capitolo secondo.

Tu che sei la risposta senza chiedere niente.

§ Giorgia feat. Marco Mengoni – Come neve

Manama, Bahrain

Marzo 2027

I bambini erano stati affidati a Julia, che si sarebbe occupata di loro mentre Nando e Alba presenziavano alla festa organizzata dagli sponsor. Il pilota in realtà aveva espresso il desiderio di saltare a piè pari la serata per passare un po' di tempo da solo con sua moglie; lei però era stata categorica, obbligandolo a prepararsi per raggiungere insieme il club. Sei il campione di giornata, gli aveva detto, non puoi pensare di non farti vedere. Mentre percorrevano il corridoio diretti agli ascensori, non riuscì a fare a meno di osservare la figura di sua moglie, esaltata dalla colorata fantasia geometrica dell'abito. Aspettando l'arrivo dell'ascensore, gli balenò in testa un'idea a dir poco folle. Sapendo che gli ascensori non erano dotati di un impianto di videosorveglianza, entrando nella cabina dietro di lei ne approfittò per infilarle le mani sotto il vestito. «Che cosa fai? Sarà pieno di telecamere!» esclamò la donna.

«Non ci sono telecamere negli ascensori, tranquilla» sussurrò al suo orecchio. «Se tu mi costringi ad andare alla festa, io posso costringerti a fare qualcos'altro, giusto?»

«Scordati di fare sesso con me in questo ascensore.»

«Non sono così banale» le rispose, iniziando a farle scivolare via le mutandine. «Ho in mente qualcosa di più... sporco.» Si abbassò, facendole sollevare i piedi per raccogliere la biancheria. Alba aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo, ma non aveva accennato a fermarlo. «Se tu mi costringi ad andare alla festa, io ti costringo ad andarci così... libera» disse, sventolandole il capo davanti al naso in gesto di sfida. «Queste le riavrai più tardi» nascondendolo nel taschino interno della giacca giusto un attimo prima che le porte scorrevoli si aprissero sulla hall gremita di gente.

«Mi sento terribilmente a disagio, Nando» gli sussurrò mentre lasciavano la cabina.

«Possiamo tornare in camera subito, se vuoi. A questo proposito, ti informo che ho fatto riservare una stanza tutta per noi, per tutta la notte. Sai per... per non disturbare i bambini o Julia.»

Al pensiero di poter trascorrere un'intera notte da sola con suo marito, Alba avvertì una familiare sensazione di calore, stringendo impercettibilmente le cosce, ma riuscendo in qualche modo a mantenere un'espressione quasi indifferente – non voleva dargliela vinta troppo facilmente, perché sapeva che questo avrebbe decisamente alimentato l'ego di Nando. Sì, in quella situazione probabilmente si sarebbe sentita fortemente a disagio per l'intera serata, ma se fosse riuscita a resistere dimostrandosi superiore nemmeno per lui sarebbe stata una passeggiata. «No, adesso dobbiamo andare alla festa. In fondo tutti ti aspettano per celebrare la tua vittoria.» Si fermò, mettendosi davanti a lui e sollevandosi in punta di piedi per fingere di sistemargli il colletto. Notò lo sguardo del marito scendere sull'orlo del vestito, che in seguito a quel movimento si era leggermente sollevato. «Non guardarmi così.»

«Così come?»

«Come se temessi che qualcuno da un momento all'altro potesse accorgersi che sono praticamente nuda» sussurrò, abbassando la voce per evitare di essere sentita. «Ti ricordo che è stata una tua idea.»

«Beh, ripensandoci forse potrei restituirtele.»

Alba notò il suo nervosismo, il pomo d'Adamo che si muoveva nervosamente su e giù al pensiero che qualcuno potesse guardarla. «Jules ha soltanto due anni, ma sa perfettamente che non si possono cambiare le regole a proprio piacimento» lo stuzzicò, senza sapere di preciso da dove provenisse quell'improvvisa spavalderia. «Andiamo, la macchina ci starà già aspettando» aggiunse, voltandosi per iniziare a camminare verso l'ingresso dell'albergo, facendo ondeggiare i fianchi un po' più del necessario per torturarlo lentamente. «Come sai che non ci sono telecamere negli ascensori?» gli domandò all'improvviso, voltandosi a guardarlo.

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