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Cammino da sola per strada, con le cuffiette nelle orecchie e il sole ormai tramontato.

Andrea mi ha mandato alcune tracce della Drilliguria da farmi ascoltare. Così nelle mie orecchie rimbomba Amici Miei Mixtape.

Scalmanato dal Bombay
Charme da street con lei, penso col delay
Ehi, ehi, nuova calma piatta (Eh-eh), pensavo sarebbe stata fatta (Uh)
Calzo a pennello tra chi non sa e vuol sapere
Dal mio paese al tuo quartiere
Io e l'asfalto sotto la mia moto siamo cresciuti assieme
Vado via, ma per fortuna così menomale
Povera mia nonna e povera mia madre (Yeh)
Povera la Terra e la popolazione
Generano più delle generazioni
Queste teste piene erano vuote e nude
Eravate margini da colorare
Trapiantarle via da tutte queste nuche
È come spostare San Pietro a mani nude

Il sole all'orizzonte sta colorando le nuvole di diverse sfumature, dall'arancio al rosa. Non avevo mai visto un tramonto così bello.

Sono le 21, è tardi, eppure ancora il sole lascia i suoi strascichi, come se non volesse scomparire del tutto.

Tu dimmi che cosa vuoi
Ehi, parla con noi
Se manchi all'appello, ti sbarco, ti espello
Ti snervi coi tuoi e scappi da solo
E bevo un bicchiere sempre da solo
(Per gli amici miei)
(Basta amici miei, ehi)
(A casa non sto solo, ehi)
(C'è amici miei)

Sento all'improvviso una mano toccarmi alla spalla, e nel girarmi mi cade una cuffietta.

"Ti ho spaventata?" Domanda Mario davanti a me, raccogliendo la cuffietta appena caduta.

"Non sai quanto." Poggio la mano sul petto, in corrispondenza del cuore, e mi rendo conto di quanto sia accelerato.

È da qualche giorno che non lo vedo, più per mia iniziativa che sua. È passato molte volte in palestra, con il pretesto di parlarmi, ma io ogni volta ho finto di avere delle cose da fare.

"Cosa ascoltavi?" Si porta la cuffietta al suo orecchio. Stesso deja-vu di qualche giorno fa.

Amici miei
Io non mi accontento mai
Quando vado da lei
Porto sempre Bombay
Lo facciamo dalle tre alle sei
Dimmi se anche te ci sei
Porterò un joystick in più per la Play

Mario sorride, ed io mi faccio rossa dall'imbarazzo.

"Comunque vorrei parlarti, in questi giorni non ti sei fatta viva."

"Sì certo, io tanto stavo per tornare a casa, ma comunque non ho nulla da fare."

Il piano di Mario mi lascia un po' confusa. Passiamo dal bangladino, per prendere veramente il Bombay. Dopodiché andiamo in questo parco, non molto distante.

"Sembriamo due senzatetto." Commento ridendo e ride anche Mario.

Fa un sorso di gin liscio lui, e mi passa la bottiglia. Faccio una smorfia non appena deglutisco l'alcolico, e questo fa ridacchiare Mario.

"Questo due sorsi e ti stordisce."

"Vorrei tornarci con le mie gambe a casa." Commento con un retrogusto amaro che mi infastidisce. "Cosa volevi dirmi?"

"Ho lasciato Cecilia."

Mi giro verso di lui, ma non incrocio lo sguardo di chi vuole farmi uno scherzo. È totalmente serio.

"È successo quella sera che sei arrivato tardi in discoteca?" Mario annuisce.

"Non ce la facevo più, era una relazione tossica. Poi non sopporto che sia venuta ad infastidirti."

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