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"Che mal di testa." Borbotto mettendomi una mano sul viso per non farmi accecare dalla luce.

"E ci credo, hai bevuto come una dannata." Sobbalzo sentendo la voce di Diego.

Mi alzo di soprassalto e mi rendo conto di non essere mai arrivata a casa mia, ma sono rimasta a casa di Mario e Diego.

"Non volevamo farti tornare a piedi ubriaca."

"Sicuramente mi sarei persa, grazie." Accenno una risatina nervosa.

L'altro brutto effetto di aver subito un'infanzia con gli assistenti sociali, è che non riesco a fidarmi delle persone.

Da sobria non sarei mai rimasta. Anche se mi sembrano tutti dei bravi ragazzi, non li conosco e non dovrei fidarmi.

Ogni volta che mi fido qualcosa va storto. Ho imparato a stare sull'attenti.

"Mario?"

"È in camera sua, con Cecilia. Non sono riuscito a dormire per gli schiamazzi." Si lamenta Diego ed io avvampo. Non avrei voluto saperlo.

Accendo il telefono e noto che tra mezz'ora devo stare a lavoro, così scatto in piedi.

"Devo andare a lavoro." Prendo la mia borsa.

"Vuoi un passaggio?" Mi domanda Diego ma scuoto la testa.

"Abito letteralmente dietro l'angolo." Accenno un sorriso. "Salutami Mario poi."

Sono tornata a casa giusto per farmi una doccia, e cambiarmi. Cerco di asciugare i capelli il più velocemente possibile, dopodiché esco di casa quasi di corsa. Non vorrei fare tardi.

"Ciao Carlo, scusa per il ritardo." Dico entrando.

"Ritardo? Sei un'ora in anticipo." Dice confuso e mi accorgo di aver visto male l'orario.

"Ah mi sono confusa con domani." Faccio spallucce, poggiando la mia borsa dietro la scrivania.

"Comunque è passato un ragazzo che ti cercava, ha lasciato un biglietto."

Lo guardo confusa e mi passa un bigliettino.

"Non accetto un no come risposta"

Accenno una risata, è ovvio che me lo abbia mandato Andrea. Chissà cosa intende fare per far sì che cambi idea.

Per fortuna le giornate in palestra trascorrono molto tranquillamente. Non succedono mai cose strane.

È un lavoro un po' noioso, ma il migliore che mi potesse capitare, non posso proprio lamentarmi.

Mi accorgo anche del fatto che Mario non sia passato oggi. Avrà da fare, mica si può allenare tutti i giorni. Oppure sarà per la sbronza.

Proprio mentre sto per chiudere sento alle mie spalle i passi di qualcuno. Così istintivamente mi volto all'istante.

"Andrea, mi hai fatto prendere un colpo." Dico portandomi una mano al petto.

Ha in mano un mazzo di fiori, che mi porge subito.

"Allora, quando vogliamo uscire?"

"Pensi che bastino dei fiori per farmi dire sì?" Domando con un sopracciglio alzato.

Probabilmente immaginava funzionasse proprio così.

"Beh-"

"Andrea, ti ho già detto no. Fidati, non vuoi uscire con me." Accenno una risata tenendo in mano il mazzo.

"Comunque bei fiori." Continuo a ridacchiare prendendo la via di casa.

Ma lui mi segue.

"Perché non dovrei volerlo?" Mi domanda.

MAI PIÙDove le storie prendono vita. Scoprilo ora