Parte Prima - Capitolo Terzo

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Capitolo terzo.

As you go through life you'll see

there is so much that we don't understand.

And the only thing we know

is things don't always go the way we planned.

§ Angélique Kidjo – We are one

Shanghai, Cina

Aprile 2024

Fernando scese dall'auto in balia di sentimenti contrastanti. Dopo l'incidente occorso il giorno prima durante la gara sprint il settimo posto poteva essere considerato un buon risultato, tuttavia non riusciva a esserne pienamente soddisfatto – sul finale aveva fatto segnare il giro veloce, il che significava che l'auto poteva essere competitiva, anche se gli era mancato lo spunto per scalare qualche posizione in più. Mentre i commissari di gara procedevano a pesarlo, come al termine di ogni sessione, si stropicciò il viso con una mano, impaziente di poter tornare al box per chiamare Alba – non averla accanto gli mancava molto, abituato com'era ormai ad averla vicina in ogni tappa del Mondiale. Arrivando al garage, però, notò qualcosa di strano: Michelle lo stava aspettando con un'aria tutt'altro che serena dipinta sul volto. Intanto era strano che sembrasse triste, visto che i due piloti Ferrari si erano piazzati appena alle spalle del podio – e poi era strano anche che fosse lì, invece di inseguire Charles e Carlos per guidare le loro interviste post gara. «Cos'è successo?» le domandò a bruciapelo, provando un'improvvisa e totalizzante sensazione di terrore.

«Dobbiamo parlare, Nando.» Non era mai un buon segno quando Michelle diceva Dobbiamo parlare. Lo prese per un braccio, trascinandolo lontano dalla folla, schiarendosi la gola come se non trovasse il coraggio di dire quello che stava pensando. «Poco fa mi ha chiamato Alberto. Alba... ha dovuto portare Alba in ospedale.» Fernando impallidì, sentendo tremare le gambe, e per un istante temé che sarebbe caduto a terra come uno straccio. «Non si è sentita bene, per il momento non ha saputo dirmi cosa sia successo.»

«Io... io devo andare. Devo andare da lei, subito» balbettò il pilota, stringendo convulsamente le mani attorno al casco che teneva ancora tra le mani.

«Sì, lo so. Vieni con me, ho già organizzato tutto» gli rispose, prendendolo sotto braccio per accompagnarlo verso il motorhome.

«Aspetta, dovrò avvisare Mike, devo...»

«Ho già pensato a tutto, Nando» lo interruppe lei. «Non ti preoccupare, ho pensato a tutto» ripeté. Mentre si lasciava accompagnare verso il motorhome per cambiarsi, Nando trovò il tempo di pensare a quanto fosse fortunato nell'avere l'amicizia di Michelle, che anche nei momenti di crisi più nera non perdeva mai la calma.

***

Langhe, Italia

Aprile 2024

Alberto era rimasto seduto su una delle scomode seggioline di plastica della sala d'attesa per più di due ore, tenendosi la testa tra le mani e rimuginando su quanto stava accadendo. Al telefono con Marco e Anna era riuscito a mantenere la calma abbastanza da impedire anche a loro di perderla, chiedendo loro di restare a casa finché non avesse avuto altre notizie – non era certo che sarebbe riuscito a gestire anche la loro preoccupazione, se fossero corsi in ospedale per stare accanto alla nipote. Una piccola parte di lui continuava a sperare che non fosse niente di grave, che si trattasse di un episodio senza importanza, che Alba sarebbe uscita dalla stanza con il solito gran sorriso e una battuta di spirito. Ma in fondo Alberto era abbastanza grande da sapere che non sarebbe stato così, che non sarebbero tornati a casa ridendo e scherzando come al solito: sapeva che oltre quelle porte grigie si stava consumando una tragedia. Sentì avvicinarsi dei passi e alzò la testa, riconoscendo il dottore che aveva preso in carico il caso dell'amica. Si rimise in piedi mentre l'infermiere che lo accompagnava diceva: «Sì, è lui che ha portato qui la signora.»

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